Festa di Roma, Monica Bellucci senza trucco in "Ville Marie": «La bellezza è solo interiore»

Monica Bellucci
di Gloria Satta
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Martedì 20 Ottobre 2015, 21:18 - Ultimo aggiornamento: 25 Ottobre, 14:59

Red carpet finalmente “bollente” grazie a Monica Bellucci, la vera e unica diva della Festa. Tra una settimana l’attrice, 51 anni, tornerà a Roma per presentare Spectre, l’atteso nuovo film della serie 007 in cui, nell’ambito ruolo di Bond Lady accanto a Daniel Craig, interpreta la vedova di un boss mafioso. «E’ una vera rivoluzione aver scelto un’attrice della mia età, rappresenta un omaggio alle donne che non hanno più vent’anni», spiega.

Intanto, all’Auditorium, nel film Ville Marie del canadese Guy Édoin, tutto ambientato a Montreal dove s’incrociano le storie di quattro personaggi dal passato “pesante”, Monica ha un ruolo ultra-drammatico: è una star internazionale che ha un rapporto conflittuale con il figlio ventenne al quale non ha mai rivelato il nome del padre. Tra incidenti, colpi di scena, esistenze fatte di solitudine e rivelazioni, Monica recita anche senza trucco, mostrando il viso bellissimo e non ritoccato. In una scena addirittura canta. A Roma, invece, appare più glamour che mai, pronta, spiritosa. «Le sono bastati quattro giorni per accettare la mia proposta, stentavo a credere che una star come lei avesse deciso di girare il mio film», racconta Édoin, 34 anni.

Ma cosa l’aveva sedotta del progetto? «Quando ho letto la sceneggiatura di Ville Marie ho pianto. Sono rimasta commossa dalla profondità e dalla verità di tutti i personaggi», risponde l’attrice. Lei, che ha due bambine, Deva (11 anni) e Léonie (6) nate dal matrimonio ormai finito con Vincent Cassel, come si è sentita ad interpretare una madre che si scontra con il figlio? «Non sono pratica di maschi, tutto quello che so viene dai racconti delle amiche. I genitori non sempre sono perfetti. Alle mie piccole dico sempre: da mamma e papà prendete il meglio e dimenticate il resto».

EQUILIBRIO

Quanto al suo personaggio che paga il successo con una storia personale tormentata, Monica spiega: «Nessuna, più di chi fa il mio mestiere, sa quanto sia difficile mantenere l’equilibrio tra lavoro e vita privata.

E’ un’impresa. Per fortuna ci ha vendicate Richard Burton che ha detto: un’attrice è più di una donna mentre un attore è meno di un uomo».

Sembra che i 50 anni rappresentino per lei una nuova giovinezza... «Alla mia età la vita non ricomincia, ma continua», sorride. «Non sono molto cambiata. Scelgo sempre con il cuore e con l’istinto i film e i personaggi destinati a farmi crescere come attrice e come donna».

Condivide la battaglia per la parità di genere e salariale intrapresa dalle sue colleghe di Hollywood? «Sì, ma andrebbe estesa a tutti i campi della società. E’ assurdo invocare una legge per ottenere che le donne vengano rispettate. Se penso che solo da pochi anni una madre può dare il proprio cognome ai figli... Ringrazio le femministe che negli anni Settanta hanno conquistato tanti traguardi per noi, ma oggi non ha più senso fare la guerra». E come si dovrebbe raggiungere la parità? «Vedo tanti uomini disperati, hanno bisogno di noi. Cerchiamo il dialogo».

SESSISMO

Molte attrici denunciano: il cinema è sessista. «Quale ambiente di lavoro non lo è?», ribatte Monica. «Ma non dimentichiamo che anche tante donne che hanno il potere si comportano male, non è questione di sesso». Lei non si considera una diva: «Sono gli altri a definirmi così, io sento di essere una persona curiosa, affamata della vita e sempre alla ricerca di cose nuove e belle». Ha le idee chiare anche sul suo ruolo di sex symbol: «La bellezza è un regalo e non un merito, e soprattutto passa. L’anima rimane. E io accetto il tempo che passa con molta serenità, interpretando ruoli di cinquantenne: se m’incaponissi a fare la ventenne dovrei farmi curare da uno psicologo».

Una pausa, un altro sorriso: «Gli anziani sono meravigliosi, adoro la loro saggezza e le loro rughe. Le mie due nonne, alle quali ero legatissima, mi hanno insegnato che la vecchiaia non esiste. Per essere belli bisogna coltivare l’interiorità». Se le sue figlie volessero fare le attrici, le incoraggerebbe? «Certo, il mio mestiere è il più bello del mondo. Ma sono già delle star, cioè stelle che brillano, come tutti i bambini». E lei come si sente? «Una bambina che non cresce mai». Pensa di aver ottenuto quello che desiderava da ragazza? «Sì. La vita che ho mi somiglia. E sono contenta».

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