Di Maio vede Grillo: per Raggi ipotesi bis o candidatura in Parlamento

Di Maio vede Grillo: per Raggi ipotesi bis o candidatura in Parlamento
di Simone Canettieri
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Domenica 9 Giugno 2019, 00:00 - Ultimo aggiornamento: 13 Giugno, 11:54

«Abbiamo bisogno del sostegno di tutti. Il M5S tornerà più forte di prima». Il messaggio che trapela dalla villa di Bibbona di Beppe Grillo dopo l’incontro con Luigi Di Maio è racchiuso proprio in quel «tutti». Coloro che potrebbero fare «un passo di lato» in caso di rimpasto, come i ministri Giulia Grillo e Danilo Toninelli, ma anche chi (come Roberto Fico) è molto critico con l’attuale gestione del Movimento e sul prosieguo dell’esecutivo. 

Di Maio: deroga al limite dei due mandati, ma solo per i consiglieri comunali

Il Garante e il Capo politico non si erano più visti dopo la scoppola delle Europee, solo comunicazioni telefoniche. «Beppe - raccontano gli uomini del vicepremier - ha dato la bollinatura alla riorganizzazione del M5S». Ritornato a Roma, Di Maio ha incontrato a Palazzo Chigi 200 consiglieri comunali c’è stato anche il via libera alla deroga per il secondo mandato: si potranno candidare (solo loro: né i parlamentari, né i consiglieri regionali) ancora. Nel caso dei sindaci - tema non ancora sciolto - ci potrebbe essere una deroga per tentare il bis. Un’opportunità (o forse un freno) per le ambizioni di Chiara Appendino a Torino e soprattutto di Virginia Raggi, inquilina del Campidoglio. Quest’ultima sulla carta potrebbe correre per il Parlamento o tentare di nuovo nel 2021 la conferma in Comune.

Ma è il rimpasto a tenere banco. Giulia Grillo, ministra della Salute, data in uscita, all’inizio della scorsa settimana ha chiesto lumi a Di Maio sul suo futuro. Durante il faccia a faccia il leader le ha annunciato che «potrei chiedere a te e a Danilo un passo di lato. Non dipende solo da me, ma dalla trattativa che si aprirà con Salvini». C’è da capire, in quel caso, se la Salute andrà a un altro grillino o se sarà rivendicata dal Carroccio. In quest’ultimo scenario gira l’ipotesi di promozione per Luca Coletto, sottosegretario, con un passato da assessore alla Sanità della giunta regionale veneta di Luca Zaia. La Grillo però non sembra intenzionata a farsi da parte così facilmente e l’altro giorno, con un tempismo perfetto, ha incassato anche l’endorsement del suo omonimo. Di sicuro su di lei è in atto una guerra interna, legata alla fronda no-vax. 

Di Maio nella villa livornese del Garante ha anche discusso su come dare «subito una scossa» al Movimento. E dunque: addio alla deroga del secondo mandato e sì alle alleanze con le liste civiche, riorganizzazione sui territori e ristrutturazione interna. Per Alessandro Di Battista si fa largo il ruolo di quello che una volta nei partiti di sinistra era il “capo dell’organizzazione”. Di fatto il numero 2. Ma allo stesso tempo è intenzione di Di Maio aprire il più possibile all’area Fico per contenere il dissenso dei parlamentari e senatori vicini al presidente della Camera, in vista del pressing di Salvini sull’agenda di governo, piena zeppa di argomenti non molto commestibili per il M5S. Ecco perché Grillo ieri ha ribadito «a Luigi di ripartire dai nostri temi identitari». Il pranzo (senza Davide Casaleggio) ha anche certificato, nonostante i mille dubbi, la volontà del Garante di sostenere questa “fase 2” dell’esecutivo. 

IL TEST
Nei fatti, tutta la compagine grillina di governo è sott’esame. Anzi sulla graticola, come da denominazione della storica pratica M5S. Da domani inizierà il “processo” ai sottosegretari. Il confronto avrà la durata di 40 minuti e sarà così articolato: nei primi venti minuti il sottosegretario interessato svolgerà un intervento illustrativo dell’operato svolto durante il suo mandato, che sarà registrato per la creazione di un archivio. Seguirà un dibattito di circa 20 minuti. «Successivamente ogni parlamentare lascerà per ogni sottosegretario una valutazione anonima non vincolante - ha scritto Di Maio in un messaggio riservato inviato ai sottosegretari - che poi verrà valutata con il massimo della riservatezza dai direttivi dei gruppi e da me come capo politico. Successivamente si passerà ai ministri». 

Si inizia con Maurizio Santangelo e Simone Valente, entrambi sottosegretari ai rapporti con il Parlamento. Entrambi storici esponenti del M5S, con il secondo, Valente, considerato blindatissimo dai vertici (è anche responsabile dello sport). La mannaia potrebbe calare sugli esterni. Da Alessandra Pesce (Agricoltura) a Michele dall’Orco (Trasporti). In entrata è dato Emilio Carelli. Per Di Maio la settima che inizia sarà quella al Mise, dove lo attendono 158 crisi aziendali non risolte. «Andrò avanti - ha confidato - non mi priverò della delega al Lavoro né di quella allo Sviluppo economico».

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