Giro d’Italia, ora è a rischio la partenza da Gerusalemme

Giro d’Italia, ora è a rischio la partenza da Gerusalemme
di Francesca Monzone
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Mercoledì 13 Dicembre 2017, 00:01 - Ultimo aggiornamento: 18:17
Il terrorismo e le questioni politiche internazionali colpiscono anche lo sport. Questa volta a finire sotto l’occhio del ciclone è il Giro d’Italia che per l’edizione numero 101, quella del 2018, potrebbe veder sfumare la storica partenza da Gerusalemme il prossimo 4 maggio. La Rai, che detiene i diritti televisivi del Giro, ha annullato tutte le partenze per Gerusalemme dove la prossima settimana i tecnici di viale Mazzini avrebbero dovuto effettuare i sopralluoghi per le riprese delle tre tappe in Israele.

A quanto pare la stessa Farnesina avrebbe invitato la tv di Stato a non inviare personale in quella zona: si legge infatti dalla pagina del sito del Ministero degli Esteri di elevare la soglia di attenzione per i nostri connazionali a Gerusalemme e Cisgiordania e di evitare luoghi affollati nonché l’utilizzo di autobus o taxi collettivi.

LETTERA AL PAPA
La corsa “rosa” in Israele ha in programma tre tappe, una a Gerusalemme con una cronometro proprio nella città vecchia considerata attualmente zona ad alto rischio per attentati; una seconda frazione da Haifa a Tel Aviv e l’ultima da Be’ Er Sheva a Eilat. La stampa sportiva internazionale nei giorni scorsi proprio riguardo la partenza del Giro d’Italia da Israele ha ricevuto comunicati provenienti dall’organizzazione belga ECCP Brussels e dalla Palestinian BDS National Committee attraverso le quali si stanno raccogliendo firme per evitare che la corsa passi da quei Paesi. È stata scritta una lettera anche a Papa Francesco nella quale si chiede di prendere le distanze dall’evento sportivo.

La corsa a tappe italiana per il 2018 ha ideato un percorso speciale: non solo ha scelto di partire fuori dall’Europa, ma come tappa finale ha scelto Roma volendo accostare così due città così importanti dal punto di vista storico, religioso e politico, ossia Roma e Gerusalemme. Questi, però, momenti di grande conflittualità in Medio oriente: sono tempi di intifada, giorni di missili e di battaglia, di violenze e di morti.

Lo sport purtroppo negli ultimi due anni è stato già coinvolto negli atti terroristici: è stato costretto ad annullare importanti partite di calcio oppure cambiare sede di grandi eventi sportivi, come nel 2016 quando i campionati Europei di ciclismo, che dovevano svolgersi a Nizza, vennero spostati a Plumelec in zona completamente opposta del Paese in seguito all’attentato del 14 luglio nella città francese. Prima ancora a rischio fu il Giro delle Fiandre dopo l’attentato all’aeroporto di Bruxelles e in quello stesso anno si temeva anche per l’arrivo a Parigi del Tour de France tanto che le misure di sicurezza furono imponenti e tutta l’area venne chiusa e presidiata due giorni prima dell’arrivo della corsa. Come non dimenticare poi l’attentato alla maratona di Boston nel 2013, dove morirono tre persone e i feriti furono oltre duecento.

ALCUNE REGIONI CANDIDATE
Gli organizzatori della corsa rosa non hanno detto nulla riguardo una possibile variazione del programma e un trasferimento della partenza da Israele, ma sicuramente avranno ideato un piano alternativo. A quanto pare ci sono regioni come la Puglia, la Toscana e l’Emilia che si sono già offerte di ospitare le eventuali tre tappe iniziali che non verrebbero disputate all’estero, ovvero in Israele. Se venisse meno la partenza dall’estero a quel punto si potrebbe ipotizzare un via direttamente dalla Sicilia che attualmente è la sede scelta per la partenza della quarta tappa della corsa italiana.
 
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