Governo. Assalto a Conte, terremoto M5S: secco altolà di Grillo a Di Battista

Governo. Assalto a Conte, terremoto M5S: secco altolà di Grillo a Di Battista
di Diodato Pirone
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Lunedì 15 Giugno 2020, 00:17 - Ultimo aggiornamento: 14:17

 E ora i “vaffa” volano nei 5Stelle. Fra Grillo e uno dei suoi delfini, Alessandro Di Battista, che ancora ieri alle 14.30 durante la trasmissione “In mezz’ora” su Rai3 si è definito “grillino” , la lite è pesantissima.

A scatenarla è stato Di Battista che, tesissimo, è rientrato in tv dopo 18 mesi d’assenza per lanciare il suo guanto di sfida: se Conte avesse davvero in animo di prendersi i 5 Stelle, ha detto, «si deve iscrivere a M5S e al prossimo Congresso porti la sua linea». Un «Congresso» lo chiama Di Battista per andare alla sostanza e per non creare fraintendimenti: «chiamiamolo così perché gli Stati Generali li stanno facendo tutti», ironizza. Troppo per il fondatore del Movimento che non vuol sentir parlare di fasi congressuali e lo affronta senza mezzi termini: «Dopo i terrapiattisti e i gilet arancioni di Pappalardo, pensavo di aver visto tutto...ma ecco l’assemblea costituente delle anime del Movimento. Ci sono persone che hanno il senso del tempo come nel film Il giorno della marmotta».
Veleno puro che nessuno, neppure trai 5S, si aspettava. Perché il giorno della marmotta è un film divertente di 27 anni fa che racconta di un personaggio talmente fuori dal tempo le cui giornate erano sempre uguali.

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SITUAZIONE INEDITA
Puntuale - inedita anche in questo - la replica di Di Battista. «Oggi pomeriggio sono tornato in Tv. Ho fatto proposte e preso posizioni chiare. Si può legittimamente non essere d’accordo. Lo si dica chiaramente spiegando il perché». Mai si erano visti i vertici del Movimento «darsele» l’un l’altro con tale veemenza.

A spiegare, in parte, il nervosismo tra i pentastellati il successo che sta riscuotendo il presidente del Consiglio. I sondaggi gli sono favorevoli: anche ieri una rilevazione dell’Ipsos per il Corriere della Sera rivelava che l’indice di gradimento per il suo operato è al 61%. Lo stesso sondaggio rivela iche il consenso potenziale del M5s potrebbe salire dal 20% al 30% se alla guida ci fosse Conte.

In casa M5s il successo del premier ma anche le grandi novità in arrivo dall’Europa e la necessità di rimettere in moto il Paese stanno provocando un rimescolamento profondo che lascia prefigurare anche una scissione.
Non a caso Davide Casaleggio pochi giorni fa ha «bocciato» le ipotesi sulla deroga al tetto dei due mandati, pensato per la ricandidatura delle sindache di Roma e Torino ma che aprirebbe una finestra anche ai deputati. A partire da Luigi Di Maio , che proprio in queste ore confida di aver «lavorato in perfetta sinergia» con il ministro e capo delegazione dem nel governo Dario Franceschini.

L’intreccio di posizioni allo stato è dunque la fotografia del caos. Di Battista è osteggiato dalla grande maggioranza dei parlamentari che non desiderano elezioni anticipate. Neppure Casaleggio sembra avere maggior successo tra i cosiddetti «peones». Di Battista con la sua uscitai sembra posizionarsi senza apparire il picconatore del governo («ho fiducia nel presidente del Consiglio, non deve temere attacchi da parte mia» dice), ma il portatore dei valori M5s come su Autostrade, sul caso Regeni, sul Mes, nodi su cui critica l’azione del governo.
Proprio oggi, d’altra parte, lo stesso Grillo è tornato a rivendicare la vecchia battaglia del Movimento sull’acqua pubblica. Per Di Battista già arrivano i primi attestati di vicinanza: le ex ministre Barbara Lezzi e Giulia Grillo lo appoggiano.

Per il governo, invece, un’eventuale passaggio del frontman pentastellato alla guida del M5s sarebbe il segnale del game-over. Matteo Renzi lo ha già detto: «pensare che io mi fidanzi in casa con Di Battista, anche no grazie». E pure il dem Andrea Orlando profetizza: «Se ho capito bene Di Battista ha detto a Conte di stare sereno». 
 

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