Domande e risposte/Così si potranno ridiscutere anche i casi già decisi

Domande e risposte/Così si potranno ridiscutere anche i casi già decisi
di Cristiana Mangani
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Giovedì 11 Maggio 2017, 00:26 - Ultimo aggiornamento: 08:59
Una sentenza rivoluzionaria che fa discutere ma che non nasce per caso»: Gian Ettore Gassani, avvocato esperto di Diritto di famiglia e presidente nazionale dell’Associazione avvocati matrimonialisti italiani, recepisce la sentenza della Cassazione come un fatto sociale che prende spunto da precisi dati Istat. «Negli anni ‘60 - spiega - l’assegno di mantenimento veniva riconosciuto nell’80 per cento dei casi. Nel 2016, invece, solo nel 19 per cento. Torna al centro il matrimonio che deve essere una scelta responsabile, ma soprattutto una scelta d’amore. La decisione degli ermellini non vuole discriminare le donne, perché, in realtà, non ha genere. E potrà incidere su moltissime voci: dalle pensioni alle unioni civili, che si tratti di unioni tra un uomo e una donna o tra gay».


Retroattività
La sentenza vale solo per il futuro?

Non è una legge con effetti retroattivi, ma è una sentenza di Cassazione e i principi che vengono dettati consentiranno anche a chi, marito o ex coniuge in generale, vorrà rivedere gli impegni economici presi durante la fase del divorzio. E’ facile, quindi, che ci sarà una grande corsa a ridefinire le cifre, anche perché i supremi giudici hanno dimostrato che l’assegno va calcolato non più sul tenore di vita ma sull’autosufficienza. Non bisogna immaginare casi in cui, donne che hanno rinunciato a tutto per mandare avanti una famiglia, si ritrovino senza più un soldo per vivere. Ma dimostrare l’inadeguatezza dei propri redditi rispetto a un mantenimento diventato eccessivo, non potrà certamente essere ignorato dai Tribunali.

La Famiglia
Cosa cambia rispetto ai diritti dei figli?

I figli non avranno alcun tipo di ripercussione rispetto al tenore di vita. La sentenza non riguarda loro. E se seguono scuole private particolarmente costose o corsi particolari, non dovranno rinunciarci. Entrambi i genitori si occuperanno di garantire studi, salute, sport e ciò di cui hanno bisogno. E’ anche vero, però, secondo l’avvocato Gassani, che pure rispetto al mantenimento dei figli, la giurisprudenza dovrà cominciare a guardare oltre. «Ci sono figli di 40 anni - dice - che percepiscono ancora “la paghetta” dai genitori e non hanno alcuna intenzione di affrancarsi dalla famiglia. Il mantenimento sine die è inconcepibile. Finora, infatti, dal punto di vista della legge, i loro diritti sono stati ampliati all’infinito».

Unioni civili
Le regole si applicano alle coppie gay?

La decisione di Piazza Cavour è fortemente innovativa perché, pur riguardando il matrimonio in senso stretto, andrà sicuramente a incidere anche sulle unioni civili. Che si tratti di rapporti tra un uomo e una donna o tra gay. La legge 77 del 2016, quella che disciplina le unioni civili, al comma 20 dell’articolo 1, parla di una equiparazione dei diritti dei coniugi. E tutto ciò che riguarda il matrimonio si deve intendere per legge recepito da questa legge. Di qualsiasi sesso siano le coppie. «Questo per dire - chiarisce ancora Gassani - che non è una lotta alla donna, ma è una lotta a chi pensa di vivere sulle spalle dell’altro per tutta la vita, anche quando questo non può più permetterselo, perché è subentrata una malattia o il suo lavoro è venuto a mancare».

Gli accordi
I patti prematrimoniali possono evitare le contese?

Il presidente dell’Ami immagina come soluzione alle questioni economiche post divorzio, tipiche da Guerra dei Roses, l’introduzione dei patti prematrimoniali. Un contratto che l’Italia non ammette assolutamente, ma che è diffuso in tutta Europa e anche in buona parte del mondo. Eviterebbe forse il livello elevato di conflittualità che si crea quando in ballo ci sono gli interessi. Naturalmente anche nell’accordo controfirmato verrebbe valutata la possibilità di un cambiamento della situazione economica o di status sociale di uno dei due coniugi, proprio per evitare che le persone si riducano sul lastrico. In Parlamento esiste già un disegno di legge bipartisan che disciplina i patti prematrimoniali, anche se continua ad arenarsi davanti a pregiudizi e remore.

Le pensioni
Cosa succede in caso di morte?

C’è un problema sociale intorno alle pensioni, perché finora anche una moglie divorziata alla quale non sia stato riconosciuto l’assegno di mantenimento, in caso di morte dell’ex marito, avrebbe potuto recarsi tranquillamente all’Inps per ottenere la reversibilità dell’assegno pensionistico. Questo ha avuto un costo enorme per lo Stato, perché vuol dire continuare a sostenere economicamente un’altra persona per chissà quanti anni ancora. Non più quella titolare del trattamento previdenziale, ma l’ex coniuge. E questo è sempre avvenuto nel corso degli anni, sebbene i giudici non avessero ritenuto di concedere il mantenimento in fase di divorzio. La sentenza emessa dalla Cassazione, anche se non ha il valore di una legge, avrà sicuramente effetti importanti riguardo a questo particolare aspetto.
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