I grandi della Terra a Davos: ricerca e robotica, nuova rivoluzione

I grandi della Terra a Davos: ricerca e robotica, nuova rivoluzione
di Francesco Bisozzi
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Giovedì 21 Gennaio 2016, 00:07 - Ultimo aggiornamento: 23 Gennaio, 16:29
Entro il 2020 i robot saranno i migliori amici dell'uomo. O i suoi peggiori nemici, dipende dai punti di vista. Oltre a badare alla casa, a fornire assistenza agli anziani e a lavorare negli ospedali, faranno anche da consulenti finanziari, siederanno nei cda delle grandi aziende e verranno impiegati per svolgere attività di routine nella pubblica amministrazione. Risultato: si mangeranno 5 milioni di posti di lavoro. È quanto emerge dal rapporto "The future of jobs" presentato al World Economic Forum di Davos, stando al quale il mercato della robotica conoscerà a breve un boom senza precedenti, un po' come è successo al settore dell'informatica negli anni Novanta.

IL MERCATO
Il valore complessivo del mercato dei robot raggiungerà tra quattro anni quota 151,7 miliardi di dollari. Oggi vale circa 27 miliardi di dollari, contro i 7,4 del 2000 e i 10,8 del 2005. A fare da traino sarà la Cina, dove il rapporto tra macchine e dipendenti è destinato a crescere a dismisura: nel Paese asiatico la densità robotica è dieci volte inferiore a quella della Germania, ma nei prossimi due anni i robot raddoppieranno. In pole position anche l'Italia, tra i primi Paesi al mondo nella produzione di robotica industriale. Come detto però un po' di preoccupazione c'è. Nel Belpaese i robot cancelleranno 200 mila posti di lavoro. In Francia ne spariranno circa 400 mila, in Germania 600 mila. Secondo il rapporto presentato al World Economic Forum di Davos, con l'aumento dei robot in circolazione due terzi dei potenziali posti di lavoro andranno perduti nel settore amministrativo, dove macchine sempre più smart svolgeranno le attività di routine. 

L'avanzare della robotica e dell'intelligenza artificiale avrà un impatto notevole anche nel settore energetico. Pure il mondo della finanza dovrà adeguarsi. Dopo i robo-consulenti che analizzano gli investimenti e usano algoritmi per creare portafogli personalizzati (alla fine del 2014 i robot già gestivano 19 miliardi di dollari), arriveranno anche i consiglieri di amministrazione robotici. Il primo robot a sedere in un consiglio di amministrazione è stato Vital, acronimo di Validating Investment Tool for Advancing Life Sciences, che nel 2014 è entrato a far parte del cda della Deep Knowledge Ventures di Hong Kong. Vital è stato impiegato tra le altre cose per analizzare gli aspetti che riguardano i rischi e le aree di investimento dei progetti.

 
Al summit di Davos si è parlato ieri anche di economia digitale. Secondo il rapporto sulla "digital disruption" di Accenture l'economia digitale, che già oggi vale più di un quinto del prodotto interno lordo mondiale, potrebbe generare 2 trilioni di dollari di produzione economica in più entro il 2020. In Italia l'economia digitale contribuisce al 18% del pil, contro il 33% degli Usa, il 31% del Regno Unito e il 29% dell'Australia. Entro il 2020 la cosiddetta "digital disruption" potrebbe portare nel Belpaese a una crescita addizionale del pil del 4,2%, per un valore di circa 75 miliardi di euro. Al World Economic Forum non potevano mancare i giganti del web. Il Ceo di Microsoft Satya Nadella ha annunciato che la multinazionale donerà un miliardo di dollari in risorse di cloud computing a enti no profit.

PROBLEMATICHE
Come sempre l'attenzione si è focalizzata sui problemi del mondo. Stando al rapporto dell'organizzazione umanitaria Oxfam, diffuso alla vigilia del summit, oggi l'1% più ricco della popolazione mondiale detiene una ricchezza maggiore del restante 99%. Nonostante il Pil globale sia più che raddoppiato negli ultimi trent'anni, arrivando a 78 mila miliardi di dollari nel 2014 e contribuendo a dimezzare il numero di persone sotto la soglia della povertà estrema, sono in pochi ad averne beneficiato: l'1% più ricco del mondo ha ricevuto la metà dell'incremento di ricchezza registrato negli ultimi 15 anni su scala globale. Risultato? Rispetto al 2010, quando le 388 persone più facoltose del pianeta detenevano la stessa ricchezza della metà più povera del mondo, la situazione è notevolmente peggiorata. E nei prossimi anni la disuguaglianza di ricchezza a livello globale continuerà a farsi più marcata. Per Save The Children, che ha presentato il rapporto "Povertà minorile nel mondo", più di 950 milioni di minori rischiano invece di cadere in povertà.
 
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