Kevin Spacey brinda sul Tevere: l’eterna dolce vita della Capitale

Kevin Spacey brinda sul Tevere: l’eterna dolce vita della Capitale
di Gloria Satta
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Martedì 18 Luglio 2017, 00:05 - Ultimo aggiornamento: 08:38

La mano saldata intorno al bicchiere, il berretto calato sugli occhi nella vana speranza di non essere riconosciuto, il tête-à-tête con una ragazza che lo guarda rapito.
 

 


Kevin Spacey, pizzicato da Rino Barillari nella notte romana a bordo di un barcone sul Tevere, tra musica e bevute, resuscita la Dolce Vita. Accogliente, seducente, trasgressiva e al tempo stesso disposta a perdonare tutti i peccati, magnifica nonostante i suoi mille problemi, la Capitale ha finito per stregare anche il grande attore americano, impegnato nelle riprese del film di Ridley Scott All the money in the world sul rapimento di Paul Getty III. A Roma, lo spietato presidente Francis Underwood della serie House of Cards, candidata agli Emmy Awards, lascia dunque il posto allo straniero pronto ad arrendersi alla grande bellezza che lo avvolge e lo incanta. Spacey è solo l’ultima star americana conquistata dal fascino, dai riti senza tempo, dalla magica indolenza della Capitale. E a rischiare di finire come il Marziano a Roma di Flaiano: all’inizio accolto come una novità, poi sopportato in nome del micidiale disincanto dei romani.

IN SELLA ALLA VESPA
I primi magnifici ”marziani”, all’inzio degli anni Cinquanta, sono Gregory Peck e Audrey Hepburn, protagonisti del film di William Wyler Vacanze romane: a bordo della storica Vespa, i due attori scoprono Roma e ne veicolano la bellezza nel mondo intero. Realtà e finzione s’intrecciano e il destino ha già dispiegato i suoi piani: un decennio più tardi, la Hepuburn sposerà lo psichiatra romano Andrea Dotti e tornerà a vivere nella città (precisamente ai Parioli) che aveva contribuito a fare di lei una star. All’inizio dei Sessanta, mentre Pasolini, Visconti e Moravia passano le serate ai tavolini di Via Veneto confrontandosi e spesso litigando sotto gli occhi del press agent Enrico Lucherini, la Dolce Vita consuma i suoi furori grazie alla coppia d’oro Elizabeth Taylor-Richard Burton. Si conoscono sul set di Cleopatra, lei è ancora sposata con Eddie Fisher scippato a Debbie Reynolds e anche lui tiene famiglia, cioè ha una moglie che l’aspetta.

Ma la passione tra la diva dagli occhi viola e il volitivo gallese, tra i pochi capaci di domarla, esplode senza freni nella villa sull’Appia Antica dove i due amanti clandestini tentano di sfuggire all’assedio dei paparazzi nutrendosi d’amore e delle mozzarelle di bufala devotamente recapitate da Mimmo Cavicchia, il compianto patron della Taverna Flavia. Tra crisi e rinascite del cinema, Roma non ha mai smesso di accogliere le star internazionali. A volte sbarcano con un bagaglio di prevenzioni («non funziona niente» si son sentite dire in patria), ma tutte piangono al momento di ripartire. Nel 2011 Woody Allen, approdato per girare To Rome With Love, resta folgorato da strade, piazze, vicoli e dalla terrazza di Adriana Chiesa, spalancata sulla scalinata di Trinità de’ Monti, al punto di inserirla nel film. Ai tempi delle riprese di Zoolander 2, gli abitanti di Trastevere si abituano a vedere Owen Wilson sfrecciare nel quartiere in sella a una bicicletta. Daniel Craig e Sam Mendes, rispettivamente interprete e regista di Spectre, uno dei migliori capitoli della saga 007, diventano di casa in via Giulia e dintorni. 

ON THE ROAD
Tra un inseguimento e l’altro sul greto del Tevere, mangiano nei migliori ristoranti, fanno le ore piccole passeggiando nei vicoli, scoprono la zona intorno al Vaticano, transennata per le riprese.
Andrew Garfield, sbarcato per promuovere Spider Man, si lascia invece cogliere da una voglia improvvisa e in piena notte reclama una Vespa per esplorare la città: accontentato. Infine Jude Law, chiamato da Sorrentino per interpretare il papa ”controcorrente” protagonista di The Young Pope (un’altra serie in lizza per gli Emmy), prende casa vicino al Campidoglio e, tra un ciak e un corso di latino, ogni mattina va a correre intorno al Circo Massimo. A giudicare dalla straordinaria performance, l’ispirazione gli è stata propizia. Anzi, per rimanere in tema, provvidenziale. 

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