La Domus Aurea com’era per Nerone

La Domus Aurea com’era per Nerone
di Laura Larcan
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Martedì 31 Gennaio 2017, 00:34 - Ultimo aggiornamento: 16:30
Gli occhi di Nerone avrebbero brillato di febbricitante soddisfazione, quasi a prendersi una rivincita sulla devastazione che dopo la sua morte condannò sotto strati di terra l’amata “casa d’oro”. La tecnologia restituisce a Nerone quel che è di Nerone. La penombra delle sale sotterranee che si rischiara di splendore digitale, le colossali pareti millenarie che si aprono su panorami virtuali di cortili porticati e giardini, le volte incrostate che si accendono con virtuosismi da videomapping di stucchi dorati e affreschi popolati di ninfe e divinità dell’Olimpo, satiri e amazzoni. Un mondo sotterraneo che sembra rinascere sotto il cielo di Roma. Nerone, che volle la sua reggia (tra il 65 e il 68 d.C.) come uno scrigno di sale-gioiello che parlassero per riverberi di luce, dove il sole e l’oro si alleassero in un trionfo di perfetta coreografica bellezza, quale poteva essere la dimora dell’imperatore divino, ritrova la spettacolarità perduta. Basta dotarsi di speciali visori virtual reality per vivere l’autentica Domus Aurea come non l’avete mai vista prima: «Con gli stessi occhi del divo Nerone». Il viaggio nel tempo alla scoperta in 3D della dimora neroniana, che sarà presentato oggi, debutta il prossimo sabato (nei fine settimana, solo su prenotazione, sul sito di CoopCulture) quando il percorso di visita al grande cantiere di restauro del monumento (aperto nell’autunno del 2014) inaugurerà i nuovi allestimenti multimediali che “rivoluzioneranno” l’incontro ravvicinato del pubblico con il monumento sotto il Colle Oppio. Non si tratta di postazioni video statiche: l’originalità del progetto sta tutta nell’offrire un’esperienza multisensoriale e dinamica all’interno di alcuni ambienti selezionati.

IL TOUR
Modello d’ispirazione sembra restare il format dei Fori Imperiali di Piero Angela e Paco Lanciano, ma l’effetto immersivo sarà amplificato dall’utilizzo di speciali occhialini stroboscopici che consentono di muoversi in una ricostruzione tridimensionale. Si comincia subito nella galleria d’ingresso con un archeo-show di proiezione emozionale tra immagini digitali, colonna sonora e sistema audio. Sulla fitta parete di laterizi e frammenti di intonaci ecco prendere vita in sequenze spettacolari gli episodi della storia della Domus Aurea, a partire dalla riscoperta in pieno Rinascimento quando gli artisti si calarono nelle sale segrete guidati dalla luce di fiaccole. A ritroso nel tempo, ecco incontrare il personaggio di Nerone e il suo sogno di una reggia d’oro senza precedenti, concepita dall’estro di magistri e machinatores come Severo e Celere, e resa universale dalla grazia visionaria del pittore Fabullo tra rivestimenti d’oro, gemme, soffitti d’avorio. Lungo il percorso scandito in dodici tappe, l’altra vertigine digitale la riserva la Sala della volta dorata tutta riletta attraverso la realtà virtuale.

DIVINITÀ HI-TECH
Visori sugli occhi ecco che dalle impronte lasciate dai rivestimenti marmorei, e dalle cornici di stucchi, dai riquadri geometrici intonacati riprendono corpo e vita tutti gli apparati decorativi di duemila anni fa, così come li vedeva Nerone. Il pubblico può cogliere ora il lussuoso rivestimento della sala colossale (una delle predilette dall’imperatore) dove i rilievi di stucco si sposavano con le foglie d’oro, dove gli affreschi di Fabullo sulla volta evocavano le gesta di Zeus innamorato di Ganimede, di amorini, di Atena e Hermes, di Ares e Afrodite. Con un picco di trionfo digitale quando sulla parete di terra (ossia il terrapieno risalente alla obliterazione della reggia per la costruzione delle terme di Traiano) si squarcia l’affaccio oltre il colonnato del portico sulle terrazze verdeggianti e digradanti verso lo specchio d’acqua del lago «simile ad un mare» (come scriveva Svetonio) che un tempo occupava la valle del Colosseo. L’avanguardia tecnologica applicata all’archeologia segna, dunque, un passaggio chiave nell’impresa di valorizzare un monumento complesso e delicato, leggendario e fragile, al centro da anni ormai (pensare che chiuse tragicamente nel 2005 per rischio crolli e dissesti strutturali) di un cantiere titanico guidato dalla Soprintendenza per il Colosseo e l’area centrale di Roma. La Domus Aurea rinasce anche con un’anima hi-tech, svelando progetti site specific di realtà immersiva e video racconto fortemente voluti dal soprintendente Francesco Prosperetti (promossi con Electa).

SUPER ÉQUIPE
È soddisfatta l’équipe di architetti e archeologi delMinistero per i beni culturali e per il turismo che ha lavorato fianco a fianco con i tecnici informatici e fisici che hanno saputo codificare nuovi sistemi di un virtuosismo digitale per animare e resuscitare la complessità decorativa della reggia di Nerone. A guidarli, Alessandro D’Alessio che con tenacia, passione e un pizzico di ambizione dirige ormai da due anni il cantiere. Proprio D’Alessio ha voluto che il nuovo progetto tecnologico prestasse grande attenzione alla ricostruzione del sistema di illuminazione che duemila anni fa caratterizzava la Domus Aurea. «L’effetto finale - raccontano i tecnici al lavoro - è un corto circuito cognitivo ed emozionale del tutto nuovo nel panorama delle tecnologie applicate ai beni culturali».
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