Se il “rosa” prende quota: la svolta nell'occupazione femminile in Europa

Se il “rosa” prende quota: la svolta nell'occupazione femminile in Europa
di Maria Latella
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Lunedì 21 Settembre 2015, 23:49 - Ultimo aggiornamento: 23 Settembre, 13:36
«Solo i morti e gli stupidi non cambiano mai idea» dicono, citando James Russell Lowell, quelli che cambiano spesso posizione. Eppure, ci sono circostanze in cui cambiare idea dà il senso di una svolta. Soprattutto se si parla di quote rosa, e a cambiare idea sono donne che nella vita hanno raggiunto traguardi importanti sempre fedeli al principio: «Le quote non servono. Chi è brava va avanti per merito, non per quota» .



PROTAGONISTE

Il vento sta cambiando e ad annunciarlo, ieri, a Milano, è stata proprio una che delle quote ha sempre diffidato: la presidente dell'Eni, Emma Marcegaglia, già presidente di Confindustria. Va detto che, sul fronte di questo speciale ripensamento, Emma Marcegaglia è in buona compagnia.



Pochi giorni fa, a Berlino, la cancelliera Angela Merkel, una che nel 2013 riuscì a far bocciare la proposta dell'allora ministro del Lavoro Ursula von der Leyen tendente a inserire le quote nei cda delle aziende, Angela Merkel, insomma, ha ospitato per due giorni cinquanta donne leader di diversi Paesi e diversi settori. A loro ha posto domande e chiesto suggerimenti su come valorizzare al meglio il ruolo delle donne.



Un evento, per la Germania e per la Merkel. La conferma che il vento è cambiato e che anche sul tema della leadership femminile Berlino è pronta ad assumere un ruolo internazionale. Non a caso la due giorni berlinese ha anticipato non solo il tradizionale forum francese di Deauville ma anche i temi che saranno discussi a breve a New York, all'Onu.



Emma Marcegaglia, con De Romanis una delle due sole italiane invitate a Berlino da frau Merkel, ha parlato delle giornate tedesche e delle quote rosa ieri mattina, ospite del convegno Imprenditoria Femminile-Esperienze a confronto, organizzato e promosso da Banca Popolare di Milano. Sulle quote, la presidente dell'Eni è andata dritta al punto: «Per anni sono stata contraria, mi sembravano umilianti. Pensavo fosse il tentativo di rinchiuderci in un ghetto, senza volerci riconoscere il merito. Ora ho cambiato idea. Oggi penso che le quote rosa in Italia stanno funzionando. Funzionano. Sono servite a riequilibrare una distorsione e la legge Golfo-Mosca ha dimostrato che per i consigli d'amministrazione si possono trovare in Italia donne bravissime e competenti».



La presidente dell'Eni è tornata da Berlino carica di entusiasmo. «Con la cancelliera non si perde tempo. E' rimasta con noi per quattro ore: faceva domande, prendeva appunti. Eravamo divise per settori di competenza, e tutte, dalla regina Rania di Giordania a Melinda Gates alle tante leader dei paesi africani, hanno dato il loro contributo di idee con grande generosità. Angela Merkel ha insistito sulla necessità di fare network tra donne, qualcosa che inizialmente sembra faticoso, ma che sul lungo periodo produce effetti positivi». Ad ascoltare Emma Marcegaglia, una platea numerosa e attenta, composta per lo più da imprenditrici. Secondo lo studio curato da BPM le imprese gestite da donne rappresentano il 27 per cento dei clienti imprenditori della banca milanese e sono clienti più prudenti e affidabili degli imprenditori uomini.



Il vento sta cambiando anche nel mondo del credito e se prima una imprenditrice doveva faticare più di un uomo per convincere la banca a darle fiducia, oggi, confermano il presidente Piero Giarda e l' ad di Banca Popolare Milano, Giuseppe Castagna, «puntiamo anche sulle imprese gestite dalle donne per far ripartire la crescita in Italia».



Del resto, se la prudente Angela Merkel apre cosi visibilmente alla leadership femminile, una ragione ci sarà. Fino a non molto tempo fa, le tedesche erano ancora incoraggiate a non discostarsi troppo dalle tre "K": kirche, kuchen und kinder. Chiesa, cucina e bambini. E se la Germania, buona ultima tra i grandi paesi dell'Europa continentale, introdurrà le quote rosa nei cda soltanto nel 2016 è perché, come osservava mesi fa la cancelliera Merkel «c’è bisogno di competitività e la competenza si sviluppa meglio quando dentro un'istituzione uomini e donne hanno le stesse opportunità».



«Speriamo che eguali opportunità vengano offerte anche nel mondo delle banche, dove presidenti e amministratori delegati sono solo uomini» ha maliziosamente concluso Emma Marcegaglia, augurandosi con un sorriso di vedere più donne anche tra i banchieri. Castagna, attuale amministratore delegato di BPM, le ha dato ragione: con una moglie imprenditrice e tre figlie femmine come potrebbe non essere d'accordo?
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