VENDE VENETO BANCA
Fin qui il copione della Vigilanza Unica, che però si segnala per la ristrettezza dei tempi accordati per fornire eventuali «osservazione» da parte della cordata cui partecipano personaggi come Massimo Segre, Carlo De Benedetti (con il 2%) e Luca di Montezemolo. La Bce ha comunicato «il progetto di diniego della richiesta autorizzazione che intenderebbe adottare» e loro, gli investitori riuniti in gruppo (Gestinter spa, MAVA ss, Duet Bim sa, Mimose spa, Romed spa, Piovesana Holding spa, Pietro spa, Luca Cordero di Montezemolo, Dad&Son srl, Pietro Boffa, Gianfranca Cullati, Serfin Servizi Finanziari, Alessandro Federici, Valentina Nasi, Artex srl, Fabio e Marta Viani, Mario Piantelli, Castello ss, Turati Investiments e Italvalv srl), possono «presentare osservazioni entro il 19 giugno, cioè domani.
Un passo indietro. Nel 2010 Bim, la cassaforte dei risparmi della borghesia piemontese il cui cda fu coinvolto nelle vicende di Danilo Coppola, era stata acquisita da Veneto Banca con un’Opa a 4,25 euro, mentre l’attuale riacquisto del 51,4% è stato sottoscritto nell’agosto scorso per 289 milioni. A fine operazione la cordata dovrebbe lanciare un’Opa obbligatoria a 3,6 euro sul 29% (a Veneto Banca resterebbe il 20%). Ma ora gli investitori si riservano di «valutare le argomentazioni» Bce e «di attivarsi per difendere i propri diritti».
Cosa contesta la Bce? Che uno degli investitori non ha contanti disponibili, bensì titoli. Inoltre, pare che che Gianclaudio Giovannone, D’Aguì e Segre, abbiano ancora aperto un contenzioso dal 2007 per ostacolo alla vigilanza.
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