G20 l’anno prossimo a Roma, il piano per il rilancio Capitale

G20 l’anno prossimo a Roma, il piano per il rilancio Capitale
di Simone Canettieri
3 Minuti di Lettura
Domenica 1 Marzo 2020, 01:03 - Ultimo aggiornamento: 02:15
Caput mundi. Ma questa volta non sarà un’espressione stereotipata o da libri di storia: Roma è pronta ospitare la riunione dei Grandi della Terra in occasione del G20 dell’anno prossimo, che sarà presieduto dall’Italia per la prima volta. 

Dai tavoli tecnici attivati alla Farnesina e a Palazzo Chigi sta prendendo forza proprio questa ipotesi: celebrare nella Capitale l’incontro annuale dei capi di stato e di governo dei Paesi con le economie più importanti e dalla maggiore crescita. 


Un’occasione di visibilità planetaria che il premier Conte ha deciso di affidare proprio a Roma, destinata a trasformarsi per alcuni giorni, per via degli ospiti, nella città più blindata e più guardata del pianeta.

LA DATA
C’è anche un periodo di massima su cui stanno lavorando i vertici della presidenza del Consiglio e del ministero degli Esteri: novembre 2021. Cosa significa politicamente questa data per la Città Eterna? 
Semplice: il G20 sarà la prova del fuoco e il debutto in grande stile del nuovo inquilino del Campidoglio. Toccherà al nuovo sindaco gestire la pratica sotto tutti i punti di vista: dalla viabilità alla pulizia delle strade, passando per il decoro del centro storico. È quasi scontato sottolineare che l’appuntamento facesse, e faccia tuttora, molto gola a Virginia Raggi: in caso di un G20 in primavera, infatti, sarebbe stata la grillina a coordinare la macchina del grande evento. Per non parlare dei finanziamenti e del ritorno mediatico di chi, da padrone di casa, stringe la mano ai capi di stato e di governo più importanti del mondo: dal nuovo (o riconfermato) presidente degli Stati uniti passando per Macron, Abe Shinzō, Xi Jinping e via discorrendo. 

Nella decisione di novembre, dunque post elezioni di Roma, c’è anche l’interesse del governo giallorosso di non creare polemiche all’interno della maggioranza. Anticiparlo, appunto, alla primavera non avrebbe trovato d’accordo la delegazione del Pd, pronta a sottolineare il “favore” all’attuale sindaca che continua a cullare il sogno di ricandidarsi per centrare uno storico quanto complicato bis. Quale miglior viatico? 
La situazione sul primo G20 presieduto dall’Italia è in forte evoluzione. E, com’è ovvio che sia, sarà molto vincolato all’emergenza Coronavirus. Come confermano in queste ore alla Farnesina: «Stiamo facendo ragionamenti e riunioni con uno schema di ritorno alla tranquillità per tutti». 

Sempre sulla data di novembre occorre fare un’altra riflessione: il mese è sì frutto di una mediazione interna alla coalizione Pd–M5S, ma anche il rispetto di una nuova consuetudine. Quest’anno il G20 si svolge a Riad, capitale dell’Arabia Saudita, da sabato 21 novembre a domenica 22. 
Un summit che rischia di saltare, appunto, per via del virus. Tutte eventualità che vanno tenute a mente, ma intanto l’Italia sta pensando al suo turno, quello dell’anno successivo. 

I LUOGHI
Sul «dove» c’è ancora un grande punto interrogativo. Perché, da quanto confermano fonti di governo a Il Messaggero, questa fondamentale pratica del dossier non è stata ancora affrontata. Di sicuro servirà «uno spazio o un’area molto, molto vasta per ospitare le delegazioni dei 20». La suggestione, ma al momento tale rimane, riguarda la possibilità di uno storico tris: portare i big della Terra in Campidoglio nella sala degli Orazi e Curiazi dove nel 1957 si firmarono i trattati europei e sempre dove, tre anni fa, si sono ritrovati i 27 dell’Europa per l’anniversario dei 60 anni.

Nel 2017 c’era Raggi, l’anno prossimo a novembre non si sa chi accoglierà il Gruppo dei 20 Ma questa sfida rischia di diventare il primo vero assillo dei nuovi amministratori, oltre a una vetrina incredibile per Roma, alla ricerca di riscossa per rinverdire i fasti dell’Urbe. Caput mundi, appunto. 
© RIPRODUZIONE RISERVATA