Roma, lo chef Massimo Riccioli aggredito dietro al Pantheon: «Qui regna il degrado»

Massimo Riccioli
di Marco Carta e Raffaella Troili
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Venerdì 30 Agosto 2019, 01:08 - Ultimo aggiornamento: 10:53
Uno dei migliori chef di Roma, Massimo Riccioli, due sbandati liberi di spadroneggiare intorno al Pantheon, nel cuore di Roma abbandonato. E una tentata aggressione, sventata per pochi secondi. A raccontare come è andata è lo stesso Riccioli, nel suo tempio dell’alta cucina di pesce, La Rosetta. «Mercoledì, tardo pomeriggio, uno dei tanti sbandati, clochard e punkabbestia che stazionano qui fuori, in preda all’alcol stava prendendo a calci i bidoni della spazzatura. Ho cercato di fermarlo, l’ho rimproverato, ma un suo “compare”, anche lui ubriaco, ha cercato di alzare le mani su di me».

Un diverbio che stava per sfociare in un’aggressione. Per fortuna, sentendo le urla, sono arrivati tre agenti del gruppo Trevi della polizia locale, che hanno fermato Domenico Proia, il 39enne, italiano, ieri condannato a 9 mesi per resistenza, lesioni e minacce a pubblico ufficiale (gli agenti intervenuti sono dovuti ricorrere alle cure mediche).

Ora Riccioli, da una vita in via della Rosetta, lancia un messaggio accorato contro l’imbarbarimento del centro, il senso di abbandono che avvilisce chi punta sulla qualità. «Sì, perché via della Rosetta è infestata, qui c’è una comitiva di sbandati che creano disagio un po’ in tutta la zona, bevono, sentono la musica ad alto volume, bivaccano, si lasciando andare, la strada è tutta sporca. E non sono io che devo intervenire. Io voglio fare l’oste».
Riccioli pochi istanti prima della “zuffa” aveva casualmente messo in guardia gli agenti.

«Verso noi esercenti c’è un atteggiamento di grande solerzia, lo stesso non vedo verso queste persone, forse perché poco gestibili. Sì qualche volta gli diamo pure un piatto di pasta, stanno lì, a due passi dal Pantheon, hanno il loro posticino privilegiato, ma la gente così se ne va. Già abbiamo un turismo di basso livello, chiedo almeno che mi siano assicurati i criteri minimi di convivenza. La città sta decadendo, la gente se ne va, ai tavolini fuori non vuol sedersi più nessuno».

Rifiuti, bivacchi, turismo selvaggio. Nella zona del Pantheon, gioiello della capitale, trasuda impietoso il degrado di una città in caduta libera. 
«Ed io sto soffrendo, l’area non è mai stata così “sbracata”. Vorrei che chi gestisse la città e l’ordine pubblico vigilasse di più, non possiamo farlo noi. Questi episodi vanno anticipati, altrimenti conviene abbandonarlo ‘sto Pantheon, dopo 50 anni che stiamo qui. Cassette, cartoni, piccole dimore intorno al Pantheon vivono per strada, hanno i cani senza museruola. E poi suonatori di musica amplificata, venditori di fiori, ciarpame, giocattoli, ogni giorno è peggio, ognuno fa come gli pare e l’intolleranza è solo frutto dell’esasperazione».

Anche lei è esasperato.
«Questo è il centro di Roma, non si può vivere assillati dal fatto che questi personaggi chiedono, discutono, non si comportano bene. Dobbiamo muoverci, vanno spostati, altrimenti sarà sempre peggio. Chi lavora per bene e non commette abusi viene penalizzato. Le forze dell’ordine a che servono: solo a fare le multe? Avevo messo un pannello per proteggere un po’ da queste aggressioni, mi hanno multato. Però siamo in balìa di disperati liberi di fare quello che vogliono. E la città sta decadendo, non vengono più i grandi turisti, ma solo quelli che sporcano, anche loro».

Ieri davanti al giudice monocratico l’aggressore ha provato a difendersi così: «Sono un artista di strada. Ero andato lì per mangiare gratis, con un amico che ci va spesso. Avevamo bevuto». Sbracciando in preda all’alcol ha preso a calci e pugni tre agenti minacciandone uno di morte. Per l’accusa, rappresentata dal pm Mario Pesci, Proia aveva accompagnato un amico, Mariano Buttaro, per provare a cenare senza pagare. I due avrebbero iniziato a litigare con il proprietario del locale.

Buttaro «iniziava a prendere a calci i cassonetti dedicati alla raccolta dei rifiuti», facendoli cadere, poi «si dirigeva verso la cucina per prendere un piatto di pasta», si legge nelle carte. A quel punto Riccioli prova a fermarlo: i due si scontrano, Buttaro cade a terra con il piatto di pasta, la situazione degenera. Proia, con in mano una bottiglia di vino mezza vuota, improvvisamente si scaglia contro lo chef, vola qualche spintone. Il resto è chiaro: il Pantheon è ostaggio degli sbandati.
 
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