Gabbani’s karma: «Piedi per terra»

Gabbani’s karma: «Piedi per terra»
di Marco Molendini
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Sabato 25 Febbraio 2017, 00:00 - Ultimo aggiornamento: 3 Marzo, 17:07
«Intellettuali nei caffè, internettologi, soci onorari al gruppo dei selfisti anonimi», la Gabbanite da due settimane non conosce freni. Un’epidemia contagiosa, una frenesia collettiva. Una tempesta. «Sono frastornato» confessa Francesco Gabbani. E non potrebbe essere altrimenti. La sua canzone più che un tormentone è una tormenta, anche di numeri che continuano a crescere: 28 milioni di visualizzazioni su you tube («è il trentasettesimo video più visto al mondo» conferma Francesco), 25 mila copie vendute del singolo, primo su itunes, nell’airplay radiofonico, nella hit parade, tre milioni e mezzo di ascolti su Spotify, dove è in testa nella classifica virale (ma è secondo in Svizzera, quarto in Spagna, quinto in Svezia, sesto in Germania). Sanremo non viveva un Dopofestival così dal Medio Evo. E a tutto ciò si è aggiunto un ulteriore effetto: il libro di Desmond Morris, “La scimmia nuda”, a cui Gabbani si è ispirato per il testo assieme al suo partner Fabio Ilacqua, ha avuto un’impennata di vendite: «Surreale: il libro è finito primo su Amazon. E Morris mi ha scritto per ringraziarmi. Una email arrivata tramite la sua casa editrice la Bompiani. E ha promesso di mandarmi una prima edizione con un suo collage firmato in cui ha incollato la mia foto sul muso della scimmia. Morris mi ha anche fatto sapere che mi seguirà quando andrò all’Eurofestival».
Allora ha deciso. Si va a Kiev il 20 maggio?
«Non so ancora se nel testo inserirò delle parti in inglese per rendere la canzone più internazionale e neppure se ripeterò il balletto con la scimmia».
In tutto questo putiferio è riuscito a trovare un po’ di tranquillità? Magari facendo con un po’ di yoga.
«Non ho neppure tempo per rendermene conto, non riesco a leggere neanche i giornali. Ma per fortuna ho un carattere riflessivo, anche se non faccio yoga. Piuttosto, mi dico che devo stare tranquillo, seguo una dieta vegetariana e, per svagarmi, dipingo. Ho provato anche a fare un’analisi scientifica del perché di tutto questo successo».
Risultato?
«Al di là del potenziale della canzone, della sua energia, del balletto, del bisogno di leggerezza che c’è in giro, c’è stata la somma di una serie di componenti. Mi piace pensare, citando Battiato e il mistico Willis Jaeger, che la somma delle parti sia una componente aggiunta non identificabile».
Dopo la vittoria a Sanremo si era dato un tempo di decantazione per fare il nuovo disco.
«Infatti sono a Milano in studio, con Luca Chiaravalli e mio fratello Filippo. Diversi brani sono già in preproduzione».
Avrà addosso occhi e orecchie di tutti.
«Per questo stiamo smussando tutti gli angoli, ma non voglio farmi aggredire dagli avvenimenti, anche se l’album uscirà in tempo per l’Eurofestival».
Intanto Occidentali’s karma imperversa: viene citata da tutti, dalla politica alle parodie. Ne hanno fatta una anche con Renzi.
«A Osaka, in Giappone hanno aperto persino un festival musicale con il balletto della scimmia e ho saputo che il parroco del Duomo di Carrara mi ha dedicato un’omelia. La parodia che mi ha divertito di più è quella del carnevale di Viareggio, è buffa ed è stata una delle più cantate. L’anno prossimo diventerò un carro della sfilata anche io. Del resto lo aveva detto Andreotti: «Se non sei sul carro di Viareggio non sei nessuno».
Dopo disco e Eurofestival dovrà buttarsi in pista dal vivo, quello sarà un bel banco di prova.
«I concerti non li farò prima della fine di giugno. Le richieste sono tante. Voglio far vedere che sono capace di andare oltre, che sono un musicista vero. Comunque io sono come San Tommaso prima voglio vedere. La storia è piena di casi eclatanti che si sono risolti in una bolla di sapone».
In tutto questo peana quale è stato il complimento che le ha fatto più piacere?
«Forse quello di mio padre che è in uno stato emozionale molto forte. E’ contento anche perché vede che il successo coinvolge sia me che mio fratello. Ha capito che siamo ragazzi con la testa sulle spalle».
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