Carte d’identità digitali sbagliate, 300 mila lettere per sostituirle

Carte d’identità digitali sbagliate, 300 mila lettere per sostituirle
di Umberto Mancini
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Domenica 3 Giugno 2018, 00:09 - Ultimo aggiornamento: 18:06
C’è posta per te. Sono in arrivo 300 mila lettere. Ad inviarle è il Poligrafico dello Stato che ha scritto a tutti i possessori di carte d’identità digitali “fallate” per proporre la sostituzione gratuita. Una risposta alla denuncia dell’Anci, l’associazione che raggruppa i Comuni italiani che, come rivelato dal Messaggero, aveva lanciato l’allarme, in vista delle ferie estive, sul rischio di mal funzionamento all’estero a causa di un microchip caricato con un software errato. La decisione, dicono al Poligrafico, è stata presa non tanto perché c’è un problema di riconoscimento della carta, considerata super sicura e non falsificabile, ma per chiudere il caso e far rientrare i timori avanzati dal presidente dell’Anci, Antonio Decaro, che si era detto molto preoccupato per la situazione e i conseguenti effetti sui cittadini. 

L’AVVISO
In una lettera inviata l’8 maggio ai sindaci “sperimentatori” della carta, Decaro non era stato tenero, portando alla luce la questione. Il presidente aveva spiegato, mettendo tutto nero su bianco, che nell’ultima riunione della Commissione Interministeriale permanente Cie (carta identità elettronica) aveva «appreso con stupore che erano state emesse da parte del Poligrafico dello Stato 346.275 carte difettose». Carte che «non consentirebbero la corretta verifica di tutti i dati del cittadino se lette tramite alcuni strumenti elettronici». Decaro aggiungeva di aver espresso tutta la propria preoccupazione ai vertici del ministero degli Interni per le «eventuali ripercussioni sui Comuni, incolpevoli, in quanto non coinvolti nel processo di produzione ed emissione della Cie».

Nei giorni scorsi il Poligrafico - che realizza le carte digitali con una procedura centralizzata e una personalizzazione particolare - ha rotto gli indugi. Del resto fin da febbraio scorso sapeva del “vulnus”, ma aveva evitato di inviare le lettere di “richiamo” perché gli errori riguardavano dati secondari delle carte, non suscettibili, sempre secondo l’istituto che fa capo al Mef, di creare problemi alle frontiere. Di fatto non voleva creare allarme. Una tesi ovviamente opposta a quella sostenuta dall’Anci che ha sollevato il caso. Sia come sia adesso chi vorrà potrà cambiare la Cie senza dover passare per gli uffici comunali e i loro cronici ritardi. 

Purtroppo Roma, come noto, è in testa con oltre tre mesi per il rilascio. Ritardi che non dipendono dal Poligrafico che, una volta ottenuti i dati dalle postazioni degli enti locali, gestisce la pratica in meno di 5 giorni, compreso l’invio del documento al domicilio. Prevedibile quindi che senza intermediazioni l’operazione possa concludersi in tempi rapidi, anche se il danno di immagine purtroppo non sarà facile da cancellare.

I NUMERI
La sostituzione potrebbe costare, a giudizio del Poligrafico, circa 5 milioni di euro, mentre fonti sindacali stimano cifre più rilevanti. Va da se che i conti si potranno tirare solo al termine dell’operazione.
Scendendo nei dattagli, il costo “industriale” delle carta è di circa 8 euro, a cui bisogna aggiungere 4,5 euro per la spedizione, 3 di Iva e 5 euro che vanno ai Comuni. Quasi tutti i Paesi europei hanno adottato o stanno adottando il documento digitale, ma la tassa sulla carta di identità con il chip è di certo un “unicum” tutto italiano. 

 
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