Fini, la parabola dei Tullianos che ha inguaiato Gianfranco

Fini, la parabola dei Tullianos che ha inguaiato Gianfranco
di Mario Ajello
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 15 Febbraio 2017, 00:00 - Ultimo aggiornamento: 16 Febbraio, 08:50


ROMA I tassisti romani, quando passano da Val Cannuta, non si trattengono ed esagerano un po’: «A dotto’, lo sa che questa zona è tutta dei Tullianos? Hanno comprato interi condomini». I Tullianos, cioè i Tulliani, la famiglia della moglie di Gianfranco Fini, non hanno certo giovato ai destini politici dell’ex presidente di An. Anche se lui, ora accusato di riciclaggio insieme agli altri, si è sempre proclamato ignaro di ogni vicenda truffaldina dei suoi familiari. Soldi che vanno, soldi che vengono, e «nessuno m’ha mai detto niente». Neppure della famosa casa di Montecarlo, che - così è venuto fuori - An aveva venduto alla società Timara Ltd riconducibile secondo i pm a Elisabetta, ossia alla moglie di Fini, in combutta con il fratello Giancarlo. 
I Tullianos sono allo stesso tempo family e holding. Oltre che simbolo generonico di come dal niente - papà Sergio ex impiegato dell’Enel, mamma Francesca casalinga - si possa arrivare ai milioni da investire tra mattone e altre attività. Luciano Gaucci, l’ex patron del Perugia, il vulcanico Big Luciano, è stato la fortuna di questo nucleo ben affiatato di scalatori sociali. E Fini, in questa family, che funzione ha? Lui, il 14 dicembre 2016, appena è saltato fuori che la casa di Montecarlo l’aveva comprata in incognito la sua Elisabetta senza dirgli niente, ha dato questa versione diventata proverbiale: «Io non sono corrotto, però non è piacevole a 65 anni scoprire di essere un coglione». 

LE ORIGINI
E comunque, i Tullianos cominciano andreottiani. O almeno papà Sergio si è sempre detto intimo del Divo Giulio, anche se nessuno se lo ricorda in quel giro. Ma la mente di tutto è mamma Francesca. «Comanda lei in quella famiglia, è la Regina Madre», assicura Gaucci, che conobbe Ely tramite suo figlio, compagno di scuola della Tulliani. Narra ancora Big Luciano: «Una volta la madre di Elisabetta mi voleva togliere perfino la macchina. Io protestai: sarà tua quando te la compri!». Gaucci sostiene di essere stato raggirato dai Tullianos a quei tempi («Mi usavano come un bancomat»), loro invece motivano le origini della fortuna con una mega vittoria di due miliardi di lire all’Enalotto. Poi sarebbe arrivato tutto il resto compreso il rapporto strettissimo e causa di guai a ripetizione con il re internazionale delle slot machine, Francesco Corallo, arrestato per riciclaggio. Gustoso l’episodio allo stadio di Viterbo. La squadra la gestiva Ely per conto dell’amato Lucianone. I Tullianos, in rapporti anche con il potentissimo Frank Stella, invitano il fondatore della Niaf, l’associazione degli Italo-americani, a vedere la partita della Viterbese e gli fanno trovare sugli spalti un mega striscione (era in corso la campagna elettorale negli States fra George Bush e Al Gore nel 2000) con su scritto: «The italian people for Bush for president». Tifosi perplessi, ma vabbè. E quando Giancarlo arrivava rombante a bordo della Porsche a Viale Mazzini, saliva al Settimo Piano del palazzo Rai e, per piazzare i prodotti della società televisiva di famiglia, si vantava della sua parentela con l’inconsapevole Fini? Oppure quando, sempre lui, fratello e socio di Ely, fece licenziare il direttore generale della Viterbese - di cui i Tullianos sfondarono il bilancio - colpevole di aver difeso un magazziniere che non aveva dato al rampollo una divisa della squadra che gli stesse attillata e lo facesse ben figurare in campo insieme ai calciatori? 
La grande intuizione dei Tullianos senior è stata comunque quella di puntare sul fascino di Ely. La mettono in una scuola per ricchi, il Nazareno, e da lì comincia la sua scalata negli ambienti giusti. La ragazza diventerà avvocato, presentatrice e giornalista televisiva, inviata di UnoMattina. Sempre tramite Gaucci, diventa presidente della Sambenedettese calcio e nel 2001 consigliere d’amministrazione del Perugia. Nel 2004, col padre e col fratello, fonda Wind Rose International, una società che opera a livello internazionale nella compravendita di immobili. Il contenzioso dei Tullianos con il vulcanico ex patron del Perugia è abbastanza noto. Gaucci rivoleva indietro il tesoro che secondo lui avrebbe affidato a Ely, perché non finisse nelle mani del fisco: 5 appartamenti nel cuore di Roma, gioielli, terreni, 5 auto molto poco utilitarie, e un po’ di quadri di valore, compresi De Chirico e Guttuso. Il tribunale ha dato ragione a Elisabetta e alla sua famiglia, dicendo che non c’è testimonianza scritta di questi prestiti. 

GLI INCIAMPI
Ricchezza, dunque, abbastanza. Peripezie infinite. Inciampi continui. Inchieste, ovvie. E in tutto ciò Fini, a cui Ely ha dato due figlie e una storia d’amore, ha sempre ribadito: «Non mi hanno mai detto niente di queste cose». Non deve essergli sfuggito, però, che da quando l’ex presidente di An e vicepremier ha conosciuto i Tullianos la sua parabola è stata decrescente. «Non c’è dubbio - ammette Gianfranco - che io abbia pagato un prezzo salato, pur non riconoscendo a me stesso nessuna responsabilità personale, se non... familiare». 
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA