E presto cominceranno le riprese di The Irishman, il filmone di mafia con la regia di Martin Scorsese che vedrà riuniti nientemeno che De Niro e Al Pacino (ci sarà pure Joe Pesci): il progetto, che vedrà la collaborazione dello scenografo premio Oscar Dante Ferretti, ha già mandato in fibrillazione i mercati del mondo intero che dovranno però aspettare fino al 2019, data fissata per l’uscita. Non è finita qui. Bob sarà il protagonista, accanto a Julianne Moore, della sua prima serie tv, ancora senza titolo, prodotta da Amazon e Weinstein, diretta dal regista David O. Russell e dedicata alla saga di una famiglia newyorkese.
PADRE E FIGLIO
Si gira pagina. Film di evasione come Nonno scatenato e Lo stagista inaspettato appartengono dunque al passato. Il grande attore sta vivendo, per la gioia del pubblico disseminato nel mondo intero, una nuova primavera cinematografica all’altezza del proprio immenso talento e del proprio mito. E pensare, ha raccontato Bob al sito americano deadline.com, che il ruolo di Madoff, accusato di aver frodato 50 miliardi, un figlio morto suicida e un altro stroncato dal cancro, non voleva nemmeno interpretarlo. «Ma quando è entrato in ballo Levinson, e con lui il figlio sceneggiatore Sam, ho cambiato idea», ha rivelato. «I due avevano fatto un ottimo lavoro e sono stato felice di salire a bordo anch’io».
Sullo schermo l’ennesima trasformazione di De Niro è impressionante: stessa stempiatura di Madoff, stesso sguardo di ghiaccio, stessa spregiudicata sicurezza. Ma l’attore non ha mai incontrato il personaggio originale a differenza di Michelle Pfeiffer, che interpreta la signora Madoff e ha avuto un faccia-a-faccia con Ruth, la vera moglie del truffatore. «Da una parte volevo trovarmi a tu per tu con lui, dall’altra non volevo correre il rischio di venire strumentalizzato: la mia interpretazione poteva infatti essere scambiata per un sostegno», ha spiegato De Niro.
Il tv-movie su Madoff e l’imminente serie diretta da Russel hanno fatto scoprire all’attore la potenza narrativa e la nuova popolarità della lunga serialità televisiva. Tant’è vero che ha deciso di sdoppiare il Tribeca Festival, da lui fondato e orchestrato a New York, organizzando un’edizione a settembre dedicata esclusivamente ai progetti tv. In questo periodo si parla anche di una serie ispirata a Sesso & Potere, la commedia nera diretta nel 1997 da Levinson in cui De Niro faceva uno “spin doctor” pronto a inventare una finta guerra in Albania per distogliere l’attenzione pubblica da uno scandalo sessuale che ha investito il presidente Usa. «La tv, per certi versi, è andata più avanti del cinema», ha ragionato l’attore, «soprattutto perché ti concede più spazio per raccontare una storia con una maggiore dose di verità e minori restrizioni».
RINGIOVANIRE
Quanto a The Irishman, un progetto Netflix ispirato al romanzo L’irlandese: ho ucciso Jimmy Hoffa di Charles Brandt (Fazi Editore), protagonista sarà l’epopea di Frank Sheeran, killer della mafia attivo negli anni Cinquanta. «È una storia di amore, tradimento, rimorso, tristezza: in poche parole, un racconto tragico in cui resta spazio anche per la pietà», ha anticipato il regista. «Parlerà più del passato, sarà una sorta di retrospettiva sulla vita di un uomo e sulle scelte che ha compiuto. Spiegherà cosa lo ha reso quello che è e lo ha portato a diventare un killer di professione».
Grazie a un sofisticatissimo sistema tecnologico i tre protagonisti, che all’inizio del film conosciamo invecchiati, verranno prodigiosamente ringiovaniti di una trentina d’anni per dare vita a una serie di flashback. «Fantastico: così potrò estendere la mia carriera per un altro quarantennio», ha scherzato De Niro. È quello che gli auguriamo tutti.
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