Fermi gli aiuti agli sfollati. Elicotteri a terra, si indaga

Fermi gli aiuti agli sfollati. Elicotteri a terra, si indaga
di Sara Menafra
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Sabato 21 Gennaio 2017, 00:12 - Ultimo aggiornamento: 23 Gennaio, 01:59
 Spazzaneve che da anni arrivano troppo tardi e che questa volta potrebbero essere stati determinanti nella tragedia dell’hotel Rigopiano. Problemi nei soccorsi dall’aria, anche a causa di elicotteri obbligati alla sosta perché nel passaggio di consegne tra Guardia forestale e Carabinieri qualche maledetta carta è rimasta impigliata negli ingranaggi della burocrazia mentre il centro Italia era assediato da terremoto e neve. E nuovo record degli sfollati, oltre 11mila, mentre ieri sera le persone senza energia elettrica erano ancora cinquantamila.
Se tra i banchi della maggioranza e le stanze di Palazzo Chigi nessuno ha voglia di alimentare polemiche sulla catena dei soccorsi, è pur vero che a due giorni dalla valanga che ha travolto l’hotel all’ombra del Gran Sasso è difficile rimettere tutti i tasselli al loro posto per dimostrare che ogni cosa ha funzionato alla perfezione. E infatti, alla fine dell’emergenza, il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, avvierà un’inchiesta per accertare se ci siano stati ritardi nella conversione degli elicotteri in dotazione alla ex Guardia forestale che ora passano all’Arma. Mentre anche tra i soccorritori qualcuno ammette, in particolare nella Protezione civile abruzzese, che i soccorsi sono partiti troppo in ritardo perché l’emergenza neve era stata sottovalutata.

GLI ELICOTTERI
Il capitolo più spinoso è proprio quello del soccorso aereo. Fino al passaggio di uomini e mezzi della Guardia forestale (civili) ai Carabinieri (militari) l’aeroporto di Rieti, il più vicino al luogo della valanga di Farindola e delle zone colpite dall’estenuante sciame sismico iniziato ad agosto, è stato sempre sede soprattutto degli elicotteri “verdi”. Al Ciuffelli ce ne sono circa 12, tra i diversi modelli. Di questi, solo due sono effettivamente a disposizione dei Carabinieri con la “divisa” nera e rossa, anche se nella giornata di giovedì nessuno di questi è riuscito a partire in direzione di Farindola. Tutti quelli della Forestale, invece, non possono alzarsi in volo. Tre forse lo faranno nelle prossime ore, quando arriverà finalmente l’immatricolazione che li passa da civili a militari, elemento fondamentale per consentire loro di volare (quello formale della mancanza delle insegne con su scritto Carabinieri è ovviamente aggirabile in condizioni di emergenza come queste). Nelle ore passate, però, i problemi sono stati tanti, denunciano i sindacati dell’ex corpo forestale. L’aeroporto reatino ospita tre modelli, l’Nh500, l’Ab412 e l’A109. Se si escludono gli Ab412 che sono sempre stati dei carabinieri e ruotano tra Rieti e Pescara, gli Nh500 nel corso della bufera dei giorni scorsi non erano «nelle condizioni di operare nelle condizioni climatiche» e dunque erano a terra e gli Ab412 erano in parte in manutenzione (così come gli A109) e in parte in attesa di ottenere l’immatricolazione che li passa da civili a militari. Per far volare tutti i mezzi così come avveniva prima dell’accorpamento, ci vorranno mesi e circa 5 milioni di euro in dotazioni. E, oltre all’immatricolazione accelerata nelle scorse ore - è attesa per questa mattina - l’approvazione e messa a regime dei decreti attuativi. 

EMERGENZA SFOLLATI
In ogni caso, l’emergenza sfollati è tutt’altro che finita. La miscela di neve e nuove scosse di terremoto non ha dato scampo alle popolazioni che da ad agosto in avanti hanno subito il più lungo sciame sismico mai registrato nel nostro paese. Ieri sera, le persone assistite dalla protezione civile erano di nuovo 11.426. In Abruzzo c’è stato un incremento di 780 persone provenienti dal teramano e ospitate ora negli alberghi di Giulianova, mentre altre 23 persone di Ortolano, frazione di Campotosto, si trovano in alberghi a L’Aquila; nelle Marche risulta un aumento di 458 persone, assistite in strutture comunali; nel Lazio si registra un aumento di 89 persone, 69 assistite in strutture comunali e 20 in albergo; infine, in Umbria risulta un incremento di 64 persone assistite in albergo.

ENERGIA ACQUA E CIBO
Problemi gravi riguardano anche la fornitura di energia elettrica, sempre nelle stesse aree. «Abbiamo raggiunto le persone di cui avevamo segnalazioni, sia via terra che via aerea con gli elicotteri», ha detto il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio. Per l’energia elettrica, dice ancora, sono «47mila le utenze ancora disabilitate in Abruzzo, 2800 nelle Marche, specie ad Ascoli Piceno. In alcuni casi è stato trasportato, sia via terra che via aerea, cibo per animali e restiamo in attesa di segnalazioni delle regioni». L’Enel, in realtà, dice che entro la notte le utenze fuori servizio saranno ridotte a trentamila. Nelle Marche, solo ieri la polizia è riuscita a raggiungere alcuni nuclei familiari che erano rimasti completamente isolati senza acqua, luce e cibo. Per le prossime ore, se non settimane, aumenta intanto il rischio valanghe e inondazioni. Nel fine settimana la temperatura salirà improvvisamente, con forti venti di scirocco. E appena la neve si scioglierà, dicono i geologi che ieri provavano a spiegare e a spiegarsi quel che sta accadendo, il problema sarà il rischio inondazioni. 
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