Viterbo, «Ti uccido il fratello piccolo», bullo pesta il compagno fuori dalla scuola: il conto lo pagano i prof

Viterbo, «Ti uccido il fratello piccolo», bullo pesta il compagno fuori dalla scuola: il conto lo pagano i prof
di Rita Maria Esposito
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Lunedì 30 Aprile 2018, 00:05 - Ultimo aggiornamento: 1 Maggio, 21:02

«Puzzi, mi fai schifo»; «Ti uccido il fratello più piccolo»; «Devi morire». Sono solo alcuni degli insulti e delle minacce che un giovane studente di un istituto tecnico in provincia di Viterbo, finito nel mirino di un compagno di classe violento, ha dovuto sopportare per mesi. Un vero e proprio incubo andato avanti nell’indifferenza generale e culminato in un violento pestaggio all’esterno della scuola e la conseguente corsa in ospedale, dove la giovane vittima è arrivata con il setto nasale rotto e in stato di choc, nonostante l’intervento chirurgico gli resterà per sempre una disabilità del 6%. 

Una brutta storia di bullismo e sopraffazione per la quale il Ministero dell’Istruzione e i genitori del giovane bullo adesso dovranno risarcire la vittima, difesa dall’avvocato Giorgio Barili, con circa 12mila euro. Per la prima volta, il tribunale civile di Roma ha stabilito che non importa se l’episodio incriminato sia avvenuto all’esterno della scuola e al di fuori dell’orario scolastico. La scuola è comunque responsabile per «culpa in vigilando» perché, pur sapendo delle vessazioni subite dal giovane, i docenti non avrebbe fatto nulla per farle cessare. Sarà poi il Ministero a valutare se rivalersi davanti alla Corte dei conti sugli insegnanti o sul preside. 

I PRECEDENTI
Non è la prima volta che il Miur viene condannato a pagare un risarcimento danni in vicende di bullismo, era già accaduto nel 2013 per un aggressione avvenuta in una scuola di Manfredonia, dove il bullo di turno – approfittando del momentaneo allontanamento del professore dall’aula - scaraventò un compagno contro un armadietto. È accaduto pochi giorni fa in Campania, dove un Giudice di Pace di Napoli ha condannato il Ministero a risarcire la vittima di un violento pestaggio verificatosi nel cortile della scuola che frequentava. A sancire la responsabilità del Ministero dell’Istruzione per gli episodi di bullismo che si verificano all’interno delle scuole pubbliche italiane c’è, infine, anche un’ordinanza della Suprema Corte di Cassazione.

A distinguere la sentenza emessa dal tribunale civile capitolino dalle altre è che in questo caso, il pestaggio vero e proprio è avvenuto all’esterno della scuola, subito dopo la fine delle lezioni. Il tribunale nella sentenza sottolinea che l’aggressione e le minacce avevano avuto inizio durante l’ora di matematica, al primo anno dell’istituto di Ragioneria di Montefiascone, quando il bullo aveva iniziato ad insultare violentemente il suo compagno con frasi ingiuriose, arrivando addirittura a sputargli addosso.

L’aggressione poi era continuata alla fine delle lezioni nel cortile della scuola e si era conclusa fuori il cancello della stessa con il bullo che, dopo aver spintonato la vittima, aveva cominciato a colpirlo violentemente: «Se il ragazzo aveva potuto perseguitare indisturbato la vittima - si legge nella sentenza - finanche durante lo svolgimento delle lezioni, era evidente che presso l’istituto scolastico non era stata esercitata alcuna vigilanza degli studenti degna di essere definita tale, con piena applicabilità dell’articolo 2048 del codice civile», ovvero quello che disciplina proprio la «culpa in educando». 
 

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