Stretta case-vacanza: in arrivo un codice per evitare l'evasione

Stretta case-vacanza: in arrivo un codice per evitare l'evasione
di Jacopo Orsini
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Mercoledì 12 Giugno 2019, 00:28 - Ultimo aggiornamento: 13 Giugno, 16:20

Il governo gialloverde vara una stretta anti-evasione sugli affitti brevi. Con l’estate in arrivo, nel decreto crescita sono stati inserite dai relatori con l’appoggio dell’esecutivo alcune norme per tentare di contrastare il mare di nero che caratterizza il settore. In particolare viene istituito un “codice unico” per identificare tutte le strutture ricettive e vengono rafforzati gli obblighi per il versamento delle imposte, compresa la tassa di soggiorno.

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Chi mette in locazione una casa e non pubblicherà il suo codice, che sarà raccolto in una nuova banca dati, rischia una multa da 500 a 5000 euro. Inoltre, per quanto riguarda la cedolare secca del 21% sulle locazioni degli appartamenti, che dal 2017 sono tenuti a riscuotere anche i colossi come Airbnb e Booking, viene stabilito che i soggetti residenti in Italia e parte dello stesso gruppo sono responsabili in solido dei versamenti.

In pratica, se la società che fa intermediazione immobiliare tramite un portale telematico non nomina un rappresentante fiscale, la norma prevede che «ai fini degli obblighi di versamento delle imposte sui contratti di breve durata» viene sancita «la responsabilità in solido, sotto il profilo fiscale, del soggetto residente nel territorio italiano facente parte dello stesso gruppo». Insomma per i grandi intermediari del web sarà più difficile sottrarsi al fisco tricolore. Il governo per il momento non prevede comunque un aumento delle entrate. Nella relazione tecnica del provvedimento si afferma infatti che «in via prudenziale non si ascrivono efffetti sul gettito». 

LE VERIFICHE
Per contrastare l’evasione della tassa di soggiorno, i comuni potranno poi verificare le presenze attraverso le informazioni che chi affitta una casa è obbligato a comunicare alla pubblica sicurezza. Questi dati saranno messi a disposizione dei comuni che hanno istituito l’imposta di soggiorno in forma anonima e aggregata attraverso l’Agenzia delle entrate. 

L’obiettivo del governo, sottolinea Massimo Bitonci, sottosegretario al ministero dell’Economia, è porre «un freno all’evasione sugli affitti brevi». Divisi però gli operatori. La Federalberghi e i grandi gruppi che gestiscono le case in affitto si sono subito schierati a favore delle novità e in particolare del codice identificativo. L’idea infatti è che favorirà l’emersione del nero e consentirà verifiche rapide e veloci su chi affitta illegalmente.

Perplessa invece la Confedilizia, l’associazione dei proprietari di case. «Dato che in Italia non esiste la categoria degli “immobili destinati alle locazioni brevi”, la norma impone di fatto un ennesimo adempimento a carico di circa 32 milioni di abitazioni», afferma il presidente dell’organizzazione, Giorgio Spaziani Testa. In base a come è scritta la norma, sostiene Confedilizia, tutti i proprietari di immobili in Italia dovrebbero dotarsi di un codice identificativo. «Poiché non riteniamo che il governo abbia queste intenzioni, auspichiamo che possa rimettere mano al testo presentato». Solo poco più di un terzo delle abitazioni possedute dagli italiani sono infatti seconde case e solo una piccola quota di questa fetta viene usata per affittarla per brevi periodi.

GLI ADEMPIMENTI
L’associazione dei proprietari sottolinea poi che con il decreto Salvini chi cede un immobile, anche per un solo giorno, deve comunicare i dati sugli ospiti alle questure, pena l’arresto fino a 3 mesi o l’ammenda fino a 206 euro. «Adempimenti e sanzioni, insomma, sono già molti e rilevanti», prosegue Spaziani Testa. «Bisognerebbe smetterla di guardare agli affitti brevi con sospetto e coglierne invece le mille implicazioni positive per l’economia italiana», aggiunge.

«Apprezziamo questa proposta - è invece l’opinione del presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca - primo passo di un percorso che deve proseguire introducendo un set di norme di tutela del turista in materia di igiene, sicurezza e prevenzione». Il via libera arriva anche da Assoturismo Confesercenti che parla di «un passo rilevante per intercettare l’abusivismo presente nel settore».

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