Alitalia, Lufthansa scrive a Di Maio: pronti a trattare

Alitalia, Lufthansa scrive a Di Maio: pronti a trattare
di Umberto Mancini
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Lunedì 25 Giugno 2018, 00:00 - Ultimo aggiornamento: 26 Giugno, 08:42
La lettera è partita la settimana scorsa da Francoforte. Ed è finita in queste ore sul tavolo del ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico. A scrivere a Luigi Di Maio, vicepremier, titolare di due dicasteri e leader dei 5Stelle, è stato il numero uno di Lufthansa, Carsten Spohr, recentemente riconfermato per 5 anni nel suo incarico. Il presidente e amministratore delegato del colosso tedesco, secondo quanto ricostruito da Messaggero, ha ribadito nero su bianco nella missiva spedita a Roma «l’interesse strategico per Alitalia» e lo ha fatto in maniera formale. Si tratta di un passo importante perché riapre ufficialmente, dopo la lunga impasse legata alla costituzione del governo, la partita del salvataggio della compagnia tricolore, a caccia da tempo di un socio industriale per uscire dal tunnel.

Nella lettera è espressa la disponibilità ad avviare da subito un confronto serio e serrato con l’obiettivo di trovare un’intesa per siglare una partnership ad ampio raggio. Non c’è poi nessuna preclusione ad accettare un ruolo importante nell’azionariato dello Stato italiano, attraverso Cdp o altre società pubbliche che, anzi, può costituire una ulteriore garanzia per lo sviluppo del vettore tricolore. Si ribadisce, infine, la volontà di valorizzare lo scalo di Fiumicino, considerato fondamentale sia per lo sviluppo di Alitalia che di quello di Lufthansa. Proprio il riferimento all’hub romano marca la differenza rispetto all’offerta di Air France che puntava a spostare tutto il traffico su Parigi. I francesi, alle prese con problemi sindacali interni e i conti in rosso, per ora non si sono mossi, ma non è detto che dopo la mossa di Francoforte decidano di rientrare in gioco. Per entrambi la partita decisva per dominare in Europa passa proprio per Alitalia.

IL PRIMATO IN EUROPA
Del resto il corteggiamento di Lufthansa dura da più di un anno, dall’arrivo cioè sulla plancia di comando dei commissari che hanno riacciuffato per i capelli la compagnia dopo la cura Etihad. Corteggiamento che ha ripreso vigore dopo l’arrivo al governo di 5Stelle e Lega che, come noto, hanno più volte parlato della necessità di tutelare gli interessi nazionali, mantenendo una quota di capitale. Lo schema prevede l’ingresso della Cdp e di altri soci industriali che, con una quota inferiore al 50%, andrebbero a bilanciare la presenza straniera. Una sorta di nazionalizzazione a metà allo scopo di tutelare l’occupazione, le rotte e il “made in Italy”. 

Spohr, dopo aver puntato anche a Norwegian, ha rotto gli indugi forte di un utile netto di 2,3 miliardi e di un fatturato record di oltre 35 miliardi, ribadendo, anche nei contatti avuti con esponenti della Lega che Alitalia «starebbe benissimo nel nostro gruppo, anche perché l’Italia è il nostro secondo mercato». Per questo non farà nessuna pressione su Bruxelles sulla procedura d’infrazione per aiuti di Stato. Semmai proverà, Di Maio permettendo, ad accelerare i tempi, valutando le nuove offerte dell’esecutivo. Ovviamente resta ferma, secondo i tedeschi, la necessità di ristrutturare l’azienda, con una ulteriore riduzione dei costi. Ed è questo il punto chiave della trattativa. Francoforte immagina un taglio consistente alla parte “aviation” (che dovrebbe avere al massimo 7 mila dipendenti), mentre Matteo Salvini e Di Maio non hanno intenzione di cedere su questo fronte. Così come sullo spacchettamento della compagnia o, peggio, la sua eventuale svendita. 

Di certo in questa fase è il governo a poter dare la linea. Anche se col passare del tempo - e la necessità di restituire i 900 milioni di prestito ponte dopo l’estate - i margini di manovra si faranno sempre più angusti. Alitalia, nonostante l’ottimo lavoro svolto dei commissari guidati da Luigi Gubitosi che hanno taglio sprechi e inefficienze, continua infatti ad aver bisogno di un partner di livello internazionale. E se Lufthansa si candida con un gruppo che comprende Swiss, Austrian Airlines, Brussels Airlines, Eurowings, non è escluso che Air France o qualche compagnia americana torni in pista. Al tavolo della trattativa Spohr si presenta con il primato dei passeggeri trasportati: 130,04 milioni, +18,6% rispetto al 2016 e la volontà di chiudere in fretta.
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