«Non siamo bagnini», lo sfregio dei vigili a Fontana di Trevi

«Non siamo bagnini», lo sfregio dei vigili a Fontana di Trevi
di Lorenzo De Cicco
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Lunedì 19 Agosto 2019, 00:20 - Ultimo aggiornamento: 08:31

Non tutti sfoggiano fisici alla Baywatch, ma c’è da dire che il compito sarebbe molto meno delicato: non si tratta di fiondarsi nell’oceano a salvar vite come Dwayne Johnson o Nicole Eggert nella serie cult a stelle e strisce, ma banalmente di evitare che qualche turista un po’ cafone abbordi quel gioiello del tardo Barocco che è Fontana di Trevi, spesso attorniato da bivacchi molesti o spuntini consumati sul ciglio di travertino. Eppure i vigili urbani di Roma sono pronti a incrociare le braccia al grido di «noi i bagnini non li facciamo».

Ce l’hanno con la nuova incombenza prevista dal “Regolamento della Polizia urbana” sfornato a giugno dall’amministrazione di Virginia Raggi. Il nuovo codice dei caschi bianchi, oltre a ribadire che i tuffi, nelle fontane storiche dell’Urbe, sono messi al bando (ma questo avveniva già da anni), mette in fila una sfilza di nuove interdizioni. Tra queste, c’è il divieto permanente di «arrampicarsi, sdraiarsi o sedersi» sulle vasche monumentali. In cima alla lista, per ovvie ragioni, c’è il capolavoro settecentesco di Nicola Salvi, la fontana della Dolce Vita felliniana, «Marcello come here!», attrazione unica e difatti è una delle pochissime vasche sorvegliate h24 dalle pattuglie della Municipale (per dire, alla vicina Barcaccia di piazza di Spagna, il presidio fisso dei vigili “smonta” alle 23 e si rivede l’indomani mattina).

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LE LAMENTELE
Ma evidentemente tenere a bada gli abbordaggi dei visitatori, per i pizzardoni, si è rivelato più faticoso del previsto. Tanto che ora, tramite i sempre agguerriti sindacati interni, chiedono al Campidoglio di dispensarli da questa mansione e di tirare su un sistema di barriere fisse attorno alla fontana, per impedire ai turisti di avvicinarsi. E pazienza se il tradizionale lancio della monetina diventerà missione più ardua, a distanza. «Non possiamo ridurci a fare i bagnini - è convinto Francesco Croce, segretario della Uil Funzione Pubblica di Roma - Serve un’infrastruttura che impedisca ai turisti di sedersi a bordo vasca. Inseguire chi si avvicina alla fontana è un compito che svilisce gli agenti in servizio». Troppa fatica? «Chi fa ironia sullo stare al sole per ore, dovrebbe vedere i colleghi rossi in viso o con i malori. Non si può andare avanti così, servono modifiche, anche per indirizzare i visitatori - prosegue il sindacalista - se c’è un guardrail al lato della strada, l’automobilista evita di fare l’inversione a U, invece vicino alla fontana non c’è niente». Ci sarebbero in realtà proprio i vigili, messi lì apposta per indirizzare chi è di passaggio. Ma per l’appunto l’incarico, che sembrerebbe assolutamente ordinario, si sarebbe rivelato addirittura insostenibile per i diretti interessati, non sempre conosciuti per l’efficienza (un vigile su tre non lavora mai in strada, in 700 su meno di 6mila hanno «inidoneità» che li mettono al riparo dagli incarichi più faticosi).
I NASTRI
Già da qualche giorno, di tanto in tanto, i caschi bianchi hanno preso a srotolare i nastri gialli, modello incidente stradale, intorno a Fontana di Trevi. L’obiettivo è proprio impedire ai visitatori di scendere la breve scalinata, con la possibilità di “agganciare” la vasca. Il motivo? «Sicurezza», rispondeva ieri una vigilessa di piantone, non in vena di spiegazioni. Un collega, seduto nell’auto di servizio, era più generoso di chiarimenti: «La verità è che col nuovo regolamento i turisti non si possono nemmeno sedere, ma noi siamo pochi e non riusciamo a gestire tutta ‘sta gente». E dunque intanto si mette il nastro, aspettando magari il guardrail.
VERTICE IN CAMPIDOGLIO
I sindacati hanno già spedito una lettera alla sindaca Raggi per affrontare le «irrisolte criticità del Personale e dei servizi della Polizia locale» che creerebbero ai vigili «gravi condizioni di disagio». Problemi di gerarchie interne da aggiornare e di mansioni «operative» da rivedere, tra cui appunto i «turni da bagnini», come li chiama il segretario della Uil. Si parla, come extrema ratio, perfino di un possibile «stato di agitazione». La sindaca per ora non si è sbilanciata, ma ha convocato le corporazioni interne per il prossimo 5 settembre, a vacanze finite. Nel frattempo le pattuglie resteranno a piantonare gli scogli di travertino. Magari sognando di dire: addio ai marmi.

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