Vichy e la guerra sporca la Francia svela i segreti

Vichy e la guerra sporca la Francia svela i segreti
di Francesca Pierantozzi
4 Minuti di Lettura
Lunedì 28 Dicembre 2015, 23:48
PARIGI La Francia apre gli archivi di Vichy, spalanca la memoria del suo passato più difficile a tutti, non soltanto agli storici e ai ricercatori, ma ai cittadini, ai figli dei deportati, ai nipoti dei partigiani fucilati, ai figli e nipoti dei delatori, delle spie, dei poliziotti e gendarmi della Francia che collaborò con la Germania nazista di Hitler. Il decreto che autorizza la consultazione degli archivi della polizia e della giustizia del regime di Vichy del maresciallo Pétain e di quello della «transizione» dalla Francia occupata alla République, è stato firmato dal premier Manuel Valls il 24 dicembre ed è entrato in vigore da ieri.

LA VERITÀ DOPO 70 ANNIDa ieri si possono consultare gli atti dell'arresto di Jean Moulin, il capo della resistenza francese, catturato il 21 giugno 1943 alla periferia di Lione, da ieri qualsiasi cittadino francese potrà leggere i rendiconti della polizia della retata del Vél' d'Hiv', la notte più buia della storia di Francia, quando, tra il 16 e il 17 luglio 1942 più di 13mila francesi, quasi tutti ebrei, oltre 4mila bambini, furono arrestati a Parigi. Meno di cento tornarono dai campi di sterminio. Alla retata parteciparono 7mila gendarmi, francesi anche loro. Per gli storici, ma anche per tanti semplici cittadini, la decisione di aprire gli archivi è un gesto storico, di «liberazione».



Annette Wieviorka, una delle maggiori storiche francesi del periodo della seconda guerra mondiale, ha salutato una decisione che consentirà di «moltiplicare gli studi non soltanto sulla guerra, ma anche sul periodo immediatamente successivo. Si potranno rinnovare gli studi sull'epurazione e sulla transizione tra il periodo dell'occupazione tedesca e del regime di Vichy e il ritorno alla République». I documenti ormai accessibili a tutti (e finora consultabili soltanto su richiesta motivata da parte di ricercatori) sono «gli archivi dei tribunali speciali di Vichy, gli archivi relativi alle ricerche dei criminali di guerra nazisti, gli archivi dei tribunali speciali della Liberazione». Semplici cittadini potranno leggere anche i verbali delle inchieste realizzate dai servizi della polizia giudiziaria tra il 3 settembre 1939 e l'8 maggio 1945.

Altro aspetto finora poco studiato che l'apertura degli archivi consentirà di chiarire è quello delle «condanne per indegnità nazionale» pronunciate alla fine della guerra da alcuni «tribunali civici». Le condanne prevedevano anche il ritiro della nazionalità, decisione applicata anche agli ebrei prima della guerra e di cui si discute ferocemente anche oggi, dopo la proposta di François Hollande di voler ritirare la nazionalità ai francesi condannati per terrorismo. E' stato lo storico Gilles Morin a lanciare lo scorso maggio una petizione indirizzata al presidente della Repubblica per togliere tutti i lucchetti alle carte di Vichy. Sull'arresto di Jean Moulin, per esempio, Morin si aspetta nuove scoperte: «fino ad oggi abbiamo avuto soltanto testimonianze, adesso potremo leggere i verbali del processo, le note della polizia e anche quelle del Consiglio della resistenza».

I RAPPORTI CON LA GESTAPO E ancora di più: si potranno sfogliare i documenti sulle brigate speciali francesi incaricate di catturare i partigiani, i comunisti, gli ebrei. Per la storica Sophie Coeuré, potranno emergere «nuove conoscenze anche sui meccanismi del funzionamento della Gestapo a Parigi, sui rapporti tra i differenti poteri e amministrazioni, e infine sul modo in cui i francesi, immediatamente dopo il '45 hanno dato la caccia ai criminali di guerra in Germania e in Austria». Ci sono voluti 50 anni alla Francia per riconoscere la macchia di Vichy.

Il 16 luglio 1995, pochi mesi dopo essere stato eletto all'Eliseo, Jacques Chirac ruppe con la tradizione di ambiguità dei suoi predecessori che avevano sempre occultato la «parentesi» di Vichy in nome dell'unità nazionale. «Quel periodo nero è una macchia indelebile nella nostra storia, un'ingiuria al nostro passato - disse Chirac - la follia criminale dell'occupante fu, lo sappiamo tutti, assecondata dai francesi, assecondata dallo Stato francese.
La Francia, patria dei Lumi, patria dei Diritti dell'Uomo, terra d'asilo, la Francia, quei giorni, compiva l'irreparabile».
© RIPRODUZIONE RISERVATA