Debora Serracchiani: «Ora a Roma il Pd deve ricostruire, con Marino commessi degli errori»

Debora Serracchiani: «Ora a Roma il Pd deve ricostruire, con Marino commessi degli errori»
di Marco Conti
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Venerdì 16 Ottobre 2015, 00:13 - Ultimo aggiornamento: 00:16
A primavera si vota. Debora Serracchiani si aspettava che anche Roma venisse chiamata alle urne?

«Marino è arrivato in un contesto molto difficile. C’è stata un’inchiesta e tra qualche giorno si aprirà il processo nel quale si valuterà l’operato della giunta Alemanno, e non solo. Marino si è mosso bene, pur tra le difficoltà e ha creato un argine, ma sono stati commessi degli errori».





Quali?

«Non siamo riusciti a creare un giusto rapporto con la città».





Un errore avviare la seconda fase?

«Abbiamo fatto e dovevamo fare tutto il possibile. Anche mettendo a disposizione della città figure importanti come Causi, Esposito, Sabella, Scozzese».



Marino è caduto per gli scontrini o per un problema politico?

«Penso sia un mix di diverse cose e non solo per gli scontrini. Però faccio l’amministratore e so quanta attenzione c’è da parte dei cittadini sul modo con il quale si spendono i loro soldi. Serve una rendicontazione puntuale anche in relazione a ciò che viene fatto».



Lei ha una carta di credito dell’amministrazione regionale?

«Ho una carta di credito ma non la uso per pagare pranzi e cene. Fuori dal pagamento di qualche albergo, non mi faccio rimborsare nulla».



Le primarie, a Roma come a Milano e Napoli, si faranno?

«Sono una delle più convinte sullo strumento anche perché ho una storia politica anche grazie alle primarie. E non vi rinuncio perché è uno dei migliori per scegliere classe dirigente».



Però?

«Non possono essere uno strumento per regolare conti interni ad un partito nè il modo che una classe dirigente usa quando non sa fare delle scelte rispetto ai candidati. Andrà fatta una valutazione con i Pd locali e la si farà anche rispetto a delle candidature».



Qualche regola verrà cambiata?

«Stiamo già lavorando alla modifica dello statuto e a rivedere alcune regole di cui abbiamo sempre parlato. Mi riferisco all’albo degli elettori, ad un data base dei nostri iscritti che ora abbiamo disponibile».



Le primarie coprono un deficit di classe dirigente dei partiti?

«Non credo sia questione di carta d’identità o di tessera. Certamente l’investimento che il Pd deve fare per formare nuova classe dirigente è importante. Abbiamo ottimi dirigenti locali ma c’è molta strada da fare».



Renzi ha promesso per Roma una «squadra tosta» di commissari. Da lì uscirà il nome del nuovo candidato sindaco?

«Roma è una città straordinaria e complessa che merita da parte del presidente del Consiglio la massima attenzione. Ora abbiamo un passaggio importante che è quello del commissario e quando Renzi parla di un ”dream team” è perchè serviranno più persone per affrontare i problemi della città».



E il candidato?

«Le questioni sono separate. Ora concentriamoci su questo passaggio che è fondamentale. Poi inizieremo ad individuare le figure migliori e in grado di rappresentare la città.



Ma il Pd a Roma non esiste più. Alcuni circoli sono stati chiusi.

«Siamo consapevoli delle difficoltà. Abbiamo bisogno di ricostruire un tessuto con la città e costruire una nuova classe dirigente. Questo è il nostro impegno e questo è quello che stiamo cercando di fare con Orfini».
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