Colosseo, il terzo sfregio in sei giorni: in azione “acchiappa-vandali” armati

Colosseo, il terzo sfregio in sei giorni in azione acchiappa-vandali armati
di Lorenzo De Cicco e Laura Larcan
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Venerdì 3 Maggio 2019, 00:00 - Ultimo aggiornamento: 4 Maggio, 11:16

Tre sfregi in sei giorni. La conta si alza. E il Colosseo paga pegno. Ancora un caso di turista vandalo. Stavolta si è trattato di un ungherese di 29 anni, che ha inciso una grande “T”, grattando - con la chiave badge dell’albergo - per oltre dieci centimetri l’antico travertino delle murature al piano terra dell’Anfiteatro Flavio.
 



«Ma di scritte ce ne sono tante, non credevo fosse vietato», ha provato a giustificarsi in un inglese stentato. Peccato che molte di quelle scritte risalgano, in realtà, a secoli fa, commentano con una punta di amarezza dal personale di custodia del monumento che ieri mattina intorno a mezzogiorno l’ha colto in flagrante. Il turista era con la fidanzata, e sperava di lasciare il suo nome impresso «per sempre» nella casa dei gladiatori. Il gusto vandalico è sempre quello. Feticismo misto a stupidità. «E mancanza di senso civico» aggiungono dal comando dei carabinieri di piazza Venezia, dove il giovane è stato portato, identificato e denunciato per danno aggravato al patrimonio. 

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LE MISURE
E la direzione del Colosseo ha reagito. Il piano anti-vandali è stato messo a punto nelle ultime ore ed è entrato subito in vigore. Maggiore controllo interno al monumento e una nuova forma di comunicazione interna che «attenziona» i turisti sui comportamenti vietati. Dal primo maggio, infatti, sono quasi raddoppiati i vigilanti privati (armati) in servizio all’interno del monumento, che si affiancano al personale interno di custodia e accoglienza. In tutto, l’Anfiteatro Flavio può contare su un sistema di controlli basato su circa 50 unità fisse, dall’apertura alla chiusura del monumento. Sono in servizio, infatti, 32 vigilanti privati, cui si aggiungono 7 custodi impiegati da Ales (la società in house del Mibac), più gli addetti alla custodia e vigilanza del ministero (tra le 7 e le 8 unità). «È proprio l’efficacia di questo sistema che ha permesso di intercettare l’ultimo caso di sfregio», spiegano. Ma si lavora anche sulla prevenzione. Da ieri, infatti, sono stati attivati gli altoparlanti in più lingue, che scandiscono lungo il percorso di ingresso che «chiunque viene trovato a incidere, deteriorare, imbrattare il Colosseo sarà denunciato per danno al patrimonio». Gli avvisi sui divieti sono presenti da tempo sui pannelli lungo le transenne d’accesso, «ma nessuno li legge», denunciano dalla direzione. E che succederà ora a mister “T”? «È libero, tornerà a casa, per il processo gli verrà mandata la notifica all’estero - spiegano dal comando dei carabinieri - Verrà verosimilmente condannato tra qualche mese, poi, se dovesse tornare in Italia, gli verrà notificata la condanna penale e pecuniaria. Non è prevista una esecuzione all’estero della condanna. Solo in caso di pene più gravi».

LA MOSSA
Contro i vandali, si muove anche il Campidoglio. La sindaca Virginia Raggi ha deciso di scrivere alle ambasciate estere per chiedere di tenere lontani i «barbari» già multati nella Capitale, che siano ultrà in trasferta con la “passione” degli scontri o turisti abituati allo sfregio dei monumenti. La missiva sarà spedita nei prossimi giorni, ma una bozza già circola negli uffici di Palazzo Senatorio. L’obiettivo è colpire tutti i cittadini che si sono resi «responsabili di atti tesi a offendere il patrimonio storico, artistico e culturale della Capitale», o che hanno «offeso il decoro della Città». D’ora in poi saranno considerati dall’amministrazione di Roma «ospiti non desiderati». L’invito alle sedi diplomatiche: non fateli tornare. Facile a dirsi, difficile da mettere in pratica, in realtà. Nel testo, si ricorda poi che il centro storico di Roma è considerato «patrimonio dell’umanità dall’Unesco» e che è intenzione del Campidoglio segnalare ogni episodio, con «nomi e cognomi» dei sanzionati alle ambasciate di provenienza. Con le prime lettere, ogni rappresentanza riceverà un elenco dei cittadini a cui la Polizia locale ha spedito un verbale di contestazione. Il Comune creerà una «black list» dei vandali, in attesa che prenda corpo il «Daspo anti-barbari» concordato con il Viminale e che però deve ancora tradursi in una proposta di legge.
 

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