Isis, nuove minacce a Roma, il prefetto: servono più agenti

Isis, nuove minacce a Roma, il prefetto: servono più agenti
di Sara Menafra
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Giovedì 15 Gennaio 2015, 23:17 - Ultimo aggiornamento: 16 Gennaio, 09:53
Nuove minacce rivolte a Roma. Questa volta, non in un video ma in un fotomontaggio nel quale, però, compare ancora una volta il Colosseo, affiancato da un uomo col volto coperto che abbraccia la bandiera dell’Isis. Sull’immagine è sovrimpressa la scritta in francese «Allah est grand» e più in piccolo, in arabo, «domani il Corano a Roma come a Parigi». La fotografia, pubblicata dal sito Wikilao, non cambia il quadro di preoccupazione ma senza alcuna indicazione di attacchi specifici di cui, in questi giorni, hanno dato conto intelligence e antiterrorismo italiani.



Una situazione difficile che ha spinto il prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, a chiedere «500 uomini in più»: «È importante che il sistema di prevenzione funzioni», ha detto ieri.





IL CASO AUSTRIACO

Intanto per oggi a Parigi è previsto un nuovo vertice tra i responsabili dell’antiterrorismo e dei servizi segreti dei paesi europei che dovrebbero concordare strategie comuni, oltre a scambiarsi informazioni sullo stato delle indagini per l’attentato a Charlie Hebdo. Un vertice non semplice perché, da un lato, peseranno il presunto attacco sventato ieri in Belgio e finito con la morte dei terroristi, e dopo il quale sono scattate perquisizioni ed operazioni in sette paesi.



Dall’altro, tensione e diffidenze potrebbero venire anche dalla liberazione di Greta Ramelli e Vanessa Marzullo portata a termine dall’Italia. A prescindere dai fatti delle ultime 24 ore, però, il vertice dovrebbe proseguire con la discussione sulle strategie comuni e lo scambio di informazioni rilevanti, come si era cominciato a fare domenica scorsa. E tra i tanti temi da affrontare parlando di gestione dei confini, potrebbe diventare particolarmente rilevante quello dell’impegno da parte dell’Austria.



Stando a quanto hanno rivelato le analisi di intelligence da parte di diversi paesi europei, è il confine austriaco il ”buco” nella rete di controlli incrociati utilizzato da terroristi, foreign fighters o aspiranti tali che permette loro di entrare ed uscire dall’Europa con un buon margine di libertà. Una situazione definita non più sostenibile dagli addetti ai lavori ed è quindi possibile che da più fronti arrivi la richiesta, rivolta a Vienna, di aumentare le risorse impegnate alle frontiere, anche col rischio di esporsi alle ire degli estremisti.





800 ESTREMISTI

Al pallottoliere di gruppi e individui attenzionati in tutta Europa (secondo le ultime stime i soli foreign fighters sono almeno 5mila), l’Italia potrebbe aggiungere un numero piuttosto alto di persone entrate a vario titolo in indagini ed analisi. Ottocento in tutto, scrive L’Espresso. Tra questi anche cinque dissidenti o combattenti provenienti dalla Siria ma di origine tunisina e canadese, che sarebbero rientrati in Europa passando per il nostro paese.

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