Cannes, tutto il Festival dalla A alla Z

Cannes, tutto il Festival dalla A alla Z
di Gloria Satta
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Sabato 19 Maggio 2018, 00:49 - Ultimo aggiornamento: 20 Maggio, 22:05
CANNES Applausi, polemiche, inciampi, fotogrammi, riti, miti, mitomani. In attesa dei premi, ecco l’alfabeto dei personaggi e momenti cult del 71mo Festival.

A come AmFar. Ha superato i 20 milioni di dollari, record dell’anno scorso, la “colletta” del tradizionale charity anti-Aids. Morale: Weinstein non serviva a niente.
B come bianco e nero. Più che mai di moda nel cinema d’autore, come dimostrano due tra i film più applauditi: Cold War di Pawlikowski e Neto di Serebrennikov.
C come cane. Il cattivo di Dogman ne mette uno nel freezer, il buono lo scongela: e il noir di Garrone vince a mani basse la Palm Dog, il premio destinato ai film con animali.
D come divine. Cotillard madre snaturata, Paradis produttrice porno, Adjani ladra. «Lo famo strano» devono essersi dette le star francesi, a Cannes in ruoli estremi.
E come eleganza. Quanto a mise, Cate Blanchett (foto) non ha sbagliato un colpo. Si spera che, con il verdetto, stasera ripeta la bella figura fatta sul red carpet.
F come fischi. Non pervenuti: sopprimendo le anteprime stampa, il delegato generale Frémaux ha neutralizzato la tradizionale forma di dissenso. I produttori ringraziano.
G come giornalisti. Arrabbiatissimi per lo stravolgimento degli orari che li ha costretti a lavorare con tempi “impossibili”. Il Festival ne terrà conto? Dovrebbe.
H come Hadid. La mondanità è stata in calo ma le due Hadid, le top Bella e Gigi, erano onnipresenti come il prezzemolo.
I come italiani. Accolti benissimo, sia dalla critica sia dal pubblico, i nostri film presentati al Festival. Esulta RaiCinema che li ha prodotti tutti.
L come Lars Von Trier. Perdonato dal Festival, il regista danese ha messo in fuga gli spettatori: alla proiezione del truculento The House That Jack Built sono usciti in 100.
M come marcia. Indimenticabili le 82 donne sul red carpet per reclamare parità e rispetto. È stato il marchio stesso di questa edizione.
N come Netflix. Cacciata dal Festival, la piattaforma ha sguinzagliato al Marché una trentina di persone. E l’anno prossimo investirà nel cinema 8 miliardi di dollari.
O come omo. I francesi hanno adorato Plaire, aimer, courir vite, gli altri un po’ meno. Ma il film di Honoré su un amore gay ha tenuto alta la bandiera del cinema lgbt.
P come piscina. Applauditissima quella della commedia Le grand bain di Lellouche. Un sorriso in mezzo ai drammi e alle catastrofi dei film di Cannes.
Q come quote rosa. Frémaux, giustamente, non ne vuole sapere. Ma il trend è lanciato e le tre registe in gara quest’anno saranno di più nelle prossime edizioni.
R come ricordi. Imperdibili quelli di Gilles Jacob che li ha messi nel suo libro Dictionnaire amoreux de Cannes.
S come sballo. Protagonista di Climax che mostra alcuni ballerini “posseduti” dalla droga. Film stupefacente.
T come tacchi. Per non inciampare sulle “marches”, Kristen Stewart si è sfilata i tacchi 15. Seppellita la vecchia regola che vietava alle signore di indossare le pianelle.
U come Under the Silver Lake. Doveva essere il film- sorpresa, invece ha ricevuto non poche stroncature.
V come Vincent. Meglio Vincent Cassel al braccio della fidanzata ventenne Tina o Vincent Vega alias John Travolta? Nel dubbio, folla e paparazzi per entrambi.
Z come Zaid. Il bambino siriano protagonista di Capharnaüm ha conquistato tutti. Cannes gli cambierà la vita, per fortuna.
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