Poi a seguire gli ufficiali delle forze armate, e ancora gli operai addetti alle costruzioni e al mantenimento delle strutture edili, che superano così le truppe delle forze armate. Se la cavano un po’ meglio gli agricoltori, gli allevatori, i forestali e i pescatori specializzati, più o meno allineati con i tecnici informatici e scientifici, oppure con gli operai che lavorano nelle fabbriche alle catene di montaggio. Anche tra gli imprenditori, a farla da padrone sono gli uomini (con quasi l’84% delle presenze) e poco sopra il personale non qualificato che guadagna lo stipendio lavorando nelle cave e nelle miniere. I PROGRESSI Subito dopo ci sono gli ingegneri e gli architetti (donne soltanto per il 18,2% del totale), ma se non altro c’è stato un miglioramento dal 2013. Con un tasso di disparità tra il 50% e il 40% si trovano, anche gli specialisti in chimica e fisica, i braccianti agricoli, oppure i vasai, e riparatori di protesi e più in generale gli artigiani di precisione. Per le categorie specializzate dell’abbigliamento e dello spettacolo, invece, le differenze sono un po’ meno marcate (la presenza femminile arriva al 36,8%). Ben distanziate e in coda alla classifica ci sono infine gli operatori del commercio e dei servizi, come commessi e camerieri. Solo a questo punto spuntano in coda i politici e i magistrati, anche quelli che hanno fatto maggiori progressi negli anni in fatto di “quote rosa” evidentemente.
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