Buche a Roma, record di risarcimenti, allarme dei revisori dei conti

Buche a Roma, record di risarcimenti, allarme dei revisori dei conti
di Lorenzo De Cicco
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Domenica 13 Gennaio 2019, 00:39 - Ultimo aggiornamento: 13:28

Tredici milioni di euro per ripagare cerchioni saltati sulle consolari come tappi di spumante, paraurti ammaccati, semiassi informi e un’infinità di gomme squarciate dalle trappole sull’asfalto. Nel 2018, in Campidoglio, è praticamente raddoppiato il “conto” dei risarcimenti per le buche, male atavico della Capitale e tarlo per i sindaci di ogni colore, che pure negli ultimi mesi sembra avere fatto più vittime del passato. Nel 2017 l’amministrazione di Roma aveva dovuto tirar fuori poco più di 7 milioni di euro, mentre nell’anno che si è appena concluso la cifra è lievitata fino a scavallare quota 13 milioni. Ed è andata perfino bene, considerato che il Comune, a inizio 2018, aveva ipotizzato perdite record da 15 milioni, peggio anche del 2016 (10 milioni).

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I RISCHI 
A conti fatti, tra cause civili e azioni stragiudiziali, a Palazzo Senatorio e alla sua controllata Adir (acronimo di Assicurazioni di Roma) sono arrivate 4.500 richieste di risarcimento solo negli ultimi 12 mesi. Quasi tutte da automobilisti e centauri beffati da bitume e sampietrini, più qualche centinaio di pratiche per gli alberi che continuano a venir giù come birilli al primo sbuffo di vento.
Dalle buche, al buco - di bilancio. Perché la girandola di azioni intentate dai romani sinistrati ha messo in allarme l’Organo di revisione economico-finanziaria del Campidoglio. L’aumento dei rimborsi era già finito nel mirino della Commissione Trasparenza del Comune e ora anche i revisori dei conti, da quanto risulta al Messaggero, hanno deciso di avviare un «monitoraggio» sulla vicenda, dal momento che «potrebbe avere riflessi sul bilancio dell’ente», viene spiegato da fonti dell’Oref.

AZIONI LEGALI
Sull’emergenza buche, il Codacons ha deciso di avviare una class action - la prima di questo genere - e finora ha messo insieme oltre 900 richieste di rimborso, più altri 80 tra conducenti e pedoni che hanno scelto di rivolgersi al Tribunale civile. Ieri l’associazione dei consumatori è riuscita a strappare il primo risarcimento «per buca» e non c’è nemmeno stato bisogno di un giudice. Davanti alle prove presentate, le Assicurazioni comunali hanno deciso di pagare subito 760 euro: 641 euro per i danni subiti più 119 euro per le spese legali. La vicenda, racconta l’organizzazione guidata da Carlo Rienzi, risale allo scorso 5 marzo: un automobilista aveva forato la gomma e danneggiato il cerchio della ruota. Colpa di una buca «non indicata da alcun segnale stradale», c’è scritto nel ricorso, in una via di Roma Sud. È dovuto intervenire un carro attrezzi e ora la parcella dell’officina, con gli interessi, la pagherà l’amministrazione di Roma. Poca roba per un ente con un bilancio miliardario, ma lo scenario cambierebbe se a ogni guasto causato dall’asfalto seguisse una richiesta di risarcimento.

Lo sa bene il Campidoglio, che nella memoria presentata ai giudici della class action ha scritto, tramite l’Avvocatura, che «la presenza sulle strade pubbliche di sconnessioni e altre irregolarità non costituisce un evento straordinario ma rappresenta, al contrario, una comune esperienza». E proprio per questo «deve essere tenuta ben presente dagli utenti della strada, i quali hanno l’obbligo di comportarsi diligentemente per evitare pericoli». La pensano diversamente all’Associazione familiari e vittime della strada: «È inaccettabile, un sindaco deve proteggere i suoi cittadini».

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