Biglietti online, la grande truffa

Biglietti online, la grande truffa
di Mauro Evangelisti
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Venerdì 11 Novembre 2016, 00:01 - Ultimo aggiornamento: 13 Novembre, 12:41

Volete andare al concerto dei Coldplay allo stadio Meazza di Milano il 3 luglio? Non c’è problema, se vi accontentate di un posto nel secondo anello un biglietto costa solo 334,15 euro, se invece ne desiderate uno nel primo anello dovrete pagare fino a 1.325 euro. Domanda: cosa sta succedendo al business dei concerti in Italia? Come è possibile che il bagarinaggio on line sia ormai legalizzato e fiorente, rendendo frustrante e complicato l’acquisto dei biglietti a prezzi regolari sui canali ufficiali? Perché trionfano i siti in cui un ticket costa quanto una settimana di stipendio? 

MECCANISMI
L’ottima inchiesta del programma televisivo Le Iene ha alzato il velo sulle distorsioni del sistema del secondary ticketing (vale a dire la rivendita on line di un biglietto). Il servizio ha ipotizzato, fornendo delle prove, che vi sono colossi del settore dell’organizzazione dei concerti che passano sottobanco una parte dei biglietti a canali di rivendita on line, i cosiddetti bagarini 2.0. Questi ultimi aumentano in modo esponenziale il prezzo del ticket e riversano agli organizzatori parte dei ricchi incassi. Il canale ufficiale di Ticketone, invece, quello che dovrebbe avere l’esclusiva a prezzi regolari, viene aggirato e per l’acquirente diventa quasi obbligatorio rivolgersi ai siti di secondary ticketing. Non solo: come ha mostrato un caso che ha fatto esplodere la polemica - i biglietti per i Coldplay a Milano a luglio – in parallelo corre un altro sistema per raggirare i fan. Quando vi sono concerti in cui c’è fortissima richiesta dei biglietti, nel momento in cui il canale ufficiale Ticketone apre le vendite online vi sono società che, utilizzando software sofisticati, ne comprano in pochi secondi la maggior parte. Al normale consumatore non resta quasi nulla a prezzo regolare, così anche in questo caso è costretto a rivolgersi ai siti che hanno fatto incetta di ticket per rivenderli a prezzi stellari. In rete vi sono anche motori di ricerca che - così come avviene ad esempio per Skyscanner con i voli aerei - confrontano i prezzi proposti per ogni concerto dai diversi canali di secondary ticketing.

LA RABBIA E IL PORTAFOGLIO
Questi due meccanismi hanno fatto prosperare un sistema distorto che ha fatto infuriare Vasco Rossi. Le Iene hanno ipotizzato un rapporto tra il colosso che organizza concerti, Live Nation, e una piattaforma di secondary ticketing. Vasco, tramite l’agenzia Giamaica, ha annunciato su Facebook la rottura dei rapporti con Live Nation. Ma quanto vale in Italia il giro di affari dei concerti? Partiamo da un dato importante: ormai la parte più importante dei redditi degli artisti non è rappresentata dalla vendita dei cd (in picchiata) o di mp3; e non è compensata da quanto ricavano grazie ai servizi di musica in streaming come Spotify. 
No, la fonte principale di reddito è rappresentata proprio dalle tournée, dai concerti negli stadi, nei palasport, nelle piazze o nei teatri. Prendiamo i dati più completi, quelli che si riferiscono al 2015. Secondo Assomusica (Associazione degli organizzatori e dei produttori di spettacoli di musica dal vivo) l’anno scorso in Italia si è chiuso con 3.965 eventi(oltre l’8 per cento in più del 2014) e 6,9 milioni di spettatori (più 12 per cento). Gli incassi - e qui si comprende il peso degli interessi che si mettono in moto quando una band comincia a suonare - hanno superato quota 260 milioni di euro, quasi un quinto in più del 2014. A proposito: se siete ancora interessati a un biglietto per il concerto dei Coldplay, per la data del 4 luglio al Meazza con poco meno di 2mila euro si può acquistare un posto con accesso Vip.
 
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