Darren Criss al Festival di Giffoni: «Dopo Glee sogno Benigni»

Darren Criss al Festival di Giffoni: «Dopo Glee sogno Benigni»
di Francesco Alò
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Venerdì 24 Luglio 2015, 23:04 - Ultimo aggiornamento: 25 Luglio, 00:13
È arrivato terzo ma probabilmente è il numero uno. Dopo Naya Rivera e Lea Michele ecco atterrare al Festival di Giffoni Darren Criss, terza star di seguito dello show tv Glee ad approdare nella manifestazione ideata da Claudio Gubitosi e protagonista di un bagno di folla. Il ventottenne attore, cantante e polistrumentista è forse il talento più dirompente uscito dalla serie che ha segnato un'intera generazione. E oggi dice: «Dopo Glee mi piacerebbe lavorare con Benigni, sarebbe fantastico». Il suo cantante apertamente gay Blaine Anderson è diventato un vero e proprio personaggio simbolo. Ma per Criss ora c'è anche Broadway e un film ambientato in Italia diretto dallo sceneggiatore premio Oscar per la sceneggiatura di Rain Man, Barry Morrow.

Partiamo dal film che si sta preparando a girare qui in Italia “Smitten!” Cosa ci può dire di questa prima prova d'attore per il grande schermo dopo la chiusura a marzo di “Glee”, la serie che la lanciò nel 2010?

«Sarà una commedia leggera, garbata, scritta e diretta da un artista del calibro di Morrow. Comincio le riprese tra una settimana e interpreterò un ricco americano piuttosto superficiale che finirà per essere rapito dalla Mafia. Il sottotesto criminale sarà però filtrato dall’ironia e dalla volontà tipicamente hollywoodiana di vedere l'Italia in chiave fantastica come luogo immaginifico dove può succedere di tutto soprattutto a un americano leggermente ottuso come il mio personaggio, forse cambiato per sempre dalla vostra passionalità. Reciterò a fianco di Madalina Diana Ghenea che avevo già ammirato in Dom Hemingway a fianco di Jude Law».

Lei ha vissuto in Italia non è vero?

«Ho frequentato per sei mesi l'Accademia dell'Arte ad Arezzo e di voi amo la Commedia dell’Arte e la musicalità di una lingua che vorrei imparare sempre meglio».

È appena reduce anche dallo spettacolo teatrale di Broadway “Hedwig and the Angry Witch” tratto dalla celeberrima pièce di John Cameron Mitchell diventata un acclamato film nel 2001. Lei interpreta il protagonista transessuale Hedwig. Come è andata?

«È stato come realizzare un sogno. Non capita di poter parlare con Shakespeare se fai l'Amleto. Io ho passato tanto tempo con un mio idolo personale come John Cameron Mitchell, il quale mi ha guidato passo passo nell'interpretazione di un personaggio considerato un classico del teatro americano contemporaneo. Lavorare con lui è stato come suonare con i Beatles. Un privilegio unico».

Perché pensa che il suo Blaine Anderson di “Glee” sia diventato un punto di riferimento non solo per i giovani gay negli Stati Uniti?

«È qualcosa che mi ha sempre sorpreso. Penso che abbia dato fiducia a tanti spettatori per via della sua sicurezza e gioia di vivere. Il fatto che io sia eterosessuale mi ha costretto a incarnare la sua sfrontata scelta sessuale con la massima concentrazione e delicatezza. Blaine è stato per me una completa rivoluzione. Prima interpretavo sempre personaggi con i capelli lunghi e un atteggiamento trasandato. Di Blaine penso che abbia colpito il pubblico la sua eleganza e compostezza quasi da damerino. Per non parlare di quella sua sana autostima che penso abbia esaltato molto pubblico gay».

Quali sono i ricordi più belli di “Glee”?

«Io e Chord Overstreet, forse il collega con cui ho legato di più per tutti e cinque gli anni di Glee, dovevamo cantare una cover di Wake Me Up Before You Go Go degli Wham. Purtroppo ci misero il turno di registrazione dopo una notte degli Oscar particolarmente movimentata in cui avevamo bevuto ed eravamo andati a dormire alle tre. Il turno era alle sette. Eravamo stravolti ma la cominciammo a cantare in modo così isterico che venne fuori perfetta».

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