Delitto del catamarano: dai diamanti ai complici, tutti i misteri del killer

Delitto del catamarano: dai diamanti ai complici, tutti i misteri del killer
di Giovanni Sgardi
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Sabato 21 Maggio 2016, 00:04
ANCONA - Le donne, le barche, i diamanti. I progetti di una vita sempre sopra le righe. Pippo è rimasto Pippo. Un po’ geniaccio, un po’ sbruffone. Comunque prigioniero di quelle ossessioni che alla fine lo hanno tradito. E di un giallo, quello del delitto del catamarano, che dura da quasi trent’anni e che potrebbe nascondere ancora abissi oscuri. Mistero Filippo De Cristofaro. Un 62enne, ex ballerino senza arte né parte, al top della lista dei ricercati per reati comuni, che catturato mentre cercava di prendere un treno per Lisbona, deve spiegare ancora tanti segreti. A partire dal progetto di un traffico illegale di diamanti con la Costa d’Avorio che, finalmente, avrebbe dovuto renderlo ricco.

L’EX COMPAGNO DI CELLA
La nuova personalità di Pippo ha sconvolto i poliziotti di Ancona. Lo conoscevano come un balordo, dongiovanni, bugiardo incallito, pronto ad ammazzare la skipper pesarese Annarita Curina per poi addossare la colpa alla sua baby amante Diana Beyer. Quella Diana che, oggi madre di tre figli, lavoretti precari, dice da Rotterdam: «Sono felice che l’abbiano preso. Avevo tanta paura che tornasse a cercarmi». Invece il Filippo De Cristofaro braccato in tutt’Europa si è rivelato una “mente superiore”, come dice il capo della Mobile Virgilio Russo.
 
Già parlava inglese, francese e olandese. In carcere ha imparato spagnolo, portoghese, l’arabo. E, soprattutto, talmente tante capacità informatiche da tenere in scacco i super-esperti dello Sco. Dal 21 aprile 2014, quando è evaso da Porto Azzurro, dopo essersi procurato a Milano da due albanesi (rischiano l’incriminazione) un falso passaporto intestato ad Andrea Bertone, riuscendo a schermare ogni intercettazione, è entrato in contatto soprattutto con due persone. L’ex compagno di cella albanese poi decisivo per la cattura e un vecchio amico olandese con conoscenze nel settore dei diamanti di Amsterdam. L’amico gli avrebbe fatto il nome di un trafficante di pietre preziose della Costa d’Avorio. Di qui la nuova fissa di Pippo: recuperare le sue competenze marinare per trasportare i diamanti dall’Africa al Portogallo. Passando per Marsiglia, dove ha lavorato come facchino in porto, De Cristofaro, attraverso la Spagna, ha raggiunto il villaggio di Sintra a 30 chilometri da Lisbona.

DUE ANNI ALLA LIBERTÀ
Dalla zona residenziale di Galamares, dove risiedeva, raggiungeva spesso la capitale per le sue tresche. Di solito si posizionava fuori dal Palazzo delle Comunicazioni per piratare il segnale wifi e, usando un numero fantasma portoghese che riusciva a far funzionare senza password, tesseva i suoi contatti. Alla fine la chat con l’ex compagno di cella, una cena a cui si è presentato con la nuova compagna, una donna di mezza età (una volta tanto non stupenda) che si sta cercando di identificare, e il frame della telecamera di sicurezza della stazione di Sintra lo hanno incastrato. Pippo, camicia a fiori, pantaloncini corti, stesse scarpe del giorno dell’evasione, è stato fermato mentre saliva sul treno. Ultimi misteri. Gli mancavano due anni per la libertà, perché giocarsi tutto per un colpo di testa? Chi gli ha dato i soldi per alberghi, case, viaggi, acquisti di documenti falsi? In cambio di cosa? E come faceva ad avere ben 5.900 euro in contanti in tasca?
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