Fine vita, strappo M5S: «Legge per l’eutanasia». La Lega: fuori contratto

Fine vita, strappo M5S: «Legge per l’eutanasia». La Lega: fuori contratto
di Stefania Piras
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Domenica 16 Settembre 2018, 00:05 - Ultimo aggiornamento: 17 Settembre, 09:22
ROMA Il 20 settembre la proposta di legge targata M5S sull’eutanasia compirà un anno. Per festeggiare chi l’aveva firmata alla Camera, la riproporrà in Senato. Matteo Mantero è stato eletto lì. L’aveva presentata nel 2017, in un’epoca completamente diversa da quella attuale: il MS era opposizione ma era riuscito a far approvare la legge sul biotestamento insieme al Pd e a due soli deputati della Lega ribelli. 

La legge sul fine vita era stata pensata dalla deputata pentastellata Silvio Giordano che ha deciso non ricandidarsi e che è molto sensibile al tema. All’inizio anche lei aveva puntato direttamente all’eutanasia, invece che sul testamento biologico che dà la possibilità ai malati terminali di rifiutare i trattamenti sanitari. Ma una parte del M5S, l’ala più ortodossa, non considera la battaglia conclusa. Anzi, ha deciso di continuarla con Mantero che propone «la somministrazione di farmaci, compiuta da personale medico e sanitario, che metta fine, in modo immediato e indolore, alla vita di una persona giudicata inguaribile». Ma siamo in un contesto completamente diverso: i Cinquestelle sono in maggioranza con la Lega e governano. Non bisogna dimenticare poi che gli iscritti al M5S nel 2016 votarono online a favore della pratica eutanasica. Parteciparono in ventimila e ben 18 mila si espressero pro eutanasia. Nel bel mezzo di quel dibattito, a Napoli, c’è chi faceva notare che il M5S si caratterizzava proprio per battaglie di questo tenore. 

ORTODOSSI NAPOLETANI
«Che M5S e Lega nord possano sostenere un governo insieme è una ipotesi ridicola. Sul biotestamento la Lega nord lo assimila all’eutanasia, fa ostruzionismo, protesta e prova a bocciarlo. Il M5S lo ha proposto, propone pure l’eutanasia ma ritira diversi emendamenti per dare velocemente all’Italia una legge così importante», scriveva l’ignaro attivista. Quel militante (è napoletano, si chiama Dario ed è molto vicino a Fico), ovviamente si è dovuto ricredere. Ma allora perché Mantero rispolvera quella proposta? Anche perché sta ricevendo diversi commenti scettici: «Come pensi di poter affrontare questo tema se siete al governo con la Lega?». 

E però l’altro giorno il presidente della Camera Roberto Fico ha ricevuto gli esponenti dell’Associazione Coscioni che gli hanno consegnato 130mila firme di cittadini a favore della legalizzazione dell’ eutanasia. E si sa che il numero uno di Montecitorio è molto sensibile alle proposte di iniziativa popolare. 

La mossa di Mantero non è solo un ritorno alle origini che in molti dentro i Cinquestelle chiedono. È una mossa politica per lanciare segnali di fumo in Parlamento e quindi leggibile come una prova tecnica di geometrie variabili. Hanno risposto all’appello infatti altri ex compagni di banco di Mantero come l’ex deputato M5S, ora al gruppo Misto-Maie, Andrea Cecconi. E con lui Catello Vitiello, altro deputato eletto con il M5S ma costretto a fare le valigie perché massone. Ma qui si va oltre il Misto chiaramente visto che nel contratto di governo l’eutanasia non è contemplata. Mantero la considera come il naturale proseguimento della «discussione lasciata in sospeso».
«L’anno scorso, lavorando tutti insieme, si è ottenuto un grande risultato sui temi etici - scrive - grazie all’approvazione della legge sul cosiddetto testamento biologico, ma ancora tante persone aspettano risposte che soddisfino le loro esigenze. Questa proposta di legge sarebbe il completamento di quel lavoro».
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