La lunga battaglia di Antonella: «Quel vuoto che non ho colmato»

La lunga battaglia di Antonella: «Quel vuoto che non ho colmato»
di Eloisa Moretti Clementi
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Giovedì 16 Febbraio 2017, 00:05
GENOVA - Era cresciuto a Lavagna ma rivendicava con orgoglio le sue origini colombiane: il profilo Facebook di Giovanni, il quindicenne che durante una perquisizione della Guardia di finanza si è tolto la vita gettandosi dal balcone, racconta qualcosa di lui. Ancor di più, parla la straordinaria partecipazione di centinaia di giovani che ieri, scossi da una commozione struggente, gli hanno detto addio nella basilica di Lavagna.

«PERDONAMI»
Nato a Marinilla, nord di Bogotà, “Giò” in Italia era arrivato a soli venti mesi, ma quel dolore originario sembra tornare a galla come una marea nell’esistenza corta di questo adolescente. «Perdonami per non essere riuscita a colmare quel vuoto che ti portavi dentro – le parole della madre Antonella durante l’omelia – Voglio immaginare che ad accoglierti lassù ci sia la tua prima mamma, come in una staffetta dell’amore».

Era stato desiderato follemente da papà Marco, titolare di una pizzeria oltre che collaboratore della squadra locale Virtus Entella, e da mamma Antonella, guida turistica. Un ragazzino allegro, vivace e un po’ spaccone ma educato e rispettoso. Voglia di studiare ne aveva poca e si barcamenava al secondo anno di liceo scientifico sportivo, in un prestigioso istituto privato. In amicizia, non aveva steccati: a esporre un maxi striscione in sua memoria sono stati compagni dai nomi indiani e sudamericani. La sua ragione di vita era il calcio: i colori del Genoa e lo stadio dell’Entella, dove giocava fin da bimbo, anche se la recente esclusione dalla squadra dei giovani talenti lo aveva fatto soffrire. Del Comunale di Chiavari era la mascotte, orgoglioso del soprannome “piccolo Muriel”, conquistato grazie a un’impressionante somiglianza con l’attaccante della Sampdoria, colombiano come lui.

L’ULTIMO SCONTRO
La recente separazione dei genitori era un’altra ferita nonostante i buoni rapporti tra gli ex coniugi, ieri uniti in un interminabile abbraccio di dolore. Ora in casa con Antonella viveva un nuovo compagno (era presente anche lui in casa al momento della perquisizione). Con lui la donna aveva appena lanciato una app dedicata al benessere. Negli ultimi tempi, il rendimento scolastico di Giovanni era calato e la mamma aveva imposto un mese di punizione. Ma a preoccuparla davvero era vederlo svogliato, distratto. Il sospetto dell’hashish, poi la decisione estrema di rivolgersi alla compagnia locale della Guardia di finanza per strapparlo a quella strada pericolosa «prima che fosse troppo tardi», ha detto ieri lanciando un appello ai giovani. Quindi i controlli fuori da scuola, il ritrovamento di un pezzetto di “fumo” e la successiva perquisizione in casa, con quattro militari. Tra mamma e figlio scoppia un litigio, ma non sappiamo se Giò fosse consapevole, al momento di farla finita, della scelta compiuta da Antonella. L’unica certezza è l’addio di una madre al suo ragazzo, ieri, nella basilica gremita di lacrime: «Non c’è colpa né giudizio nell’imponderabile».

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