Ferranti: «La metropoli sconta anni di incuria, ora la mappa delle cavità sotterranee»

Ferranti: «La metropoli sconta anni di incuria, ora la mappa delle cavità sotterranee»
di Fabio Rossi
3 Minuti di Lettura
Sabato 7 Aprile 2018, 00:36
Tra rischio esondazione, frane e voragini, Roma ha bisogno di interventi urgenti per essere messa in sicurezza, «per oltre 600 milioni di euro» ponendo fine anche «a quei problemi di incuria e mancato rispetto delle regole che hanno messo in pericolo decine di migliaia di residenti della Capitale». A partire dalle aree più a rischio: il X Municipio, tra Ostia e l’Infernetto. L’ingegner Carlo Ferranti, dirigente dell’ufficio piani e programmi dell’Autorità di distretto idrografico dell’Italia centrale, tira le somme del lavoro svolto dl nuovo ente, che ha accorpato anche l’ex autorità del Tevere, in collaborazione con l’Ispra, il dipartimento della Protezione civile nazionale e la struttura di missione contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche #italiasicura.

Da dove nasce il rischio idraulico nella Capitale?
«C’è un reticolo secondario molto pericoloso, che potrebbe esondare mettendo a rischio parecchie decine di migliaia di residenti nella Capitale».

Di cosa si tratta? 
«Sono 13 corsi d’acqua minori, più tutta la bonifica di Ostia e del X Municipio».

Perché creano pericolo?
«Quando piove c’è deflusso in questo reticolo che non viene smaltito e che diventa pericoloso, appunto perché può esondare».

Come si può mettere in sicurezza la Capitale?
«Ci sono circa 600 milioni di interventi da fare urgentemente, in corrispondenza del reticolo secondario, per eliminare il rischio idraulico. Sono opere che vanno fatte».
Tra le cause dei rischi c’è anche il degrado?

«C’è un problema di mancanza di manutenzione, ma anche di abusivismo che ha soffocato il reticolo e lo ha reso pericoloso. Se io vado a costruire a ridosso di un fiume, mi metto da solo in una situazione di rischio e creo a mia volta un pericolo».

Dove si deve intervenire con più urgenza?
«La zona del X Municipio, tra Ostia e Infernetto, è quella in cui bisogna mettere subito in campo le opere necessarie».

Che tipo di opere?
«Per esempio alcuni interventi sul canale Palocco, sul fosso Vallerano, sul rio Galeria e sul fosso di Prima Porta, o una cassa di espansione in località Madonnetta».

I romani sono in allarme anche per la continua apertura di voragini in città.
«Le voragini solo legate alle cavità esistenti nel sottosuolo romano a causa delle catacombe e delle cave che sono state utilizzate nei secoli per estrarre materiali».

Cosa si può fare adesso?
«Per quanto riguarda le voragini si sta lavorando a partire dalla mappatura delle densità e delle diverse situazioni di rischio esistenti nelle varie aree della città rispetto a questo fenomeno».

A cosa servirà questo lavoro?
«La mappa è uno strumento di conoscenza che viene messo a disposizione di chi deve tenere la situazione sotto controllo e che può essere utilizzata quando si va a scavare in una zona per i lavori di un cantiere. Bisogna iniziare a studiare bene le cavità, perché in alcuni punti di Roma va prestata maggiore attenzione».
© RIPRODUZIONE RISERVATA