Dall’Africa al Pakistan, l’assedio ai cristiani nuovi martiri

Dall’Africa al Pakistan, l’assedio ai cristiani nuovi martiri
di Franca Giansoldati
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Venerdì 3 Aprile 2015, 00:04 - Ultimo aggiornamento: 00:05
L'elenco dei nuovi martiri - come lo ha chiamato Papa Francesco - è talmente lungo da lasciare a bocca aperta. Persecuzioni, discriminazioni, esecuzioni. La gamma è vasta e investe realtà differenti: Egitto, Siria, Pakistan, Nigeria, Mali, Iraq, Iran, Turchia, Libia, Sudan, Arabia Saudita, Yemen, Tunisia, Kenya, Somalia, Niger, Oman, Qatar. La situazione complessiva è così grave da non fare presagire nulla di buono per il futuro. L'odio verso i cristiani avanza, monta, abbonda. E’ un dato di fatto.



Nei paesi a maggioranza musulmana l'intolleranza nei loro confronti è misurabile dalle statistiche che ormai non fanno quasi più notizia.



I MESSAGGI

E Papa Francesco non si stanca a lanciare messaggi. A scuotere le coscienze e l’opinione pubblica occidentale. «I cristiani perseguitati sono una preoccupazione che mi tocca da vicino come pastore. So molte cose sulla persecuzione che non mi sembra prudente raccontare qui per non offendere nessuno». In alcune nazioni è reato se si possiede una Bibbia; in altre si rischia la morte se si osa esprimere una opinione su Maometto. In Pakistan una donna, attende da quattro anni l'esecuzione della pena capitale. E' stata accusata (ingiustamente e senza prove) di avere infranto la legge in vigore sulla blasfemia. In realtà Asia Bibi è finita in cella perché cristiana. Naturalmente a nulla sono valsi gli appelli, le petizioni, le richieste di libertà. Niente. Anzi. Il governo di Lahore attua una politica ambigua e i fatti di cruenti contro i cattolici abbondano.



SIMBOLI

Anche se le immagini più terrificanti che circolano sul web, sono veicolate dai tagliagole dell'Isis. Le milizie nere di Al Bagdadi radono al suolo chiese e conventi, issano al posto della croce il lugubre vessillo di morte, stuprano donne cristiane. Naturalmente non risparmiano nemmeno le moschee (sciite) ma il nemico più evidente è la croce di Cristo. Solo alcuni giorni fa la città di Idlib, in Siria, è caduta nelle mani delle milizie jiahdiste anti-Assad e sono decollate le prime notizie di violenze a danno degli abitanti cristiani della città. Secondo diverse fonti locali consultate dall'agenzia Fides, i miliziani islamisti hanno sequestrato un sacerdote greco ortodosso, Ibrahim Farah, di 57 anni, che guidava la parrocchia dedicata alla Vergine Maria. La sua colpa? Aver deciso di rimanere al suo posto per difendere la chiesa.



L’AFRICA

In Africa la situazione non è migliore. Sempre dai missionari si apprende della distruzione di chiese in Niger, in Sudan, in Somalia, in Kenya. A gennaio, in Niger, buona parte delle strutture ecclesiastiche sono state distrutte dalla folla con il pretesto delle vignette di Charlie Hebdo. I numeri sono terribili. Secondo le informazioni raccolte dal Vaticano, nell'anno 2014 sono stati uccisi nel mondo 26 operatori pastorali, 3 in più rispetto al 2013. Negli ultimi dieci anni (2004-2013) sono stati uccisi nel mondo 230 operatori pastorali, di cui 3 Vescovi. Nel 2014 sono morti in modo violento 17 sacerdoti, 1 religioso, 6 religiose, 1 seminarista, 1 laico. Secondo la ripartizione continentale, in America sono stati uccisi 14 operatori pastorali (12 sacerdoti, 1 religioso, 1 seminarista); in Africa sono stati uccisi 7 operatori pastorali (2 sacerdoti, 5 religiose); in Asia sono stati uccisi 2 operatori pastorali (1 sacerdote, 1 religiosa); in Oceania sono stati uccisi 2 operatori pastorali (1 sacerdote, 1 laico).
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