Francesca Michielin: «Canto il mio futuro»

Francesca Michielin: «Canto il mio futuro»
di Marco Molendini
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Giovedì 25 Febbraio 2016, 00:03 - Ultimo aggiornamento: 3 Marzo, 10:36

È la sorpresa di Sanremo, Francesca Michielin. La ragazza del Festival s'è fatta largo a passi felpati, col suo sguardo timido e l'aria sicura. Ha scalato le classifiche dell'Ariston, arrivando seconda, e ora sta scalando quelle del dopo gara. La sua "Nessun grado di separazione", pezzo orecchiabile ma non banale, è la più gettonata fra le canzoni dell'Ariston, prima nelle charts Nielsen, prima su itunes, prima nell'airplay radiofonico. Merito di una ragazza uscita dai talent con la voglia di non farsi omologare. Aveva solo 16 anni, quando vinse “X Factor” e si ritrovò con un contratto discografico, tour, orari impossibili, la difficoltà di continuare gli studi normalmente. La ragazza di Sanremo, però, ha le spalle larghe ed è riuscita a superare i contraccolpi del successo improvviso. Eccola ora far festa. Festa doppia, visto che proprio oggi è il suo compleanno, mentre sbarca a Roma per l'inevitabile giro promozionale: stasera è ospite della Feltrinelli sull'Appia, dove offrirà anche un mini live per illustrare il nuovo album che ha chiamato "Di20are".

Francesca, intanto gli anni diventano 21.
«La precisione sarebbe stata poco poetica. Quel titolo resta giocato sui miei vent'anni e sulla voglia di proiettarmi nel futuro».

Un futuro pieno di cose, visto come è andata a Sanremo.
«Arrivare alla mia età seconda dietro gli Stadio è stato un onore. Poi ci sono state le risposte del pubblico. Sono contenta di cominciare l'anno così».
 
“Nessun grado di separazione” all'Ariston si è fatta largo giorno dopo giorno.
«Forse il testo non è stato capito immediatamente. Non tratta l'amore classico, è anche essere un messaggio, un invito a unirsi, evitando le demarcazioni. Credo che sia un bel testo. E, se arriva piano piano, non mi dispiace».

A marzo tornerà in tour.
«Dal 12 nei club, riprendendo il giro solitario "Nice to meet you". Ricanterò il disco ma in forma elettroacustica, accompagnandomi con cinque strumenti».

Farà vedere che con la musica ci sa fare.
«A 9 anni studiavo il piano, a 12 sono passata al basso elettrico».

Uno strumento singolare per una ragazza.
«Tutto nasce dalla mia passione per il jazz e in particolare per Jaco Pastorious».

Il grande maestro del basso elettrico, colonna di un'edizione storica degli Weather report.
«Mi piaceva molto la sua musica. Poi mi sono interessata al funk rock, e al punk».

Che altri strumenti porterà nei suoi live solitari?
«La chitarra, che ho cominciato a strimpellare dopo aver ascoltato Tracy Chapman. Poi ci sono le percussioni e userò un sottofondo elettronico con il Tc Helicon loop. È un modo per sopperire anche alla mia vocalità, non ho una voce pazzesca alla Whitney Houston. Semmai è particolare la mia timbrica».

Il pubblico, però, la conosce come cantante.
«Il canto è stato una delle ultime cose a cui mi sono dedicata, quando avevo 14 anni. Da bambina mi piacevano Celine Dion e Mariah Carey. Ho frequentato anche un coro gospel. Ho avuto una band punk».

E il canto è diventato la sua professione.
«Ma sto studiando composizione al conservatorio di Venezia».

Non è la musica pop il suo futuro?
«Vorrei scrivere musica per il cinema. È la mia passione».

Grazie a questo Sanremo, però, è dentro un meccanismo a cui non sarà facile rinunciare.
«Questo lavoro per me ha senso solo facendo un passetto in più ogni volta. Non vorrei un giorno guardarmi allo specchio e non riconoscermi più, scoprendo di aver rinunciato a quello che sogno».

A maggio l'aspetta l'Eurovision song festival a Stoccolma.
«Devo ringraziare gli Stadio che hanno rinunciato, dandomi via libera. Vorrei andarci mostrandomi per quello che sono. Per questo farò anche dei concerti da sola. Mi piacerebbe portare in gara una canzone col testo in inglese o solo in parte in inglese. So, però, che i ragazzi del Volo, l'anno scorso, sono arrivati secondi presentandosi all'italiana cantando nel modo classico e melodrammatico».
 

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