Immuni, la ministra Pisano: «Tutti al mare con la app. Se Salvini è un italiano, la scarichi»

Immuni, la ministra Pisano: «Tutti al mare con la app. Se Salvini è un italiano, la scarichi»
di Simone Canettieri
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Martedì 9 Giugno 2020, 00:12 - Ultimo aggiornamento: 17:24

«In settanta giorni non sviluppa un’App nemmeno Dio». A mezzogiorno il sole batte forte sulla Palla di Pomodoro e rimbalza violento sulla facciata razionalista della Farnesina. Paola Pisano si riferisce alla creazione di Immuni
La ministra grillina dell’Innovazione, prima di salire in auto e lasciare il ministero degli Esteri dove ha partecipato alla presentazione del piano per l’export lanciato da Luigi Di Maio, si toglie qualche macigno dalle scarpe. Sorride, disponibile e sicura di sé, l’ex assessore comunale di Torino della giunta Appendino. 
D’altronde è il giorno del debutto - o meglio «sperimentazione» - dell’applicazione per il tracciamento in quattro regioni. 

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Premessa: questa nuova tecnologia finora è stata accompagnata da critiche, perplessità sulla gestione dei dati, ritardi, gaffe (l’icona della mamma con il bambino per simboleggiare la figura della donna ha mandato su tutte le ferie la rete con tanto di scuse e «la cambieremo»). 
Quindi, per rimanere in ambito teologico, la genesi di Immuni è stata più che mai travagliata, almeno andando a ritroso e rileggendo le (non) sacre scritture delle recenti cronache italiane.
Ministra Pisano, interessante questo paragone sui 70 giorni.
«Era per dire: mi spiego meglio, allora. In settanta giorni nemmeno un colosso come Google riuscirebbe a mettere in campo un’applicazione come la nostra. Siamo stati davvero un modello anche per gli altri Paesi».
Ah, meglio. Addirittura?
«Sì, se n’è occupata una start-up di giovani, l’iter è passato dall’Europa, dalla presidenza del Consiglio, dal parlamento, dal Garante della privacy, dal Copasir. Insomma, devo continuare?».
Sta dando la colpa dei ritardi alla burocrazia?
«No, affatto. Al contrario, sto dicendo che ci siamo trovati davanti a una tecnologia complessa in uno scenario altrettanto complicato come quello della pandemia che ha sconvolto il mondo. E abbiamo rispettato tutti i passaggi, come doveva essere».
Ma la fase 2 è partita il 4 maggio, oggi è l’8 giugno. E siamo solo alla sperimentazione in quattro regioni. Si procede per tentativi?
«Anche qui, lo ripeto: noi siamo partiti il 24 marzo. E prima non potevamo metterci in moto. Non era corretto».
Perché? 
«Perché era giusto che l’attenzione di tutti fosse rivolta agli sforzi dei medici e alle strutture sanitarie in prima linea».
Quindi non siete partiti in ritardo?
«No». 
Ma molti governatori sono pronti a usare altre applicazioni per il tracciamento dei possibili contagiati e, dato più importante, finora sono solo due milioni di italiani ad aver scaricato Immuni. Non c’è qualche problema?
«Parlerò con le Regioni. Adesso devono essere loro a dare un contributo. Vuol vedere come funziona? Ma sì, perdo qualche minuto».
Paola Pisano tira fuori dalla borsa il suo cellulare. Pollice sul display e, tac, lancia Immuni. Operazione rapida, eseguita con una certa dose di malcelata soddisfazione. 
«Allora, eccoci. Vede questo codice alfanumerico? Cambia in continuazione. Se scopro di essere positiva comunico questo codice alfanumerico ai sistemi telematici sanitari, gestiti dalle Asl e dalle Regioni, e così scatta l’allarme. E poi l’App fa il resto: inizia a tracciare tutte le persone con cui sono stata a contatto ravvicinato nelle ultime due settimane. E scatta un altro allert».
E’ un po’ complicata e macchinosa e ci sono una serie di passaggi che potrebbero incepparsi strada facendo. E’ sicura che la casalinga di Voghera sia in grado di usarla?
«E’ semplice, come ho appena dimostrato. Ora però le Regioni dovranno collaborare. Tutti dovremo fare la nostra parte».
Mentre parliamo il leader della Lega Matteo Salvini ha appena detto, testuale: «Io non scarico assolutamente nulla». Teme boicottaggi politici dai governatori del centrodestra?
«Allora, se Salvini è un italiano, come si vanta di essere, dovrebbe scaricare questa applicazione costruita per la salute degli italiani. Se Salvini vuole bene agli italiani deve scaricarla. E mi fermo qui».
Ma esiste un piano? Quando Immuni sarà in funzione in tutta Italia?
«Presto, ma dipende anche dalle Regioni, lo ripete. Lo sforzo deve essere collettivo».
Si può ipotizzare entro luglio? Altrimenti che senso avrebbe se non funzionasse nemmeno quando gli italiani si muoveranno per andare in vacanza?
«Mi auguro di sì, certo. Quello può essere un giusto orizzonte temporale».
Tutti al mare con Immuni?
«Sì, a partire da me. Che faccio surf».

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