Federica, subito il processo al fidanzato geloso

Federica, subito il processo al fidanzato geloso
di Valeria Riccioni
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Mercoledì 22 Aprile 2015, 22:24 - Ultimo aggiornamento: 25 Aprile, 19:40
È stato emesso ieri dal tribunale di Civitavecchia il decreto di giudizio immediato per il reato di omicidio volontario aggravato nei confronti di Marco Di Muro, ex fidanzato della sedicenne trovata morta sulla riva del lago di Bracciano il primo novembre 2012. Il gip, Emanuele De Gregorio, ha fissato al 13 luglio prossimo l'udienza per la trattazione davanti alla prima sessione della Corte d'Assise di Roma.



Ad aggravare l'accusa nei confronti del venticinquenne, per il pm Eugenio Rubolino, tre elementi: l'orario notturno, il luogo isolato e la minore età della vittima. Il corpo di Federica Mangiapelo venne trovato all'alba a Vigna di Valle, con la testa nell'acqua. E in quella spiaggia, la sera di Halloween del 2012, c'era andata insieme a Marco Di Muro.

«La decisione del gip non mi stupisce, è prassi fare questo tipo di scelta dell'immediato cautelare - commenta uno degli avvocati di Di Muro, Cesare Gai - Quando mi verrà notificato il decreto, esamineremo l'imputazione e a quel punto avremo tempo quindici giorni per valutare i pro e i contro del dibattimento o del giudizio abbreviato. Ma sceglieremo insieme al nostro assistito».



Della scorsa settimana la conferma, da parte della Corte di cassazione, delle misure cautelari nei confronti dell'uomo, che erano state disposte dal gip a metà dicembre.



«Quello che posso garantire - prosegue Gai - è che sarà una decisione serena, perché mai come in questo caso sono state fatte indagini ad ampio raggio. Sceglieremo tenendo presenti le prove raccolte durante la fase investigativa. Vedremo se nell'imputazione c'è altro rispetto a ciò che abbiamo. Quello che è certo è che questo è diventato un processo scientifico, di prove medico legali».



LA SVOLTA

Due anni e mezzo di indagini e colpi di scena. L'accusa ipotizzata nei confronti di Di Muro, inizialmente di omicidio, era stata infatti successivamente cambiata in omissione di soccorso. La procura aveva dunque chiesto l'archiviazione del caso, respinta grazie all'opposizione dell'avvocato Andrea Rossi, legale della famiglia Mangiapelo.

Da quel momento il caso è andato avanti tra consulenze e perizie. A complicare la posizione dell'accusato, quest'estate, la perizia collegiale secondo la quale Federica è morta per annegamento e non per miocardite, come si credeva nella prima fase. L'ipotesi è che Di Muro l'abbia uccisa spingendole la testa in acqua, al culmine di una lite, forse per motivi di gelosia.



«È un processo - conclude Gai - sotto alcuni aspetti molto pesante e drammatico, in questo ribadisco la mia vicinanza alla famiglia di Federica Mangiapelo».

Uno strazio per i genitori della giovane, Luigi e Rosella, che non hanno mai creduto alla ricostruzione dei fatti data dell'ex della figlia. «È un altro passo verso l'accertamento della verità - dice il loro avvocato, Andrea Rossi - Ora attendiamo le decisioni dell'imputato circa l'atteggiamento processuale, se vorrà andare a giudizio abbreviato o affrontare il dibattimento di fronte alla Corte D'Assise".
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