Guardie forestali addio ecco il decreto: in 7mila diventano carabinieri

Guardie forestali addio ecco il decreto: in 7mila diventano carabinieri
di Cristiana Mangani
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Giovedì 24 Settembre 2015, 23:34 - Ultimo aggiornamento: 26 Settembre, 09:17
Da Forestale a Carabiniere, da polizia civile a militare. Un salto carpiato che potrebbe cambiare la vita a circa 7000 persone. Il decreto sta prendendo forma in queste ore, mentre i dettagli arriveranno con il testo attuativo della riforma della Pubblica amministrazione che porta la firma del ministro Madia, ed è stata approvata ad agosto scorso. Una settimana fa, al Tavolo interforze riunito per mettere a punto il decreto, è stata portata una bozza molto vicina a quello che sarà il dl definitivo. E il contenuto ha scatenato le reazioni dei sindacati di categoria.



I RAPPORTI

Il Corpo forestale dello Stato potrebbe scomparire, ma nel vero senso della parola. Al punto 11 dell’articolo 1 della bozza è previsto, infatti, che «con decreto del ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, d’intesa con il ministro della difesa, vengano stabilite le procedure per il ritiro e le modalità di custodia della bandiera e delle altre memorie e cimeli» degli agenti in divisa verde. E la ragione è ancora più chiara al punto successivo, dove viene spiegato che «le disposizioni di legge, di regolamento e di decreto di natura non regolamentare vigenti che fanno riferimento a funzioni e compiti, ovvero articolazioni del Corpo forestale dello Stato, devono intendersi riferite all’Arma dei carabinieri». I carabinieri, quindi, “assorbiranno” tutti i rapporti giuridici attivi e passivi che finora erano di competenza del Corpo: dal personale, ai ruoli, alle strutture, alle locazioni degli immobili, ai bilanci. Passerà tutta la gestione sotto l’ordinamento militare, eccetto le competenze «in materia di lotta attiva contro gli incendi boschivi e spegnimento con mezzi aerei degli stessi che verranno trasferite al Corpo nazionale dei vigili del fuoco».



Le modifiche stanno preoccupando, e non poco, chi ha vestito la divisa verde per anni, e le ragioni - chiariscono - sono diverse: innanzitutto scomparirà una vera e propria polizia ambientale che ha lavorato prioritariamente sulla prevenzione, e poi la stessa polizia si trasformerà in una polizia militare repressiva con tutti i riflessi che questo comporta sui singoli soggetti. «Noi siamo sempre stati un corpo di polizia e ordinamento civile - dichiara Marco Moroni, segretario generale del Sapaf, Sindacato autonomo polizia ambientale e forestale - Ci ritroveremo in un ordinamento militare, dove il nostro ruolo sarà totalmente avvilito. Si pensi che i carabinieri potranno transitare, lavorativamente, nelle 1000 stazioni del corpo, mentre il nostro personale non potrà passare da loro».



LE SISTEMAZIONI

I forestali con preparazione specifica saranno - secondo la bozza del decreto - essere destinati anche ad altri Corpi: 70 ai Vigili del fuoco, 30 alla Guardia di finanza, 120 alla polizia di Stato. «Si è fatto tutto questo per risparmiare - continua Moroni - ma non ci sarà un risparmio reale. Si dovranno spendere soldi per rifare tutte le divise, per rifare i colori alle auto, cambiare i cartelli. Il Cfs costa circa 30 milioni di euro l’anno al netto degli stipendi, mentre entrano 28 milioni di euro attraverso le sanzioni emesse».



Per la giornata di oggi, Cgil, Cisl e Uil hanno convocato un’assemblea nazionale presso il ministero delle Politiche agricole. E anche il sindacato Ugl si è unito al coro della protesta. Mentre il Sapaf spiega di aver chiesto un incontro con il premier Renzi e con il ministro Madia, e di essere intenzionato a rivolgersi alla Corte europea che già in passato aveva mostrato sensibilità a questioni del genere.