La rivincita del latino: certificati universitari da inserire nel curriculum per cercare lavoro

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di Lorena Loiacono
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Lunedì 8 Aprile 2019, 00:27 - Ultimo aggiornamento: 27 Febbraio, 00:29
Un tempo dicevano fosse “morta”. Almeno così la chiamavano e continuano a chiamarla. Ma oggi i tempi sono cambiati e la lingua latina è più viva che mai: raccoglie simpatizzanti in tutto il mondo e si fa portavoce di una classicità tutta da riscoprire. Tanto che si sta affermando come lingua internazionale, al pari di quelle cosiddette vive. Come la lingua inglese o lo spagnolo. Tanto da richiedere una certificazione linguistica, proprio come accade per l’inglese, ad esempio, con il Quadro Comune Europeo di Riferimento, lo strumento che rende spendibile la conoscenza certificata di una lingua nell’ambito professionale. E così anche la lingua latina avrà i suoi sei livelli di conoscenza da A1 e A2 per la capacità di base a B1 e B2 per la competenza media, fino a C1 e C2 per i professionisti della lingua. Una certificazione che potrà diventare anche una carta in più per chi cerca lavoro, magari nel campo scolastico, nella ricerca o in tutto il mondo che ruota attorno all’archeologia.

L’idea di proporre una certificazione linguistica per il latino nasce dalla Consulta Universitaria di Studi Latini che, grazie alla collaborazione con il Dipartimento di scienze dell’Antichità dell’Università La Sapienza, ha messo a punto un programma pronto a partire entro giugno. I primi test per gli studenti, infatti, potrebbero arrivare già nella prossima estate. Il progetto ha già la firma del protocollo di intesa presso l’Ufficio scolastico regionale del Lazio per far sì che possano partecipare tutti i ragazzi dei licei della regione. Per ora, infatti, il test è aperto su base volontaria agli studenti delle scuole superiori ma presto potrebbe raggiungere anche gli adulti o, comunque, gli studenti più grandi anche a livello universitario.

L’OBIETTIVO
Secondo il programma, l’obiettivo è quello di organizzare almeno una sessione annuale d’esame per l’accertamento della conoscenza della lingua latina. Verrà formato un Comitato regionale di coordinamento, che sarà composto da 3 rappresentanti dell’Ufficio scolastico regionale del Lazio, 3 del Dipartimento della Sapienza e 3 della Consulta Universitaria di Studi Latini. Sarà compito del comitato di coordinamento individuare un gruppo di esperti, scelti tra i docenti dei licei e delle Università del Lazio, che saranno chiamati alla formulazione delle prove e delle relative griglie di valutazione. Le prove non saranno solo semplici traduzioni ma anche test per mettere alla prova la conoscenza linguistica attraverso il completamento di frasi o domande sull’uso sintattico. Lo stesso gruppo di esperti dovrà poi correggere le prove e, una volta terminate tutte le procedure, il Dipartimento della Sapienza rilascerà la certificazione per attestare il livello di competenza linguistica.

Un progetto che, di fatto, certifica innanzitutto l’avvenuta rinascita del latino, che sta vivendo una seconda giovinezza. Soprattutto alla Sapienza che, per il secondo anno consecutivo, è stata riconosciuta la prima università al mondo per gli Studi classici e la Storia antica dal “QS World University Rankings by Subject”, che classifica l’eccellenza delle migliori università. «Oggi il latino è una lingua più viva che mai – spiega il professore Giorgio Piras, direttore del Dipartimento scienze dell’Antichità della Sapienza, in prima linea per il progetto della certificazione linguistica – ci chiedono scambi culturali da tutta Europa, ora anche dalla Cina dove il latino e molto richiesto. Alla Sapienza, inoltre, abbiamo avuto un’impennata di iscrizioni: dopo il riconoscimento di QS dello scorso anno abbiamo avuto il 30% in più di iscritti. Per questo ora pensiamo alla certificazione: il latino si studia in tutto il mondo e quindi può essere inserito anche sul curriculum degli studenti sia per il lavoro sia per accedere alle facoltà umanistiche».
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