Sordi, l’eredità contesa: tesoro da 100 milioni, oltre sessanta i parenti

Sordi, l’eredità contesa: tesoro da 100 milioni, oltre sessanta i parenti
di Adelaide Pierucci
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Martedì 14 Ottobre 2014, 00:58 - Ultimo aggiornamento: 12:43

È un tesoro che se non arriva ai 100 milioni di euro, ci va molto vicino, quello di cui si parla nel testamento della sorella di Alberto Sordi, Aurelia, morta due giorni fa.




Il pm titolare del fascicolo sul presunto raggiro ai suoi danni, Eugenio Albamonte, aveva fatto una stima solo dei 25 milioni di euro in titoli e conti correnti. A questi vanno però aggiunti la grande villa affacciata sulle terme di Caracalla, che pare valga altrettanto, e tutti i beni all’interno. Beni che potrebbero essere anche molto preziosi. La casa, infatti, è ricca di opere d’arte con dedica personalizzata all’attore, di un valore difficile da ipotizzare ma comunque altissimo. Sul destino di tutti questi tesori la parola definitiva dovrebbe dirla il testamento consegnato nel 2011 al notaio Alfredo Maria Becchetti che sarà aperto nelle prossime ore, dopo il funerale di oggi. Sulla validità del documento la procura non sembra avere dubbi. Stando alla perizia affidata allo psichiatra Francesco Iecher, al geriatra Stefano Maria Zuccaro e al neurologo Sandro Manfroni, l’anziana donna è divenuta incapace di intendere e di volere dopo il 2012, quindi successivamente alla stipula del testamento.

Nel corso dei colloqui coi medici, nel 2014, invece, appariva incapace di rispondere anche a semplici domande sulla professione del fratello.

Cosa contiene il testamento? Fonti ufficiose confermano che i beni sono lasciati ad un unico erede universale, salvo l’eventuale parte destinata ai parenti.

E stando al verbale del notaio Becchetti, è abbastanza probabile che a ereditare tutto sarà la Fondazione Museo Alberto Sordi, costituita contestualmente alla stesura delle ultime volontà. Qui spunta una strana coincidenza: il vice presidente è Giambattista Faralli, ovvero il funzionario di banca che l’anno scorso ha denunciato l’autista tutto fare Arturo Artadi, dando il via all’inchiesta penale. «Fin dal primo momento - dice Becchetti - la signorina Sordi mi disse che la costituzione della fondazione era, nelle sue intenzioni, una parte delle sue volontà testamentarie. Quindi mi disse subito che avrei dovuto assisterla per entrambi gli atti, tra i due passò un periodo relativamente breve».

Anche Artadi, assistito dall’avvocato Marco Monaco, compare nella fondazione, ma come semplice socio e difficilmente con la possibilità di gestire direttamente i soldi.

Sul futuro della cospicua eredità potrebbero volersi pronunciare anche i parenti indiretti della famiglia Sordi. Dal ramo dell’unico cugino Lelio, discende una quarantina di parenti e altri venti, circa, sono quelli collegati alla madre dei due. I primi, assistiti dall’avvocato Andrea Maria Azzaro, al momento non hanno ancora fatto la prima mossa: «I miei assistiti - dice il legale - al momento sono semplicemente interessati a capire cosa sia successo. Hanno letto che Aurelia è stata raggirata e vorrebbero saperne di più». E’ presto per dire se chiederanno di mettere in discussione le volontà firmate nel 2011.

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