Ictus, le donne rischiano sempre di più

Ictus, le donne rischiano sempre di più
di Antonio Caperna
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Mercoledì 13 Gennaio 2016, 01:06 - Ultimo aggiornamento: 15 Gennaio, 14:01
Le donne la ignorano ma in Italia l'ictus colpisce oltre 200mila persone l'anno e il numero dei casi al femminile è sempre più alto. Solo una su dieci conosce i sintomi e i fattori di rischio, quasi la metà non sa quanto possa essere invalidante e pensa che sia un problema maschile. Il 43% degli ictus (improvvisa scarsa affluenza di sangue al cervello) colpisce le donne e ben il 61% delle morti è femminile. Uccide il doppio del tumore al seno e si calcola che una donna su cinque avrà un ictus nell’arco della sua vita, per gli uomini, uno su sei.
 
I SINTOMI
«I sintomi tendono ad essere sottostimati - spiegano ad A.l.i.Ce. Italia onlus l’Associazione per la lotta all’ictus cerebrale (www.aliceitalia.org)- e quindi lei rischia di recarsi in ospedale quando ormai è troppo tardi». Ad alto rischio sono le giovani fumatrici che usano contraccettivi orali:agli effetti negativi del fumo sui vasi e sulla pressione si aggiungono quelli prodotti dall’uso prolungato degli ormoni.

Basso il numero di coloro che sanno identificare i tipici “nemici” femminili come l’ipertensione durante la gravidanza, l'emicrania o le vasculiti. Molto diffusa la sottovalutazione di alcuni disturbi di coscienza, anche se transitori, o le palpitazioni indice di fibrillazione atriale. Segnali che, uniti al sovrappeso, alla pressione alta e al colesterolo in eccesso, diventano drammaticamente pericolosi. Tra i campanelli d'allarme, la difficoltà nei movimenti o la perdita di sensibilità a un braccio o una gamba, improvvisi problemi di vista, l’incapacità a coordinare i movimenti, lo stare in equilibrio, il far fatica ad articolare le parole o a sceglierle, l’essere colpiti da un violento e localizzato mal di testa. Dopo la menopausa vanno considerati dei probabili fattori di rischio specifici del periodo come la terapia ormonale sostitutiva.

IL GENE
Nell'ambito degli studi scientifici è stato identificato un gene variante del Bcar1, associato a un più alto rischio delle donne di subire un infarto. Anche se questo legame non è ancora chiaro, i ricercatori dell'University College di Londra ritengono che questo gene, combinato con l'estrogeno prodotto naturalmente dalle donne, potrebbe portare a un aumento del rischio di malattie cardiache. Inoltre il gene può incoraggiare la migrazione di massa delle cellule nelle pareti dei vasi sanguigni principali, rendendole più spesse.

Un gruppo di ricercatori dell'istituto Mario Negri/Dipartimento di farmacologia dell'Università di Milano in collaborazione con il Neuroscience Institute Cavalieri Ottolenghi dell'università di Torino ha sintetizzato un farmaco che, su animali di laboratorio, protegge il cervello fino a sei ore dopo l’ictus e riduce del 50% il danno cerebrale. Si tratta di un inibitore della proteina che determina la morte dei neuroni dopo un attacco ischemico cerebrale.

I RIMEDI
In chirurgia è molto efficace è un nuovo dispositivo che chiude la piccola ansa del cuore dove si formano i trombi che migrano al cervello, causando l'ictus. Una sorta di “ombrellino salvacuore”, impiantato in oltre 10mila pazienti, Italia compresa. È accreditato dalla Società europea di cardiologia per prevenire l'ictus in pazienti che presentino controindicazioni all'assunzione di farmaci anticoagulanti, o per i quali queste terapie farmacologiche non siano efficaci.
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