Léa Seydoux racconta la sua esperienza sul set di Spectre: «Così ho conquistato 007»

Léa Seydoux racconta la sua esperienza sul set di Spectre: «Così ho conquistato 007»
di Marta Valier
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Sabato 21 Novembre 2015, 02:12 - Ultimo aggiornamento: 6 Novembre, 01:05
LOS ANGELES Se c’è una novità da sottolineare con Spectre, il nuovo James Bond movie, ora nelle sale anche in Italia, è che finalmente James Bond ha trovato una donna con cui fare sul serio. Quella donna è Madeleine Swann, interpretata dalla francese Léa Seydoux. Diretto da Sam Mendes e con anche - oltre a Daniel Craig forse per l’ultima volta nei panni di 007 - Christoph Waltz, Ralph Fiennes e la nostra Monica Bellucci, la pellicola ha il compito di incassare più di quanto non abbia fatto il precedente, Skyfall (che ha superato il miliardo di dollari).

Il film che ha reso famosa Léa Seydoux, 31 anni, è stato La vita di Adele di Abdellatif Kechiche, Palma d’oro al festival di Cannes nel 2013, ricordato da molti per le scene esplicite e appassionate tra le due giovani protagoniste, Adele appunto, ed Emma. Lea però ha già lavorato anche con registi del calibro di Woody Allen (in Midnight in Paris), Wes Anderson (in The Grand Budapest Hotel) e Quentin Tarantino (in Inglorious Bastards) e in The Lobster, diretto dal greco Yorgos Lanthimos, ambientato in un mondo in cui i single devono trovare un compagno o si trasformeranno in animali. La vedremo in Solo la fine del mondo, di Xavier Dolan (il regista canadese 25enne di Mommy), dove reciterà accanto a Marion Cotillard e Vincent Cassel.

Il suo nome per intero è Léa Hélène Seydoux-Fornier de Clausonne. Suo nonno è Jerome Seydoux, presidente della casa di produzione Pathé (ha coprodotto, per esempio La grande bellezza di Paolo Sorrentino) e suo prozio Nicolas Seydoux è il presidente dell’altra grande casa cinematografica francese, la Gaumont.

«Ecco, diciamolo subito, aggiungiamo anche che mia madre è stata attrice per un breve periodo, nel film di Maurice Pialat, À Nos Amours e che non ho mai chiesto aiuto in famiglia per diventare attrice».

Come avviene la selezione per una Bond girl?



«La prima audizione si è svolta in una camera d’albergo a Parigi. Ero arrivata molto in anticipo, ero nervosa e c’erano altre tre attrici per lo stesso provino. Ero stressata e ho deciso di bere una birra per rilassarmi. Errore! Poco dopo ci hanno chiesto di leggere le battute del film “Casino Royale” e “Quantum of Solace” e quando è toccato a me non ricordavo più nulla. È stato terribile, è un miracolo che mi abbiano richiamata per rifare il provino».



Cosa ha trovato dunque in lei Sam Mendes?



«Aveva visto La vita di Adele e gli era piaciuto molto. Mi ha detto che cercava un’attrice in grado di ispirare tenerezza e voglia di protezione, ma che fosse anche una donna forte».



Come sono cambiate le donne nei film di 007?



«Sono più forti, penso a Eva Green in Casino Royale, il suo personaggio – Vesper Lynd – ha fatto scuola. Il mio è ancora più forte, non ha bisogno di Bond per esistere».



Lei ha letto il copione prima di accettare la parte?



No, è stato tenuto segreto a lungo
. Sam mi aveva detto che non lo potevo

leggere ma di fidarmi di lui, che la mia parte, quella di Madeleine Swann, sarebbe stata importante, che per la prima volta Bond avrebbe interrotto la sua attività segreta per una donna. Che si sarebbero innamorati. Mi ha convinta.



Lei ha lavorato anche con registe donne, c’è differenza?



Quando la regista è donna è più facile trovarsi sullo stesso piano»



A proposito di donne, sul set c’è anche Monica Bellucci.



«Una grande donna. Dimostra a noi donne che il fascino non si esaurisce con i vent’anni, anzi aumenta se sai come coltivarlo».

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