Cameron Diaz tra canti e balli nel nuovo film: «Io, trasformista nata»

Cameron Diaz tra canti e balli nel nuovo film: «Io, trasformista nata»
di Gloria Satta
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Giovedì 25 Giugno 2015, 23:43 - Ultimo aggiornamento: 26 Giugno, 00:03
Cambiare. Trasformarsi. Stupire. La parola d’ordine di Cameron Diaz? Spiazzare. È infatti in una veste tutta nuova, tra canti e balli, che l’attrice americana, 43 anni, regina strapagata della commedia e fresca sposa del rockettaro tatuatissimo Benji Madden, si presenta nel film "Annie - la felicità è contagiosa", remake del celebre musical del 1982. Allora dietro la cinepresa c’era John Huston, oggi c’è Will Gluck e il nuovo cast superstar schiera anche Jamie Foxx, Rose Byrne, Bobby Cannavale. Il film, atteso nelle sale il 1° luglio dopo l’anteprima romana a City Fest (vedi sotto) vede ancora protagonista la piccola Annie (interpretata da Quvenzhané Wallis, a 9 anni con "Re della terra selvaggia" fu la più giovane candidata all’Oscar della storia), una bambina tenace e sempre ottimista che, abbandonata dai genitori, va alla ricerca della propria famiglia e non ha difficoltà ad ambientarsi tra le strade di New York. Cameron Diaz interpreta Miss Hannigan, la madre affidataria di Annie. Cantando e ballando. Una sfida che l’attrice racconta al Messaggero.



Cosa l’ha spinta ad accettarla?

«Confesso che all’inizio ero terrorizzata: anche se ho sempre desiderato interpretare un musical, cantare e ballare davanti alla cinepresa va al di là della mia ”comfort zone”. Avevo una paura matta di non riuscirci e soprattutto di non avere abbastanza voce...»

E come ha superato le sue paure?

«Quando ho incontrato il direttore musicale del film, Matt Sullivan, sono scoppiata a piangere e gli ho confessato le mie trepidazioni. Lui è stato adorabile, mi ha rassicurata e messo a disposizione una squadra di coach che mi hanno insegnato a tirar fuori il meglio di me. Abbiamo lavorato sodo e, giuro, è stata un’esperienza straordinaria».



Ma lei il musical originale l’aveva visto?

«Sì, quando avevo dieci anni e andavo a scuola. Imparai le canzoni a memoria, in particolare "Tomorrow": ogni volta che la ascolto ripenso alla mia infanzia».



Come descriverebbe il suo personaggio?

«Miss Hannigan non è triste perché non ha un compagno, anche se c’è un tizio che la corteggia. E’ triste perché canta, ma non riesce a diventare una star: è stata licenziata dal gruppo musicale di cui faceva parte, quindi si ritiene una fallita. Moltissime persone pensano che fama e successo garantiscano la felicità...».



Ma cosa l’ha spinta a interpretarla?

«Il fatto che cambia. Il mio personaggio capisce a un certo punto che nel passato ha fatto cose sbagliate come bere, andare in giro, preoccuparsi ossessivamente dei capelli e delle unghie: insomma si è comportata come se fosse una persona famosa, ma senza lavorare per diventarlo. Miss Hannigan finisce per rendersi conto che la fama e i soldi non danno la felicità: per guadagnarsela, bisogna fare la cosa giusta».



E la piccola Annie che tipo di bambina è?

«Deve imparare molto presto a prendersi cura di sé e sopravvivere in un mondo molto duro. Non dovrebbe essere così: ogni bambino merita di essere amato e accudito, di avere un posto sicuro in cui stare... Annie per fortuna trova Miss Hannigan che le promette di darle un letto, proteggerla, insegnarle a leggere e scrivere».



E qual è il messaggio del film?

«Ognuno di noi, da bambino, ha pensato almeno una volta di non essere abbastanza amato dai propri genitori. Nessuno è perfetto, nemmeno il padre e la madre migliori, e possono capitare momenti in cui un piccolo si sente trascurato... È il caso di Annie, e fa pena anche se è buffa, ottimista e carismatica. Alla fine tutti sono contenti che trovi una persona che la ama e un posto che possa chiamare casa».



Lei non ha figli, che effetto le ha fatto recitare con un’attrice di nove anni?

«Quvenzhané è divertente, dinamica e piena di talento. Era felice di recitare, così non sarebbe andata a scuola. È già una bravissima attrice, ma resta una bambina».



Come sceglie i film?

«Non devo dimostrare a nessuno che sono una brava attrice né pretendo di vincere l’Oscar. Scelgo le sfide che mi stimolano di più per gratificare me stessa. Anche a costo di lavorare duro, com’è successo sul set di Annie. È stata una faticaccia, ma che soddisfazione! Conta solo questo».

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