Alitalia, al decollo con 105 aerei e 3 miliardi: in settimana ok dell’esecutivo alla newco

Alitalia, al decollo con 105 aerei e 3 miliardi: in settimana ok dell’esecutivo alla newco
di Umberto Mancini
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Lunedì 15 Giugno 2020, 00:31 - Ultimo aggiornamento: 09:10

 Sarà un Consiglio dei ministri ad hoc, tra una riunione e l’altra degli Stati generali, a lanciare la Nuova Alitalia. Lo farà con ogni probabilità tra giovedì e venerdì prossimo anche per dare un segnale concreto sul fronte della politica industriale. E per dimostrare che tra le tante crisi aperte, almeno una, forse la meno complessa se si pensa all’ex Ilva o al caso Autostrade, viene avviata a soluzione.

La road map della ministra delle Infrastrutture Paola De Micheli punta a chiudere in fretta. Anche perché, almeno dal punto di vista tecnico, lo schema per la costituzione della newco propedeutica all’operazione, è pronto; come il decreto di concerto con Mise e Mef è in fase avanzata. Così come sono chiari gli obiettivi che deve darsi il piano industriale della compagnia che, proprio per dare una mano sul fronte occupazionale, integrerà alcuni asset di Air Italy. Il traguardo finale è quello di creare un vettore nazionale, supportato dallo Stato, in grado di valorizzare e attrarre il maggior numero di turisti. 

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IL DECRETO
La newco avrà 105 aerei, potrà contare su 3 miliardi di risorse finanziarie e rileverà i rami d’azienda della compagnia in amministrazione straordinaria. La guida del vettore, come anticipato dal Messaggero, sarà affidata a Fabio Lazzerini, attuale capo del business, figura che internamente all’azienda gode di grande stima. Una scelta collegiale dell’esecutivo quindi che, salvo ripensamenti, verrà annunciata insieme a quella del presidente su cui non è ancora stato sciolto il riserbo. In pole c’è Roberta Neri, ex ad Enav. 

Il nodo esuberi resta complesso. Perché se è vero che una flotta di circa 105 aerei consentirebbe di salvaguardare l’attuale organico, sul fronte del personale di terra i problemi sono tanti, sopratutto se, come sembra, una parte dei dipendenti di Air Italy verrà assorbita insieme ad alcuni slot di Linate e ai diritti verso gli Stati Uniti. L’obiettivo del governo è dare un segnale di attenzione alla Sardegna, dove il tasso di disoccupazione è elevato. Il sindacato calcola che con circa 300 esodi incentivati dei piloti in 5 anni, l’azienda possa davvero pensare ad aprire a nuove assunzioni. Difficile invece la situazione dell’handling (5 mila persone se si considerano anche gli uffici di staff) dove già ora gli esuberi toccherebbero quota 2 mila. Il polo della manutenzione (2.000 dipendenti), che potrebbe aprirsi a nuove partnership, andrebbe a ricomprendere anche gli ex lavoratori Meridiana.

Il piano industriale a cui si sta già pensando punta a partire con una flotta superiore ai 100 velivoli, come detto 105, ma in una prima fase il numero di aeromobili coinvolti sarà legato alle esigenze di mercato che, con una domanda in forte contrazione, sarà ridotto. Vista anche la risoluzione di alcuni contratti di leasing. In sostanza, la crescita sarà calibrata sulla base della ripartenza. 

LO SCENARIO
Tra le ipotesi allo studio anche l’idea di costruire all’interno di New Alitalia un braccio low cost per fare concorrenza alle compagnie più agguerrite. L’arrivo di Air Italy potrebbe differenziare l’offerta complessiva.
Al Mit sono convinti della necessità di puntare sul medio e sul lungo raggio, settore più remunerativo, ma dovrà anche essere costruita, in tempi rapidi, un’alleanza internazionale dopo la risoluzione della joint-venture con Delta. Resta un accordo di codesharing sul mercato Usa, ma ora Alitalia ha davvero le mani libere per far parte di un network diverso da SkyTeam se trovasse una sponda con Lufthansa che però è chiamata ad un piano lacrime e sangue supportata da 9 miliardi di aiuti statali. Palazzo Chigi vuole comunque aprire ad alcuni soci privati in maniera graduale e valutare nuove alleanze dopo la fine dell’emergenza.
 

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