Arriva la legge anti anoressia: reato istigare alla magrezza

Elisa D'Ospina
di Claudia Guasco
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Domenica 16 Luglio 2017, 00:09 - Ultimo aggiornamento: 17 Luglio, 10:53
L’amministratrice del sito dispensa consigli su come placare i morsi della fame: «Mastica e sputa tutto», oppure «guarda foto di modelle e attrici che ti siano d’ispirazione». Poi racconta alle lettrici il suo menu: «Colazione: una tazza d’orzo. Spuntino: nulla. Pranzo: 5 fette biscottate (160 kcal). Spuntino: nulla. Cena: nulla». Con l’introduzione dell’articolo 580 bis, tutto questo diventerà un reato. Istigazione a pratiche alimentari idonee a provocare l’anoressia e la bulimia, da punire con una condanna a un anno che diventano due se la vittima ha meno di quattordici anni.

STOP ALLE MAGRISSIME
La proposta di legge è all’esame della Camera, mentre la commissione Attività produttive del Senato discuterà la proposta di «divieto dell’impiego di modelle in stato di malnutrizione per sfilate e campagne pubblicitarie». Come l’olandese Marjan Jonkman, che ha spopolato sulle passerelle dell’alta moda di Parigi una settimana fa: altezza 1,80, 58 centimetri di vita, 86 di fianchi. Magra a tal punto che la rivista «20 minute Friday» ha lanciato l’allarme, chiedendo di non farla sfilare. Su Instagram la modella ha 55 mila follower, per molte giovanissime le sue clavicole ossute sono un esempio da imitare. «Un errore madornale», si infervora Paolo Roberti, fondatore e presidente della storica agenzia Fashion Model Management.

«Modelle si nasce, non si diventa - spiega - Bisogna avere il fisico adatto. Alle ragazze che vengono da noi non diciamo devi dimagrire, ma mangia e vivi da atleta. Nutriti bene, corri e fai palestra, vai a dormire presto. Ecco, le modelle sono atlete della moda e se vediamo qualcuna che dimagrisce troppo la mettiamo in guardia». In Italia, come in Francia, per sfilare serve un certificato di buona salute. Per Fabiola De Clerq, che venticinque anni fa a Roma ha aperto il primo centro Aba (www.bulimianoressia.it), è un pezzo di carta che non vale niente. «Le vedo entrare, nell’atelier di un celebre stilista nel portone accanto al nostro. Sono ragazzine di 15 anni tenute a stecchetto. Le obbligano a vivere tutte insieme in un appartamento e fanno i raid per controllare che non mangino le merendine. Questo è sadismo, è trattare le persone come manichini legno. Sono furente, e ben venga la legge sull’istigazione all’anoressia».

IL PERICOLO IN RETE
Secondo i dati del Ministero della salute, ogni cento ragazze tra 12 e 25 anni circa dieci soffrono di disturbi collegati all’alimentazione, che può assumere caratteristiche ossessive. Sono patologie ad alto tasso di mortalità, nell’anoressia nervosa si può arrivare fino al 25% per cento, di cui il 5%è dovuto al suicidio. Un mondo parallelo che cerca conferme e si specchia in rete, dove la più bella del reame pesa 35 chili. Diafana come Angelina Jolie e Victoria Beckham. La Johns Hopkins Bloomberg school of public health di Baltimora ha monitorato 180 blog pro anoressia, scovando una miniera di pericoli di facile accesso a chiunque si colleghi a internet: l’80% dei siti è dotato di applicazioni come i contatori di calorie, l’85% pubblica foto di donne scheletriche a cui ispirarsi (dette thinspiration), l’83% dà consigli per dimagrire velocemente, il 24% dei siti è stato bollato come molto pericoloso. Insegnano a vomitare, suggeriscono lassativi e diuretici, ammirano chi è capace di rifiutare il cibo, insultano chi fa notare che l’anoressia è una malattia da curare. 

Franca Sozzani, colta e geniale direttrice di Vogue scomparsa a dicembre, rimase colpita a tal punto da promuovere una raccolta di firme per far chiudere questi siti: «La moda è sempre stata incolpata di essere una delle cause principali e questo impegno è invece la dimostrazione che si mette in gioco in prima linea per combattere l’anoressia», ha scritto. Una legge può servire? «Certo, è un po’ come le cinture di sicurezza, fa parte di politiche di prevenzione che riguardano non solo interventi educativi sull’individuo ma anche la creazione di un ambiente sano», afferma il dottor Riccardo Dalle Grave, direttore scientifico dell’Aidap e primario del reparto di riabilitazione nutrizionale a Villa Garda. Che ricorda: «Attenzione, la guarigione dall’anoressia non supera il 50% dei casi».
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