Governo: in arrivo i tagli agli sconti fiscali su agricoltura, energia e trasporti

Giovanni Tria
di Andrea Bassi
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Lunedì 18 Giugno 2018, 00:13 - Ultimo aggiornamento: 22:46
Il taglio dei “sussidi” e degli “sconti fiscali” indicato dal governo come una delle strade principali per coprire le costose promesse elettorali, partirà da quelle detrazioni e da quegli aiuti alle imprese considerati «dannosi» per l’ambiente. Lo stesso ministero dell’ambiente ha già stilato un «catalogo» dei sussidi considerati “cattivi”, che nel complesso valgono 16,1 miliardi di euro. Un lungo elenco che comprende 57 misure, alcune delle quali politicamente sensibili, per cui la scelta finale su quali potranno essere davvero intaccate e quali no, non sarà presa soltanto dal ministro dell’Economia Giovanni Tria, ma dovrà passare il vaglio di Matteo Salvini e Luigi Di Maio.

L’obiettivo ritenuto «plausibile», sarebbe quello di recuperare dallo sfoltimento dei sussidi dannosi per l’ambiente tra i due e i tre miliardi di euro. Ma quali sono i principali “sconti fiscali” considerati dannosi per l’ambiente? Il sussidio più oneroso, come emerge dal dossier del ministero dell’Ambiente, è il differenziale di accisa tra benzina e gasolio (molto più bassa per il gasolio), che nel trasporto auto passeggeri incide per circa 5 miliardi di mancato gettito (circa 6 miliardi includendo anche l’Iva).

Ma si tratta di una voce sulla quale potrebbe risultare difficile intervenire con la mannaia perché si tradurrebbe, automaticamente, in un aumento del gasolio alla pompa. In Italia, nonostante gli scandali sul diesel, oltre il 57% dei 37 milioni di auto circolanti è alimentato a gasolio. L’ipotesi, coerente con il contratto di programma che prevede incentivi per l’acquisto di auto elettriche, potrebbe essere quello di tagliare progressivamente il sussidio e utilizzare il maggior gettito proprio per questi incentivi. 

LE VOCI
Diesel a parte, i sussidi dannosi per l’ambiente catalogati nel dossier del ministero, si articolano in quattro categorie: agricoltura, energia, trasporto e Iva. Le due principali voci sono l’energia (che da sola vale oltre 11 miliardi) e l’Iva (3,5 miliardi). Oltre alle agevolazioni sul diesel per l’auto, nell’elenco dei sussidi energetici dannosi ci sono anche gli sconti (1,5 miliardi di euro) al carburante per gli aerei e quelli (456 milioni di euro) per il trasporto marittimo. Ed ancora, i quasi 1,3 miliardi di euro della riduzione delle accise per l’autotrasporto e gli 830 milioni del gasolio per l’agricoltura. Ci sono anche i 654 milioni di quote gratuite di diritti di emissione assicurati ad alcune aziende. Ma in questo caso un taglio comporterebbe il rischio, ammettono gli stessi tecnici, di delocalizzazioni. Restano poi ancora 310 milioni del cosiddetto “Cip6”, l’incentivo erogato alla produzione di energia «assimilata» alle rinnovabili ma di fatto inquinante. 

IL SECONDO PASSAGGIO
C’è poi il capitolo degli sconti sull’Iva. L’agevolazione del 4%, per esempio, riguarda tutti i fertilizzanti usati in agricoltura indipendentemente dagli effetti ambientali derivanti dal loro uso. Uno sconto che da solo vale 447 milioni. 
Il taglio dei sussidi dannosi sarà, tuttavia, soltanto un primo passaggio. La sforbiciata più rilevante delle tax expenditures è legata alla riforma fiscale e all’introduzione della flat tax. L’impianto previsto dal progetto della Lega prevede infatti, che in cambio della doppia aliquota del 15% e del 20% sui redditi, scompaiano tutte le detrazioni e deduzioni che oggi abbattono l’imposta, da quella sul lavoro dipendente fino alle spese sanitarie. Le uniche a sopravvivere sarebbero gli sconti sui mutui per l’acquisto della prima casa e quelli sulle ristrutturazioni. Secondo uno studio fatto dai Commercialisti gli italiani hanno detratto dai redditi dichiarati nel 2017 ben 102 miliardi di euro. 
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