La Cia compie 70 anni: l'ombra del potere

La Cia compie 70 anni: l'ombra del potere
di Flavio Pompetti
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Lunedì 18 Gennaio 2016, 08:39 - Ultimo aggiornamento: 20 Gennaio, 16:50
NEW YORK - Ha settanta anni e li dimostra tutti. La Central Intelligence Agency, meglio conosciuta con l'acronimo Cia, insieme alla data di compleanno che sta per celebrare si porta dietro un passato così intenso di intrighi internazionali e di operazioni segrete, da far sembrare imprescindibile e senza tempo la sua presenza nella storia contemporanea.

L'agenzia fu creata dal presidente Truman alla fine della seconda guerra mondiale sulle ceneri dell'Office of Strategic Services che aveva operato sui fronti europei, e che a sua volta era ispirato dai successi del britannico MI6. L'esercito e l'FBI non erano d'accordo perché temevano l'inserimento trasversale tra i loro ranghi di un nuovo centro operativo del quale non avevano il controllo. Contro il loro parere, il presidente formò la National Intelligence Agency nel gennaio del 1946, e nel luglio del '47 ribattezzò l'agenzia con il nome attuale.
 
DOPPIO GIOCO
I suoi agenti avevano il difficile compito di penetrare i confini di paesi nemici e di aree sensibili in tutto il mondo per di raccogliere informazioni da riferire direttamente alla Casa Bianca. Nell'Europa dell'Est ci fu lo smacco dell'agente britannico Kim Philby, il più famoso doppiogiochista del suo tempo, che per anni coadiuvò la dislocazione degli agenti americani, e al tempo stesso la boicottò a favore dei russi. La Cia fallì nel prevedere l'invasione di Cecoslovacchia e Romania e nel rilevare l'avvio del programma nucleare sovietico, ma centrò l'obiettivo di pilotare le elezioni italiane del 1948 verso la vittoria tutt'altro che scontata della Democrazia Cristiana.

Il salto di qualità, e secondo altri quello nel buio delle operazioni più ciniche e violente, si ebbe con l'inizio della guerra in Corea, nella quale l'agenzia armò e organizzò le azioni di guerriglia dei nordcoreani fuggiaschi. Allo stesso tempo nel tentativo di accostarsi ai centri nevralgici del potere locale, la Cia aprì le porte al traffico di eroina dal Triangolo d'Oro (Myanmar, Thailandia e Laos) verso gli Usa. Questa associazione è rimasta nel tempo una caratteristica del modus operandi dell'intelligence americana: la tollerò Carter in Afghanistan, poi Nixon nel Nicaragua di Noriega e infine George H.W. Bush, a sua volta ex direttore della Cia, in Venezuela.

Nonostante questo, e nonostante le critiche che l'agenzia si è attirata costantemente per l'utilizzo di omicidi, complotti e ingerenze negli affari internazionali, non c'è stato un solo presidente americano che abbia rifiutato i suoi servigi. Dal tentato colpo di stato in Iran nel 1953 a quello riuscito in Guatemala l'anno dopo; dalla crisi dei missili sovietici a Cuba alla repressione delle istanze rivoluzionarie in centro e Sud America negli anni '60 e '70, gli uomini della centrale di Langley in Virginia sono stati in prima linea e dietro le quinte dei maggiori eventi politici del secolo scorso. Richard Nixon si fidò a tal punto del lavoro degli agenti segreti da arruolarli nella guerra personale contro l'Fbi che portò al suo impeachment.

Seguirono anni di accuse e di sospetti sull'operato dell'agenzia, spesso fomentati dalle altre agenzie governative americane antagoniste. Ma gli agenti segreti sono sopravvissuti alla fine della guerra fredda e del comunismo, hanno preparato il campo all'operazione Desert Storm in Iraq e poi gestito l'intelligence americana nell'occupazione dell'Iraq, inclusi gli episodi di tortura nei 'black holes', le prigioni segrete disseminate tra paesi amici e remoti nella mappa mondiale, e l'uccisione di bin Laden.

FICTION
Una tale mole di attività conosciuta, e quella ancora più voluminosa da sempre oggetto di sospetti e teorie complottiste, è stato un terreno fertile per la letteratura e per il cinema. Graham Green aprì gli occhi del mondo sulla moderna evoluzione della figura della spia con i graffianti Il Nostro Uomo all'Avana, L'americano Tranquillo e Il Fattore Umano, tutti trasformati in pellicole di grande successo. Con I Tre Giorni del Condor Sydney Pollack e Robert Redford ci hanno aperto gli occhi sull'intensità del terrore che l'attività del controspionaggio comportava; nella Grande fuga dell'Ottobre Rosso Alec Baldwin ha esplorato gli abissi della guerra fredda. I risvolti comici della professione sono entrati nel televisivo American Dad e quelli più spettacolari sono approdati nei videogiochi grazie alla mano esperta di Tom Clancy, il maggior esperto letterario della materia, scomparso due anni fa.
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