Camilleri e il rebus donna: in “Noli me tangere” la misteriosa sparizione della moglie di un romanziere

Camilleri e il rebus donna: in “Noli me tangere” la misteriosa sparizione della moglie di un romanziere
di Renato Minore
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- Ultimo aggiornamento: 10 Febbraio, 13:23
«È scomparsa in modo misterioso Laura Garaudo, moglie del notissimo romanziere Mattia Todini». Allontanamento volontario o sequestro di persona a scopo di ricatto? L’articolo del Messaggero che Camilleri cita come una delle sue fonti per raccontare la storia di Noli me tangere, formula anche l’ipotesi che si tratti di un ingegnoso espediente per il lancio del romanzo d’esordio della donna. Certo è che, fin dall’inizio del racconto, Laura non c’è. 

ENIGMA
E' un’enigmatica assenza/presenza, manda segnali contradditori su di sé, sulla sua persona, sulle ragioni della sparizione. Oggetto di lettere minatorie che fanno pensare al peggio, in fuga (verso dove?), coinvolta in incidenti stradali forse simulati.
O sulle tracce di dipinti da Firenze a Venezia a Londra dove risulti se ci sia stato o no un tocco tra le mani della Maddalena e Cristo, prima della sua folgorante ascesa in cielo: così come il talento figurativo di Beato Angelico ha immaginato la scena nell’affresco “Noli me tangere”, vero e latente motore che sembra dare vita ed energia al racconto stesso.

PERSONE
Ognuna delle persone con cui parla Maurizi, il commissario incaricato dell’indagine, può ben dire «io la conoscevo bene». Ma chi l’ha conosciuta Laura, la conosce davvero? Giovane e bella storica dell’arte con accanto un marito innamorato di lei tanto da averne quasi una sorta di venerazione e da scriverle dopo che è andata via «io sono come un assetato nel deserto ti amo ti amo ti amo come sempre ti prego rispondimi». 
Per l’amica del cuore, è la donna alquanto misteriosa che alterna momenti di sincerità assoluta, spiazzante, addirittura brutale a momenti in cui guazza nella menzogna. Laura donna inquieta: quando su di lei scendono le ombre che la fanno sentire come se fosse travolta dal “ghibli”, uno dei venti più temuti del deserto e in queste giornate si chiude in se stessa senza uscire di casa e non vuole che nessuno la tocchi. 
Laura con la sua incontrollabile volubilità che liquida amanti in modo spietato, inseguita dal rancore di qualcuno di loro che potrebbe anche essersi trasformato in vendetta. Laura, moglie amata ma vistosamente fedifraga che sembra attratta da un oscuro impulso di redenzione.

MALFATTORI
«È probabile che la signora, allontanatasi da casa in un primo tempo di sua spontanea volontà sia incappata in una banda di malfattori che sembra la tengano prigioniera», scrive ancora Il Messaggero. E quel fine indagatore dell’animo umano che è Maurizi, commissario con buone letture (conosce Campana e T.S. Eliot, al momento giusto utili per la ricerca) sulle tracce di Laura incontra amici, amanti, analisti, avvocati, professori d’università. Scavando sotto la patina delle ipocrite e frettolose definizioni che l’hanno ingabbiata, l’identikit psicologico della donna inizia a comporsi e con esso le tracce ora visibili del suo percorso di fuga e le ragioni (vere) della scomparsa.

NOTE
Nelle note finali, Camilleri scrive che il suo non è il racconto poliziesco su di una giovane donna che non si trova più, ma il tentativo di disegnare, con mezzi semplici, «un ritratto femminile complesso, sì, ma non così inconsueto come a prima vista può apparire». [/FORZA-RIENTR]Noli me tangere è una sorta di giallo dell’anima che, tra dialoghi teatralmente costruiti, stralci giornalistici, messaggi minatori, messaggini, squarci di diari e di lettere,
Camilleri mette in scena con la consueta abilità combinatoria, talora mossa pressoché in automatico. Un crescendo, come in un thriller, che sa quasi sempre dosare, rallentare, incastrare azioni, sorprese, inganni false/vere acquisizioni e rivelazioni non sempre decisive e qualche volta strategicamente, e sul momento, fuorvianti.
 
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