Geert Wilders: «L’Europa deve sparire più potere alle nazioni»

Geert Wilders: «L’Europa deve sparire più potere alle nazioni»
di Francesca Pierantozzi
3 Minuti di Lettura
Domenica 12 Marzo 2017, 00:01 - Ultimo aggiornamento: 13 Marzo, 08:20
«Ancora domande! ancora giornalisti!», Geert Wilders ha il sorriso un po’ tirato, e si scusa con il gruppo di fan che lo aspetta per farsi autografare un volantino con lo slogan della campagna: “L’Olanda deve tornare nostra”. Il leader del Partito della libertà è piuttosto avaro di interviste, ma quando si presta all’esercizio, lo fa con applicazione e scandendo bene le parole. Le domande sull’Europa non sono le sue preferite. Gli elettori preferiscono parlare di lotta all’assistenzialismo, alla criminalità, protezione dei valori. Sull’Europa preferiscono sorvolare. Molti di quelli che lo voteranno in Europa ci resterebbero comunque volentieri. Ma Wilders non sembra intenzionato a smussare il suo programma, che sull’Euro, sulla Ue e sull’idea stessa di Europa è molto chiaro.

Molti paesi europei, Italia compresa, si battono per modificare l’orientamento delle politiche europee. Perché buttare via l’idea stessa di Europa? Non è un tornare indietro, a un passato in cui non si stava necessariamente meglio?
«No, l’Europa non è riformabile. L’Europa è un’unione politica, così è stata costruita, è la sua natura, resterà per sempre un’unione politica, qualsiasi riforma o cambio di direzione ci spossa essere. E questo non va bene, è inaccettabile. Invece di riformare, o di discutere, o di trovare un accordo, è molto più semplice ed efficace riprenderci il potere che ci appartiene. Io voglio essere responsabile del mio destino, non posso accettare che altri decidano per me, che si tratti di politiche dell’immigrazione, di chi deve o non deve entrare in casa mia, di economia, di tutto. Possiamo lavorare insieme con gli altri paesi europei. Questo senz’altro. Come fa la Svizzera. Un rapporto di cooperazione che funzionerà benissimo».

L’Europa è nata alla fine della Seconda Guerra Mondiale per evitare che la guerra devastasse di nuovo il continente. Proteggere le popolazioni non significa anche e prima di tutto proteggerle dalla guerra?
«No, non penso affatto che l’Europa, in quanto unione politica, sia nata per evitare la guerra. È un’interpretazione che non ho mai condiviso e che è falsa. L’Europa non serve per garantire la pace. A garantire la pace ci pensa la Nato. L’Alleanza atlantica è stata pensata e costruita per questo, per evitare la guerra e se necessario per difenderci. Pensare che questo sia il ruolo dell’Unione politica dell’Europa è un totale fraintendimento. Non abbiamo bisogno dell’Unione Europea, non ci porta la pace, non ci porta niente, ci toglie soltanto la nostra sovranità. E noi la nostra sovranità, la rivogliamo indietro».

Tornare al fiorino significherà più prosperità per il suo paese?
«L’Euro, come pure l’Unione Europea, sono come alla fine dell’Impero romano. La fine è già cominciata. Tra pochi anni non esisteranno più. Non so quanto tempo ci vorrà perché crollino, due anni, forse dieci, ma questo avverrà. L’Europa, come insieme di stati, è la mia casa, il mio continente, il posto dove vivo. Ma non l’Unione europea in quanto organizzazione politica e burocratica. Di questa ci possiamo e ci dobbiamo liberare».

È aperta crisi tra Olanda e Turchia. Anche Germania e Austria hanno deciso di non autorizzare la visita del ministro Cavusoglu. Che ne pensa?
«È già un primo passo».

 
© RIPRODUZIONE RISERVATA